Telecom Italia. Sacconi: ‘Considerazioni su esuberi a valle degli investimenti. Accordo impegnativo ma auspicabile’

di Alessandra Talarico |

Ancora nulla di fatto sul fronte NGN. Gli operatori alla ricerca di un’intesa in vista del nuovo tavolo convocato per la prossima settimana.

Italia


Maurizio Sacconi

È stato convocato per la prossima settimana il nuovo tavolo di confronto tra gli operatori tlc per lo sviluppo della rete NGN in Italia, dopo che dalla riunione di ieri non è emersa alcuna bozza di accordo. Stamani, intanto, si è svolto l’incontro tra azienda e sindacati sul piano degli esuberi.

Il tavolo di ieri è stato prettamente ‘tecnico’, ma non ha prodotto alcun documento. Nei prossimi giorni si tenterà di limare le divergenze ancora in essere, mentre un altro tavolo sta affrontando la questione dei licenziamenti ‘congelati’ da Telecom Italia fino al 30 luglio.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sta vagliando i possibili strumenti di protezione del reddito utili ad accompagnare i lavoratori che saranno eventualmente riconosciuti in esubero al pensionamento nei termini di legge.

Sul confronto in atto con la società per evitare, o rendere meno indolore possibile i 3.700 licenziamenti, il ministro ha affermato stamani che l’accordo entro fine mese “è impegnativo ma auspicabile”.

L’obiettivo del congelamento temporaneo degli esuberi “…era di verificare le condizioni per l’accordo e non necessariamente l’accordo”, ha aggiunto Sacconi, ricordando i tavoli di confronto aperti, uno sugli investimenti per la nuova rete in fibra ottica, l’altro sulla vicenda degli esuberi.

La considerazione sugli esuberi – ha aggiunto – sarà fatta a valle degli accordi sugli investimenti, è una doverosa conseguenza del piano industriale. Vedremo se e in che misura ci saranno esuberi e che protezione del reddito potremo individuare”.

“La strada è impegnativa – ha concluso Sacconi – ma mi auguro che si chiuda quanto più tempestivamente possibile”.

 

Il prossimo incontro con le parti sociali si terrà giovedì 22 luglio.  Il governo riferirà degli esiti dell’incontro con gli operatori di telefonia per la rete di nuova generazione e, probabilmente, ha riferito il segretario generale della Slc-Cgil, Emilio Miceli, presenterà i possibili interventi – soprattutto in termini di ammortizzatori sociali – per favorire un accordo tra Telecom e i sindacati nella gestione degli esuberi.

“Oggi – ha spiegato Miceli – abbiamo parlato di piano industriale, delle condizioni e delle prospettive del gruppo per capire se riuscira’ ad essere competitivo e a stare sul mercato. Temi questi – ha aggiunto – che sono strettamente legati al problema degli esuberi di personale. Continueremo a discutere sapendo che il tema degli esuberi di personale è strettamente legato con i problemi industriali e alle condizioni generali dell’azienda”.

 

Riguardo invece la realizzazione della rete NGN, l’intesa potrebbe essere vicina, almeno riguardo la possibile condivisione delle infrastrutture passive – pali e tralicci, cavidotti e posa della fibra ‘spenta’, non collegata – che rappresentano una delle voci più consistenti della spesa e riguardo la realizzazione della rete nelle cosiddette aree ‘bianche’ e ‘grigie’, cioè quelle a fallimento di mercato e quelle poco redditizie per gli operatori: tra il 27 e il 28 luglio, dunque, il sottosegretario allo sviluppo economico con delega alle Tlc, Paolo Romani rivedrà gli amministratori delle società tlc, per tentare di mettere d’accordo le parti, Telecom Italia da un lato e dall’altro gli OLO Wind, Fastweb, Tiscali, Vodafone, BT Italia.

Nei giorni scorsi, intanto, sono trapelati ulteriori dettagli circa il piano NGN di Telecom Italia: l’ex monopolista potrebbe essere disposto a conferire la rete in rame a diverse ‘newco’ regionali. In cambio, oltre ai soldi, di un diritto al riacquisto quando il passaggio alla fibra verrà completato, quindi fra almeno 10 anni. La battaglia, a questo punto, si concentrerebbe nelle zone più redditizie come, ad esempio, la Lombardia, dove l’amministrazione regionale ha appena varato un piano da circa 1,2 miliardi e starebbe pensando a come coinvolgere Telecom Italia, magari proprio attraverso un meccanismo che potrebbe includere il conferimento della rete in rame a una società veicolo in cambio, ovviamente, del pagamento di una cifra ancora tutta da stabilire e di un’opzione di riacquisto al termine dello switch off.

Molti sono, comunque, i nodi ancora da sciogliere e vanno dalla valutazione della rete allo scenario regolamentare.

 

La partita, insomma, è ancora tutta da giocare, e mentre si discute e si continuerà a farlo ancora per molto, l’Agcom potrebbe anche finire per scombinare ulteriormente le carte, decidendo per un nuovo aumento dei canoni wholesale, ossia le tariffe all’ingrosso praticate da Telecom ai concorrenti, i quali potrebbero vedere i loro costi lievitare di oltre 240 milioni di euro in tre anni. Il tutto, per adeguare le tariffe alle medie europee…ma a quando anche l’adeguamento del livello di qualità dei servizi?