Social network. Un sistema ‘made in Italy’ aiuta i genitori ansiosi a monitorare i figli

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Si chiama ‘Reputation Manager‘ ed è stato inventato, in Italia, per quelle aziende che vogliono misurare la propria reputazione e conoscere l’opinione dei consumatori sul web. Ma, da qualche tempo, sta diventando il chiodo fisso di genitori preoccupati sia per le frequentazioni web dei propri figli, sia per le foto e le informazioni che gli adolescenti rilasciano ingenuamente in rete.

 

“Ci siamo sempre occupati della reputazione delle aziende sul web”, spiega l’ingegner Andrea Barchiesi che ha ideato e realizzato, attraverso l’utilizzo di alcuni sofisticati algoritmi, il sistema che spazza il web. Un valore intangibile, quello della reputazione, ma molto importante e delicato per chi oggi, nell’era del mondo globale e virtuale vuole stare sul mercato. E, soprattutto, avere il polso della situazione dei consumatori, conoscere le loro opinioni, cosa pensano dell`azienda, dei prodotti, dei servizi.

 

“E’ stato in quest’ambito, prevalentemente rivolto ad aziende, istituzioni e organizzazioni – continua Barchiesi – che ci siamo resi via via conto delle richieste, sempre più numerose, che ci arrivavano dai privati. Meglio: da genitori”.

Persone neanche troppo ansiose, padri e madri di adolescenti che frequentano, magari anche in maniera compulsiva, il web e i Social Network.

Barchiesi racconta: “All’inizio non abbiamo dato seguito a questa tematica, focalizzati come siamo sulle aziende. Poi ci siamo resi conto, nell’ottica di una responsabilità sociale che anima il nostro lavoro, che anche noi potevamo fare la nostra parte per rendere la rete più sicura per i minori. Di qui la decisione di studiare un sistema, su misura, che tenesse conto di quelle che sono le specifiche esigenze di un genitore preoccupato delle frequentazioni e degli “amici” virtuali dei propri figli. Ma anche delle informazioni – foto, dati o altro – che, spesso ingenuamente, vengono rilasciate in rete”.

 

Naturalmente non sono questi i rischi che preoccupano principalmente i genitori di adolescenti che vivono una vita parallela sui social network. Il vero rischio sono le foto improprie, i dati personali, spesso i numeri di telefono.

Divenendo così obiettivo preferenziale di chi sulla rete cerca ben altro che una semplice chiacchierata in chat.

 

“Il nostro sistema è stato dunque pensato per queste specifiche esigenze – conclude Barchiesi – E’ chiaro che se un’azienda è interessata a conoscere il proprio CERR (il cosiddetto Coefficiente Effettivo Rischio Reputazionale), per studiare i rischi innescati dagli adolescenti con i propri profili ‘emozionali’ seminati sui social network il discorso è leggermente diverso. C’è bisogno, insomma, di un sistema più leggero ed agile. Che spazzi il web velocemente, secondo determinate categorie semantiche. A caccia di foto compromettenti e dati sensibili. Per trovarli e poi rimuoverli. Non per niente i Reputation manager vengono anche chiamati “gli spazzini del web”.

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