Fastweb: Swisscom rinnova sostegno a Stefano Parisi. Depositata, intanto, la richiesta di un commissario per la divisione wholesale

di Alessandra Talarico |

Silvio Scaglia chiede di essere riascoltato dai Pm per dimostrare la piena estraneità ai fatti contestati.

Italia


Stefano Parisi

Swisscom, casa madre di Fastweb, ha rinnovato il proprio sostegno all’operato di Stefano Parisi, amministratore delegato della società, indagato nell’ambito dell’inchiesta sul maxiriciclaggio che coinvolge anche Telecom Italia Sparkle.

Fastweb, intanto, ha depositato oggi la proposta per la nomina di un commissario speciale che per 9 mesi si occupi della gestione operativa e del controllo della divisione Wholesale, al fine di scongiurare il commissariamento della società, sul quale è atteso il pronunciamento del Gip Aldo Morgigni.

 

In un’intervista al quotidiano Neue Zürcher Zeitung, il Ceo di Swisscom, Carsten Schloter ha affermato che “…non c’è alcuna ragione per togliere la fiducia all’attuale amministratore delegato”, anche se è chiaro, ha aggiunto, “che devono essere sospesi tutti i dipendenti contro i quali sussistono elementi di responsabilità”.

Schloter ha quindi sottolineato che gli effetti dell’inchiesta della Procura di Roma sui bilanci di Swisscom potranno essere valutati soltanto “nei prossimi sei-nove mesi”.

 

Più pesante, invece, la conta dei danni all’immagine di Fastweb che, ha ricordato il Ceo della capogruppo, “…genera il 60% del proprio fatturato con una clientela di tipo aziendale e tra questi una parte sostanziale sono istituzioni italiane”.

“Siamo convinti – ha aggiunto – che il buon nome dell’azienda resta intatto e, sulla base del feedback dai clienti possiamo dire che i danni d’immagine in Italia restano limitati”.

Sarà tuttavia decisivo, da ora in avanti, dare segnali chiari sulla posizione del gruppo in merito a questa losca vicenda, soprattutto, ha concluso Schloter, “…per quel che riguarda la trasparenza e la collaborazione con gli inquirenti”.

 

La società, da canto suo, ha dato mandato a un giurista indipendente, di esaminare a fondo le 1.600 pagine dell’ordinanza: anche se saranno gli inquirenti a stabilire se i vecchi amministratori fossero a conoscenza degli illeciti, per Swisscom è essenziale comprendere se vi siano legami con l’attuale management.

 

Il fondatore ed ex amministratore di Fastweb Silvio Scaglia, intanto, ha ribadito la propria estraneità ai fatti e ha chiesto di essere nuovamente ascoltato per chiarire la propria posizione.

Il manager, attualmente in carcere, vuole essere di nuovo interrogato dai Pm prima di presentare istanza al tribunale del riesame.

Scaglia, ha dichiarato il suo avvocato Antonio Fiorella, “…vuole chiarire tutto e arrivare a una revisione complessiva della vicenda”.

 

Per scongiurare il commissariamento, intanto, Fastweb ha presentato richiesta al Gip di Roma di poter ricorrere a un commissario indipendente per la divisione Wholesale, così da limitare la gestione giudiziale alla sola area coinvolta nell’inchiesta e non compromettere l’operatività dell’intera società.

“Il commissario – ha spiegato Gildo Ursini, uno dei legali Fastweb – avrà piena facoltà di verificare i flussi di informazione interni relativi al controllo dell’attività della divisione Wholesale”.

La misura, approvata ieri dal Cda di Fastweb, è ritenuta sufficiente dalla difesa del gruppo, “…perché tutti i fatti contestati sono accaduti in quell’area che era gestita autonomamente”.

 

Una decisione, quella di nominare un controllore indipendente, che ripercorre quella annunciata da Telecom Italia Sparkle nei giorni scorsi, quando il Consiglio di Amministrazione della società ha deliberato di conferire ad un soggetto indipendente, “dotato dei necessari requisiti di competenza e professionalità”, l’incarico di svolgere, tra le altre cose, “una verifica del sistema di controllo interno e del Modello Organizzativo 231”.