Vedozero: educare gli adolescenti ad un uso creativo del cellulare

di di Alessia Laudati |

Italia


Vedozero

Settanta telefonini, settanta studenti liceali milanesi, un regista che guida il progetto, sei mesi di riprese di momenti privati dell’esistenza della generazione anni ’90. Vedozero, di Andrea Caccia, è un film o più precisamente un blog-movie, definizione che mette maggiormente in luce il carattere intimo e privato del risultato finale.

Adolescenti liberi di ritrarsi con un unico orientamento: il senso estetico personale e la voglia di raccontarsi attraverso l’utilizzo del telefonino come macchina da presa cinematografica.

Il progetto prodotto da Roadmovie con il contributo della Provincia di Milano, nasce da alcune considerazioni sull’utilizzo spesso esclusivamente voyeuristico del telefonino e dalla volontà di immaginare per l’utensile tecnologico un ruolo diverso.

E’ stato infatti possibile rieducare i ragazzi delle scuole attraverso l’insegnamento di alcune nozioni di base del linguaggio cinematografico a trasformare l’abitudine all’uso passivo dell’occhio meccanico in capacità di racconto scaturita dalla riflessione.

Il risultato è straordinariamente normale, pulito e fresco. La chiamano generazione Facebook e YouTube, la definiscono sbilenca e guardona e questo film la riscopre complessa ma capace di momenti di infinita poesia. Tanti volti e voci che attraverso i temi frequenti nelle descrizioni dell’universo adolescenziale: l’amore, la scoperta del sesso, qualche accenno alla droga, il gruppo, raccontano desideri e paure.

Ma soprattutto, questa sorta di diario digitale dà vita ad una forma di auto rappresentazione che narra perfettamente, con una scrittura visiva frammentata, il mondo complesso e fragile dell’adolescenza che ricomincia a vedere sé stessa, da zero.

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