Eurispes: cellulari e social network impazzano tra i giovanissimi, ma gli esperti avvertono ‘bambini troppo soli di fronte ai nuovi media’

di Alessandra Talarico |

Italia


Bambino al cellulare

Nonostante le diverse raccomandazioni degli studiosi, che consigliano ai genitori di non far usare il cellulare ai bambini, cresce in Italia il numero di quelli che ne possiedono uno: se nel 2003 era il 51,6% ad averne uno tutto per sé, la percentuale è andata via via aumentando negli anni successivi. L’incremento si è chiaramente manifestato a partire dal 2006, quando ad avere in tasca un cellulare, tra i 7 gli 11 anni, erano il 54,8%, per continuare poi negli anni successivi, attestandosi al 57,5% nel 2008.

Sono i dati che emergono dall’ultimo Rapporto Eurispes – Telefono Azzurro,  “Bambini e adolescenti: un quadro degli ultimi 10 anni” che nasce a completamento di un ciclo di studio, riflessione e analisi dell’universo minorile nel nostro Paese che ha accompagnato le ultime dieci edizioni del Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

 

Dal Rapporto si evince come il rapporto dei minori con i mezzi di comunicazione rivesta oggi una particolare centralità per almeno due ragioni. “Da un lato, i bambini risultano sempre più soli di fronte ai diversi mezzi di comunicazione, a causa dei mutamenti intervenuti nelle dinamiche familiari, e quindi meno tutelati dall’azione di filtro e supervisione delle figure genitoriali”. “Dall’altro lato, i bambini si trovano oggi a confronto con media completamente nuovi per i loro genitori e dotati di grandissima capacità attrattiva, al tempo stesso ricchi di potenzialità, ma talvolta insidiosi”.

I media, insomma “sono per i ragazzi inesauribile fonte di informazioni, stimoli e contatti sociali”, ma, avverto il Rapporto, questo ‘magazzino globale’ introduce rischi “ancora difficilmente gestibili”.

 

I bambini utilizzano il telefonino principalmente per essere sempre raggiungibili dai genitori (88,2%) e dagli amici (il 69,9% lo utilizza per chiamare o essere chiamato)ma da non sottovalutare l’abitudine frequente a scattare foto (72,6%) o a giocare (69,9%) con il cellulare. Molto frequente, anche in questa fascia d’età, l’uso dei messaggini: nel 2006 usava gli sms il 52,1% dei bambini, percentuale salita quindi nel 2008 al 67,2%.

Il numero di giovanissimi che fa uso di Internet è complessivamente aumentato nel tempo: tra i più piccoli la utilizzava il 39,2% nel 2002 e il 48,2% nel 2006; tra i più grandi, rispettivamente il 71,3% e l’84,7%.

 

Tra gli adolescenti, il 97,5% dichiarava nel 2006 di avere a disposizione un telefonino e la percentuale non è mai scesa al di sotto del 95,9%, registrato nel 2008. Tra gli adolescenti aumenta in maniera significativa la percentuale di coloro che usano il cellulare per navigare in internet, arrivata al 20,7% registrato nel 2009.

In aumento anche il numero di quanti utilizzano il telefonino per fare fotografie (90,4%) o filmati (81%). In calo invece la tendenza ad usare il cellulare per scaricare suonerie o loghi (solo l’8,9% usufruisce ancora di questi servizi, nel 2006 erano il 20,6%), così come è in ribasso la percentuale di chi usa il telefonino per passare il tempo giocando con le applicazioni disponibili (46% nel 2009).

 

L’industria di settore, da canto suo, si dimostra sempre più attenta a questo segmento di mercato: secondo le cifre fornite da Eurispes, se il ricavo medio, per utente, del settore della telefonia mobile nel 2008 è stato di 530 euro (ottenuti rapportando i 24,3 miliardi di euro di ricavi complessivi ai 46,1 milioni di utenti attivi) è possibile stimare il giro d’affari relativo ai soli utenti di età compresa tra i 7 e i 19 anni in oltre 3,2 miliardi di euro.

 

Il Rapporto Eurispes – Telefono Azzurro analizza quindi il rapporto tra bambini e adolescenti e internet: tra i primi cresce la percentuale di quelli che considerano il web una fonte preziosa di informazioni interessanti (44,2% nel 2002, 52,6% nel 2006 e 69,3% nel 2009) e di materiale per lo studio (31,9% nel 2002, 40,2% nel 2006 e 49% nel 2009). Ma aumenta anche il numero di bambini che navigano il web per giocare (47,5% nel 2002, 54,9% nel 2006 e 68,3% nel 2009), o per guardare video e altro materiale multimediale facilmente accessibile (il 50,8% nel 2005 e il 55,9% nel 2009 scarica musica e film e il 54,7% sempre nel 2009 guarda filmati su YouTube).

Meno diffuso, a questa età, l’uso di blog, chat e forum, anche se cresce l’utilizzo dell’email (42,1%) e l’abitudine di scaricare file tramite il peer to peer – modalità molto spesso illegale (55,9% nel 2009).

 

Tra gli adolescenti, la vera star sono i social network: il 71,1% possiede un profilo personale su Facebook, seguito da MySpace (17,1%) e Habbo (10,4%). Decisamente inferiori (2,6% e 2,5%, rispettivamente) le percentuali di utilizzo di Second Life e Twitter. L’attrazione per le reti sociali deriva dalla possibilità di rimanere in contatto con gli amici di sempre (28,7%) e con quelli che si trovano lontano o non si frequentano da molto tempo (23,6%).

Non solo social network, comunque: gli adolescenti usano il web anche per la ricerca di informazioni di interesse personale (81,9% nel 2002, 88,6% nel 2006 e 93,4% nel 2009), seguita dai motivi di studio (50,5% nel 2002, 81,2% nel 2006 e 83,2% nel 2009). Cresce anche la percentuale di chi utilizza Internet per scambiarsi messaggi di posta elettronica (46,4% nel 2002, 52,6% nel 2006 e 58,3% nel 2009) e per chattare (39,5% nel 2002, 48,9% nel 2006 e 79,9% nel 2009), applicazione che ha riscontrato un vero boom (+40,4%).

L’85,8% si collega per guardare video su YouTube, mentre scarica film e musica il 76,1% degli adolescenti.

 

“I ragazzi – ha affermato il Prof. Ernesto Caffo, Presidente di “S.O.S. Il Telefono Azzurro Onlus” – hanno acquisito potenzialità e competenze inimmaginabili fino a dieci anni fa, come mostrano i dati relativi alla padronanza delle nuove tecnologie, rispetto alle quali i ragazzi sono sempre più esperti ed autonomi, anche nella gestione dei rischi”.

“Alla luce di questi dati e di queste considerazioni – ha concluso – è indispensabile che le istituzioni intervengano tempestivamente con azioni in grado di valorizzare le nuove potenzialità dei ragazzi, stimolandone la partecipazione attiva nella ricerca di soluzioni”.