Tlc. I vendor europei chiedono maggiori tutele contro le nuove spinte protezionistiche della Cina

di Alessandra Talarico |

Europa


Telecoms

I fornitori europei di infrastrutture per le tlc sono sul piede di guerra per una nuova legge cinese che imporrebbe di acquistare soltanto i prodotti di quelle società i cui marchi e brevetti siano stati depositati inizialmente in Cina e siano detenuti da un’entità cinese.

I vendor occidentali – Nokia Siemens Networks (NSN), Ericsson e Alcatel-Lucent – che ultimamente stanno facendo i conti con gli agguerritissimi concorrenti cinesi Huawei e ZTE, hanno quindi chiesto alle autorità europee di fare in modo che tutti i player possano competere ad armi pari.

 

ZTE al momento non è una gran minaccia, ma Huawei nel 2009 è stato scelto in Francia da SFR e Bouygues Telecom per estendere la copertura 3G e da Telenor e Tele2 in Svezia per il 4G.

Su un mercato in calo del 10% lo scorso anno, l’aggressività dei vendor cinesi ha contribuito a dimezzare il prezzo delle stazioni radio base, dicono i fornitori europei di infrastrutture per le tlc.

 

Per il numero uno di NSN, Rajeev Suri, “…bisognerebbe poter giocare con le stesse regole in tutto il mondo”.

“La Commissione europea dovrebbe sostenere l’esistenza di una R&S europea. Non vorremmo doverci riorganizzare in Europa per costruire centri di ricerca e sviluppo altrove”, ha aggiunto.

 

Lo scorso anno, Alcatel-Lucent è stata costretta a licenziare 3 mila dipendenti in Europa, Ericsson 950 e NSN da 5 a 6 mila in tutto il mondo.

Dato che il governo americano ha bloccato l’ingresso di Huawei negli Usa fermando l’acquisizione di 3Com, i vendor europei si sentono lasciati soli di fronte a questa nuova forzatura di Pechino a protezione dei suoi “campioni nazionali”.

Nessuno di loro, a dire il vero, ha preso posizione ufficialmente, ma il malumore è palpabile: “L’Europa – dicono – è il solo mercato tlc aperto del mondo…mentre la Cina difende la sua industria con norme tecniche e grazie al potere di acquisto degli operatori controllati dallo Stato”.

 

Per questo l’industria europea avrebbe chiesto che i 18 milioni di euro destinati alla fine del 2009 all’alta velocità mobile vadano innanzitutto alle aziende europee e hanno reclamato nuove norme per accelerare lo sviluppo della banda larga wireless, delle tecnologie web 2.0 e della copertura broadband al 100% della popolazione.

Secondo i vendor, Bruxelles dovrebbe mettere a punto delle regole che permettano di “correggere le condizioni asimmetriche del mercato quando non si possano applicare leggi internazionali”, per esempio relativamente al diritto al lavoro.