Osservatorio trimestrale

AGCOM: FTTC, FTTH e FWA oltre l’80% degli accessi. Rame ancora giù scende al 17,8%

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All'incirca invariato il numero complessivo di linee broadband, fermo a 18m95 milioni, ma cambia il mix tecnologico: nel 2023 la flessione delle linee DSL (-675 mila unità) è stata controbilanciata dalla crescita delle linee in altra tecnologia.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pubblica oggi l’Osservatorio sulle Comunicazioni relativo all’intero 2023. Diminuisce ancora il numero complessivo di linee in rame, a fronte di un incremento delle tecnologie FTTC, FTTH e FWA. Cresce ancora il consumo dati e il numero di Sim Human e M2M.

COMUNICAZIONI ELETTRONICHE

A fine dicembre nella rete fissa gli accessi complessivi mostrano una marginale flessione (-16 mila accessi) su base trimestrale, attestandosi intorno ai 20,11 milioni di linee.

Le linee in rame si sono ridotte di circa 186 mila unità su base trimestrale e di 798 mila rispetto al dicembre 2022. Nell’ultimo quadriennio sono diminuite di 5,72 milioni di accessi.

Pur se in flessione su base annua (-475 mila linee), gli accessi FTTC rappresentano circa il 49% della base clienti complessiva. Quelli FTTH crescono di 290 mila unità nell’ultimo trimestre dell’anno e di 978 mila su base annua, mentre rispetto al dicembre 2019 l’incremento è di 3,34 milioni di linee.

In aumento, anche se in misura più contenuta (circa 150 mila unità su base annua), risultano le linee Fixed Wireless Access che, a fine dicembre 2023, sono pari a 2,11 milioni di accessi.

Flessione del rame compensata da altre tecnologie

Le linee broadband complessive sono stimate in circa 18,95 milioni di unità, risultando in leggera crescita su base trimestrale (+22 mila linee), e sostanzialmente invariate su base annua annuale; nel 2023 la flessione delle linee DSL (-675 mila unità) è stata controbilanciata dalla crescita delle linee in altra tecnologia.

Le dinamiche illustrate indicano un consistente aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzata: le linee con velocità pari o superiori ai 100 Mbit/s è salito dal 40,3% di fine 2019 al 73,4% del dicembre 2023. Da evidenziare la crescita del peso delle linee commercializzate con capacità trasmissiva ≥1GB/s, passato dal 3,2 al 22,2% nel periodo 2019 – 2023.

Cresce il consumo dati: traffico cresciuto del 15,6% in un anno

Contemporaneamente, continua la crescita del consumo di dati: in termini di volume complessivo, il traffico giornaliero nel 2023 ha segnato una crescita 15,6% su base annua, segnando, allo stesso tempo, un +120% rispetto al corrispondente valore del 2019. Ciò si riflette sul traffico giornaliero per linea broadband; i dati unitari di consumo, infatti, sono più che raddoppiati nel periodo 2019 – 2023, passando da 4,23 a 8,52 GB per linea in media al giorno.

Tim primo operatore per accessi broadband

Per quanto riguarda il quadro competitivo degli accessi broadband e ultra-broadband, a fine dicembre 2023, Tim si conferma il maggiore operatore con il 38,0% degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,4% e da Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,2% ed il 13,7%; seguono Tiscali (3,7%), Eolo (3,5%) e Sky (3,3%), ma è da segnalare come quest’ultima, tra i principali player presenti sul mercato, è quella che ha mostrato su base annua il maggiore dinamismo guadagnando 0,8 punti percentuali.

Rete mobile, sim a quota 108,5 milioni trainate dal M2M

Nella rete mobile, a fine dicembre 2023, le sim attive (Human e M2M) sono 108,5 milioni, in crescita per poco meno di 1,3 milioni di unità su base annua. Più in dettaglio, le sim M2M mostrano un incremento pari a 1,2 milioni di unità, mentre quello delle Human (cioè “solo voce”, “voce+dati” e “solo dati” che prevedono iterazione umana) è stato pari a circa 60 mila sim.

Le linee Human sono rappresentate per l’86,5% dall’utenza residenziale, mentre, con riferimento alla tipologia di contratto, poco meno del 90% dei casi ricade nella categoria “prepagata”.

Relativamente alle sim complessive, Tim è il leader di mercato con il 27,8%, seguita da Vodafone con il 27,1%, Wind Tre con il 23,7% e Iliad che raggiunge il 9,9%.

Considerando il solo segmento delle sim “human”, Wind Tre rimane il principale operatore con il 24,6%, seguita da Tim con il 24,1%, Vodafone con il 21,7% e Iliad che, con una crescita di 1,5 punti percentuali su base annua, raggiunge il 13,7%; con quote inferiori seguono PostePay (5,4%), Fastweb (4,6%) e CoopVoce con il 2,7%.

Sono valutabili in circa 58,6 milioni le sim “human” che hanno prodotto traffico dati nel corso dell’ultimo trimestre del 2023, valore superiore di circa 2 milioni di unità rispetto al corrispondente periodo del 2022.

Traffico dati cresciuto del 21,7% al giorno

Nel 2023 il traffico dati giornaliero della telefonia mobile è cresciuto su base annua del 21,7% e del 245% rispetto al 2019. Corrispondentemente, il consumo medio unitario giornaliero nel periodo gennaio-dicembre è stimabile in circa 0,78 GB, in crescita del 21,1% rispetto al 2022 e di oltre il 230% nei confronti del corrispondente periodo del 2019, quando risultava stimabile in 0,23 GB.

TELEVISIONE

Nel settore televisivo nel suo complesso, gli ascolti medi giornalieri relativi all’intero 2023 mostrano, rispetto al 2022, una flessione del 2,6% nell’ “intero giorno” (da 8,44 a 8,22 milioni di spettatori); un andamento analogo (-2,5%) si registra anche per la fascia oraria “prime time” (da 19,48 a 18,99 milioni di spettatori).

Risultati simili si osservano relativamente all’ultimo trimestre dell’anno (ottobre-dicembre) con ascolti che nell’”intero giorno” rispetto al corrispondente periodo del 2022 flettono dello 0,7% (da 8,72 a 8,66 milioni) mentre nel “prime time” si riducono dell’1,1% (da 20,31 a 20,09 milioni).

Ampliando l’arco temporale dell’analisi al 2019, gli ascolti medi del 2023 si sono ridotti, nell’“intero giorno” e nella fascia “prime time” e rispettivamente di 1,16 milioni (-12,4%) e 2,94 milioni di unità (-13,4%).

Risultati analoghi si osservano relativamente all’andamento degli ascolti nell’ultimo trimestre dell’anno, rispetto al 4° trimestre del 2019: -11,4% nell’”intero giorno” e -12,6% nel “prime time”.

Mediaset supera la Rai per numero spettatori

Con riferimento ai principali gruppi televisivi, gli spettatori medi giornalieri nell’intero “intero giorno” vedono Mediaset, per la prima volta nell’arco temporale considerato, superare Rai (3,09 vs 3,04 milioni di spettatori), con la concessionaria pubblica che rispetto al 2022 perde circa 160 mila ascolti giornalieri mentre quelli di Mediaset mostrano una più contenuta flessione pari a 20 mila telespettatori. Ampliando l’analisi, tra il 2019 e il 2023 Rai perde 510 mila telespettatori (-14,4%) mentre per Mediaset si registra una più marginale riduzione di circa 50 mila telespettatori (-1,6%).

Con riferimento allo share, nel 2023 Mediaset supera Rai di circa 0,6 punti percentuali (37,6% contro il 37,0%), mentre nel 2019 la quota di Rai risultava superiore di 4,3 punti percentuali (37,8% contro il 33,5%).

Come meglio si vedrà di seguito con l’esame dei singoli principali canali televisivi (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5 e Italia 1), sono quelli “minori” a determinare, in misura prevalente, la maggiore riduzione degli ascolti della concessionaria pubblica rispetto a quanto registrato dal gruppo Mediaset.

Nel 2023, su base annua gli ascolti degli “altri” canali della Rai (dieci) nel prime time flettono del 4,6%, quelli di Mediaset (13) crescono invece dell’1,7%, e tale forbice si amplia al -21,7% e +22,2% nel confronto con il 2019 (anno in cui Mediaset aveva tuttavia un canale in meno). Considerazioni analoghe possono essere fatte anche guardando ai risultati nel “giorno medio”.

Dopo i due principali gruppi televisivi seguono, nel 2023, WB/Discovery che con circa 700 mila spettatori giornalieri mostra una crescita del 5,0% su base annua, Comcast/Sky i cui ascolti rispetto al 2022 rimangono stabili (intorno ai 620 mila spettatori) e Cairo Communication/La7 che invece mostra una flessione dell’11,8% (da 360 a 320 mila telespettatori circa).

QUOTIDIANI: crisi senza fine

Il declino dell’editoria quotidiana, già da tempo segnalata, si conferma dai dati relativi all’intero 2023.

Lo scorso anno, in media, giornalmente, sono state vendute 1,41 milioni di copie, in flessione su base annua dell’8,8% e del 32,8% rispetto al 2019.

Suddividendo la distribuzione tra testate nazionali e locali, con riferimento all’intero periodo analizzato (2019-2023), le vendite si sono ridotte in misura equivalente (33,3% le prime e 32,1% le seconde), mentre su base annua i quotidiani locali hanno registrato una riduzione leggermente maggiore rispetto a quelli nazionali (-9,2% vs -8,4%).

Le copie vendute giornalmente in formato cartaceo (1,20 milioni)su base annuasi sono ridotte del 10,0% (risultavano pari a 1,33 milioni nel 2022) e del 37,2% rispetto al 2019 (erano 1,91 milioni).

I quotidiani venduti in formato digitale continuano a non incontrare il favore del mercato: non hanno registrato variazioni di particolare rilievo su base annua (con una media di circa 210 mila copie giornaliere) e risultano in crescita non particolarmente rilevante (+13,3%) rispetto al corrispondente valore (180 mila unità giornaliere) del 2019.

La vendita di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: nel 2023 le prime cinque testate del segmento digitale (Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto quotidiano e La Stampa), infatti, rappresentano il 60,4% delle copie complessivamente vendute. Il corrispondente valore per la versione cartacea (in questo caso i primi cinque quotidiani sono Corriere della Sera, La Repubblica, La Gazzette dello Sport, La Stampa e Avvenire) è invece pari al 33,6%.

In relazione ai diversi “generi” editoriali, i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Avvenire e Il Messaggero), nel 2023 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari al 11,1% rispetto ai corrispondenti volumi del 2022 (tale flessione si amplia al 38,8% con riferimento al 2019) ma, allo stesso tempo, hanno registrato una contenuta crescita nella vendita giornaliera di copie in formato digitale (+4,5% su base annua, +22,0% nell’intero periodo).

Va osservato al riguardo che tutte le altre categorie individuate (“altri quotidiani nazionali generalisti”, “testate a diffusione regionale o pluriregionale”, “quotidiani di informazione economica” e quelli “sportivi”) hanno registrato su base annua una riduzione nella vendita di copie digitali.

L’analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, nel 2023, GEDI confermarsi quale maggiore gruppo editoriale con il 18,9%. Il dato comprende, al 31 dicembre, 6 testate tra cui La Repubblica e La Stampa, seguono Cairo/RCS (18,4% che include Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), Caltagirone Editore (Il Messaggero, il Mattino e altre tre testate) e Monrif Group (che sotto il marchio “QN-Quotidiano Nazionale” comprende, stante i dati censiti da ADS, Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,0% ed il 7,9%.

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, a seguito delle cessioni intervenute, le copie vendute dal Gruppo Gedi risultano inferiori a quelle di Cairo/RCS, che acquisisce la leadership del mercato (18,4% vs 16,4%).

In riferimento all’andamento delle vendite complessive (in formato cartaceo e digitale), lo scorso anno quelle del Corriere della Sera (64,7 milioni di copie) sono risultate superiori alla somma delle vendite delle altre due principali testate generaliste (La Repubblica e La Stampa), pari a 63,1 milioni.

Pertanto, il “Corriere della Sera” risulta la principale testate con il 12,6%, seguita da “La Repubblica” (7,2%), “La Gazzetta dello Sport” (5,8%) e “La Stampa” (5,1%).

PIATTAFORME ONLINE: utenti online in aumento

Analizzando i dati di utilizzo delle principali piattaforme online, nel mese di dicembre 2023 circa 44,3 milioni di utenti unici hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di 65 ore e 43 minuti. Ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, META/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti da quelli di alcuni tra i principali gruppi editoriali nazionali (Cairo Communication/Rcs Mediagroup, GEDI Gruppo editoriale, Fininvest/Mondadori).

Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso dicembre si sono registrati 37,7 milioni di utenti unici, con una flessione (-325 mila visitatori) rispetto a dicembre 2022. Lo scorso dicembre, con circa 30 milioni utenti unici, quello del “Corriere della Sera” è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato, seguito da “La Repubblica” (27 milioni e 499 mila utenti) e “Il Messaggero” (20 milioni e 551 mila internauti).

eCommerce

L’analisi delle piattaforme online di e-commerce evidenzia, con quasi 39 milioni di utenti unici registrati a dicembre 2023, una crescita, rispetto allo stesso mese del 2022, pari a 712 mila visitatori. Ai primi posti si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon, con 37 milioni di utenti unici (in lieve crescita dell’1,4% rispetto a dicembre 2022), seguiti da quelli di eBay che ottiene 18 milioni di visitatori (in contrazione del -5,8%) e di Temu, piattaforma attiva da poco più di un anno nel panorama mondiale che si è affermata rapidamente anche in Italia raggiungendo i 12,4 milioni di internauti.

Social network

Passando ai portali e communities che offrono in maniera prevalente contenuti generati dai propri membri, fra cui i siti e applicazioni di social network, con quasi 39,2 milioni di utenti unici raggiunti nel dicembre 2023, si evidenzia una crescita su base annua sia dei visitatori (+624 mila) che del tempo da loro dedicato alla navigazione (21 ore e 26 minuti nel mese, circa 12 minuti in più rispetto a dicembre 2022). Limitando l’analisi ai servizi di social networking, ai primi posti riscontriamo le piattaforme riconducibili al gruppo META: Facebook con 36,9 milioni di utenti e Instagram con 33,1 milioni di visitatori che ottengono, rispetto a dicembre 2022, una crescita rispettivamente dell’1% e del +4,5%. Altrettanto significativa l’evoluzione di Tik Tok (Gruppo Bytedance) e di X (precedentemente denominato Twitter) che hanno registrato, nel confronto con dicembre 2022, un incremento dei propri visitatori, rispettivamente, del 21,4% e 2,2%.

Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (VOD) esclusivamente a pagamento, a dicembre 2023, con 15,1 milioni di navigatori, si riscontra una crescita (+169 mila internauti) rispetto allo stesso mese del 2022. In media, nel 2023, Netflix registra circa 8,7 milioni di utenti unici in contrazione (-1,6%) rispetto al 2022 ed è seguita da Amazon Prime Video con 6,7 milioni di visitatori (+3,1%). Disney+, con in media oltre 3,5 milioni di internauti, e Sky/Now, con utenti unici medi pari a 1,2 milioni, registrano una crescita rispettivamente del +2% e +16,4%, mentre Dazn (2,1 milioni di utenti unici medi) registra una flessione del -9,8% rispetto al 2022.

Siti di streaming a pagamento

Analizzando il tempo di navigazione sui principali siti di streaming video che offrono servizi esclusivamente a pagamento nel mese di dicembre 2023, si evidenzia una crescita dell’11,8% rispetto a dicembre 2022. L’analisi delle ore complessivamente trascorse dai navigatori sulle diverse piattaforme nel 2023, consente di osservare, seppure con diversa intensità, una complessiva contrazione per i principali operatori con la sola eccezione del servizio Now di Comcast/Sky (in crescita del 35,7%).

Nel dettaglio, Netflix da circa 376 milioni di ore nel 2022 passa a 360 milioni di ore nel 2023, registrando una riduzione del 4,1%; analogamente, anche Amazon Prime Video vede contrarre il tempo dedicato alla consultazione dei propri siti e applicazioni (-20,6%, da 69 milioni di ore nel 2022 passa a 55 milioni di ore nel 2023), così come Disney+ e Dazn, entrambe in flessione se si considerano le ore complessive trascorse dagli utenti sui relativi siti e applicazioni (che passano, rispettivamente, da 30 a 28 milioni di ore e da 9 a 7 milioni di ore di navigazione complessive dal 2022 al 2023).

Le piattaforme di video on demand (VOD) che offrono servizi gratuiti, con 35,4 milioni di navigatori unici collegati a dicembre 2023 registrano, su base annua, una contrazione dell’audience di 1,5 milioni di soggetti.

Al riguardo, nel 2023, si sottolinea come, tra le piattaforme VOD gratuite, quelle maggiormente visitate in termini di utenti unici medi mensili sono risultate News Mediaset Sites (con 22,1 milioni), Sky TG24 (con 9,8 milioni) e RaiPlay (7,4 milioni).

Il tempo di navigazione dedicato a questa tipologia di siti, lo scorso dicembre, ha superato 26 milioni di ore, registrando una flessione di oltre 1,6 milioni di ore rispetto a dicembre 2022.

POSTE

Nel settore postale, la dinamica dei ricavi registrata nel 2023 dalle principali imprese presenti sul mercato vede, raggiungendo 8,25 miliardi di euro in valore, un aumento complessivo del 3,8% rispetto al 2022. I servizi di consegna pacchi (comprensivi di quelli nazionali e transfrontalieri, inclusi o meno nel servizio universale) hanno registrato un incremento del 5,1%, mentre i servizi di corrispondenza (rientranti o meno nel servizio universale) mostrano una leggera flessione (-1,1%).

Tra i primi, i servizi di consegna pacchi transfrontalieri (con mittente nazionale e destinatario estero, o viceversa) crescono del 7,3% arrivando a superare i 2 miliardi di introiti, mentre il valore di quelli domestici (con mittente e destinatario nel territorio nazionale) è risultato non lontano dai 4,5 miliardi di euro, e mostra un incremento del 4,1%.

Tra i servizi di corrispondenza, quelli non inclusi nel Servizio Universale hanno registrato un valore superiore agli 800 milioni di euro, con una crescita del 3,0% su base annua, mentre quelli inclusi, pari a circa 920 milioni, si sono ridotti del 4,4%.

Con riferimento alla composizione del settore per tipologia di servizio, i ricavi da servizi di consegna di pacchi rappresentano nel complesso il 79,1% delle risorse complessive mentre continua la riduzione dei servizi di corrispondenza compresi nel Servizio Universale (scesi all’11,2%).

Volumi servizi di corrispondenza

Dal lato dei volumi, nel 2023 i pacchi consegnati sono stati oltre 1,040 milioni (+8,3% rispetto ai corrispondenti valori del 2022) di cui l’86,8% con mittente e destinatario nazionali, mentre quelli transfrontalieri hanno registrato un aumento del 11,3%.

Con riferimento ai volumi dei servizi di corrispondenza, in media, questi mostrano una flessione del 7,4%, con quelli inclusi nel servizio universale che scendono del 10,0%, mentre quelli esterni a tale perimetro mostrano una più contenuta flessione del 6,2%.

Sulla base delle dinamiche sopra illustrate, i ricavi unitari medi dei servizi di corrispondenza mostrano, su base annua, una crescita del 6,8%, determinata soprattutto dai servizi non inclusi nel Servizio Universale (+9,8%). Allo stesso tempo, quelli relativi ai servizi di consegna dei pacchi nazionali e internazionali hanno fatto segnare flessioni, rispettivamente del 3,4% e del 3,6%.

Il quadro concorrenziale del settore, nel suo complesso (servizi di corrispondenza e di consegna pacchi, rientranti o meno nel servizio universale) conferma il Gruppo Poste Italiane quale principale operatore con una quota complessiva del 32,4% (in flessione di 1,1 punti percentuali su base annua); seguono Amazon (15,5%), BRT (14,1%), DHL (10,6%) e GLS (10,4%), in crescita rispetto al 2022, rispettivamente di 0,3, di 0,7, di 0,3 e di 0,4 punti percentuali.

Guardando all’assetto competitivo delle singole componenti del mercato, il gruppo Poste Italiane domina il settore dei servizi di corrispondenza con una quota del 96,0%.

Il segmento dei pacchi si caratterizza per una più accentuata dinamica concorrenziale: Amazon è leader di mercato con il 19,6%, seguito da BRT (con il 17,9%), dal Gruppo Poste Italiane (15,6%), DHL (13,5%), da GLS (13,1%) e UPS (11,4%).

Con riferimento alle direttrici geografiche, nel segmento relativo a mittente e destinatario nazionali (rappresentativo del 68,6% del mercato dei pacchi), nel 2023 Amazon detiene il 28,6%, seguito da BRT (22,7%) e dal gruppo Poste Italiane (21,4%). Allo stesso tempo, nel segmento transfrontaliero, DHL risulta il principale player (32,7%), seguito da UPS (31,4%) e da FedEx-TNT (19,1%).