Yahoo: dopo i tagli ai posti di lavoro, seguono i servizi. Prossimo alla chiusura il sito Delicious

di Antonietta Bruno |

L'azienda in crisi dal 2008 ha già operato centinaia di licenziamenti e la chiusura di siti storici del web quali 'GeoCities' acquistato nel 1999 per circa 4 mld di dollari.

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Continua l’emergenza in casa Yahoo! e dopo l’annuncio di mercoledì scorso circa l’imminente licenziamento di circa 650 dipendenti (il 5% della forza lavoro del portale internet), necessario per risanare i bilanci in rosso e salvare l’azienda, oggi da indiscrezioni di stampa si apprende che nel drastico piano di riorganizzazione interna voluto dall’Ad Bartz, potrebbe rientrare anche la chiusura di Delicious. Il sito web di social bookmarking creato nel 2003 da Joshua Schachter e successivamente acquistato dall’azienda fondata da Filo e Yang, e utilizzato per l’archiviazione, la ricerca e la condivisione di bookmark.

 

La notizia, ovviamente, ha sin subito suscitato la preoccupazione dei milioni di iscritti (nel 2008 erano già circa 180 gli indirizzi web e oltre 5 milioni gli utenti-utilizzatori) che già stanno valutando la possibilità di trasferire i loro dati su altro sito per evitare di perderli definitivamente, ma anche di tutti coloro che temono che la crisi in corso possa colpire altri settori determinanti dell’azienda.

 

Non è escluso, infatti, che Yahoo! possa ulteriormente intervenire e tagliare altri settori considerati oramai ‘rami secchi’. Tra questi, sempre secondo indiscrezioni trapelate, potrebbero riguardare Yahoo Buzz, MyBlogLog, Yahoo Picks e AltaVista.

Tutti servizi per la condivisione di contenuti online, social network e addirittura il popolare motore di ricerca nato nel 1995, che potrebbero ora indistintamente essere inghiottiti dalla crisi iniziata nel 2008 e che in due anni ha colpito in modo tragico l’ossatura dell’azienda.

 

Nell’aprile del 2009, infatti, i posti di lavoro cancellati si aggiravano attorno ai 2.400, e questo perché già allora l’azienda non riusciva ad aumentare la propria fetta di mercato di fronte alla forza di Google, specie nelle attività del motore di ricerca che sul fronte pubblicitario, cominciava a soffrire così come tanti altri media.

 
Sempre nell’aprile del 2009, alla soppressione dei 2.400 posti di lavoro seguì l’annuncio di altri 700 licenziamenti e la chiusura di uno dei siti storici del web ‘GeoCities‘, acquistato nel 1999 per circa 4 miliardi di dollari e nato per permettere agli utenti di pubblicare gratuitamente pagine personali su internet.

 

Anche la decisione di ‘sopprimere’ GeoCities rientrava nella strategia di salvataggio lanciata dal Ceo Carol Bartz, chiamata alla guida di Yahoo! dopo l’allontanamento di Jerry Yang, costretto a sua volta a lasciare la guida della società dopo le pressioni subite da azionisti e investitori.