Pirateria. Gli Usa pubblicano lo ‘Special 301’: Italia ancora tra i Paesi da tener d’occhio mentre la Cina resta tra quelli più pericolosi

di Raffaella Natale |

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L’Office of the United States Trade Representative (USTR) ha recentemente pubblicato il Rapporto annuale “Special 301 che analizza l’efficacia delle strategie adottate dai partner commerciali degli Stati Uniti in merito alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale (IPR).

La Ricerca consente agli Usa di evidenziare e indicare, lì dove ce n’e fosse bisogno, eventuali interventi sulle politiche di IPR.

La battaglia ai Paesi che non rispettano i diritti di proprietà intellettuale è fondamentale per tutelare le entrate di 18 milioni di americani che lavorano in questo comparto. 

 

L’ambasciatore Ron Kirk ha ribadito l’importanza di analisi di questo tipo, spiegando che i furti di proprietà intellettuale d’oltreoceano rappresentano un pericoloso freno per le esportazioni delle aziende e per il mercato del lavoro americano.

Per Kirk, il Rapporto “Special 301″ è uno strumento fondamentale per indicare le riforme necessarie atte a rafforzare le esportazioni e sostenere l’occupazione americana nelle industrie strettamente correlate all’IPR.

 

Quest’anno, ha evidenziato l’ambasciatore, il Rapporto indicherà anche i numerosi successi che si sono realizzati nella lotta alla pirateria di materiale protetto.

Alcuni Paesi come Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, hanno adottato fondamentali provvedimenti per arginare il fenomeno della pirateria e della contraffazione e per questa ragione saranno adesso rimossi dalla Watch List.

Ma non solo, anche Israele e l’Arabia Saudita si sono contraddistinti per le azioni intraprese su questo fronte sulla scia di quanto emerso nello “Special 301″

Il Rapporto evidenzia infatti pure i provvedimenti adottati dalle amministrazioni per garantire i diritti di proprietà intellettuale in tutto il mondo.

 

Anche quest’anno nello “Special 301″ la Cina resta tra i Paesi da monitorare con più attenzione proprio in termini di mancato rispetto degli IPR.

Siamo seriamente preoccupati – ha detto l’ambasciatore – per quanto sta succedendo in Cina dove si portano avanti politiche dannose per le esportazioni di tecnologia e prodotti statunitensi.

Oltre alla Cina nella Priority Watch List figurano Algeria, Argentina, Canada, Cile, India, Indonesia, Pakistan, Russia, Thailandia e Venezuela. Paesi nei quali sarà necessario intervenire in modo più incisivo per riuscire ad ottenere il rispetto degli IPR nelle trattative commerciali.

 

L’Italia risulta tra i 29 Paesi che stanno nel livello più basso della Watch List ma che meritano attenzione per risolvere in modo bilaterale i problemi che riguardano la violazione dei diritti di proprietà intellettuale.

Con il nostro Paese anche Bielorussia, Bolivia, Brasile, Brunei, Colombia, Costa Rica,  Ecuador, Egitto, Filippine, Finlandia, Grecia, Guatemala Giamaica, Kuwait, Libano, Malesia, Messico, Norvegia, Perù, Repubblica Dominicana, Romania, Spagna, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan e Vietnam.

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