Infrastrutture di rete tlc: ancora incertezza negli investimenti. Gli operatori preferiscono posticipare le decisioni

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Nonostante la crisi economica in corso, questi sono giorni “buoni” per gli incumbent, ciò è quanto è emerso dal nuovo studio sul settore delle telecomunicazioni realizzato da Ernst&Young.

 

The power of the pipe“, l’indagine basata su 18 approfondite interviste con il Top Management di altrettante aziende leader in Europa e negli Stati Uniti nei settori TLC, ha evidenziato – come riferisce la nota – che gli operatori stanno rispondendo alla pressione sui prezzi realizzando economie di scala, quindi attraverso selettive aggregazioni sia in paesi maturi, sia nei mercati emergenti relativamente ai servizi mobili. Tuttavia, i veri vincitori in questa gara, sembrano essere quelli che già avevano una buona infrastruttura, i così detti incumbent, anche se massimizzare il valore delle loro infrastrutture continua ad essere una sfida importante.

 

Andrea D’Angelo, Leader della Sub-Area Mediterranea di Ernst & Young, ha dichiarato: “Nel momento di crisi l’attenzione si è chiaramente spostata dall’attenzione ai nuovi clienti all’attenzione ai clienti già in portafoglio, e qui gli incumbent hanno un evidente vantaggio“.

Le condizioni di mercato sono sfidanti, e lo rimarranno per del tempo. Ma la scala e la solidità dello stato patrimoniale degli incumbent rappresentano una garanzia, tale da far ben pensare che saranno innanzitutto loro a metter su nuove reti sia fisse che mobili, al fine di accrescere la banda disponibile”.

 

Tuttavia, per massimizzare il pieno valore degli investimenti in infrastruttura gli operatori dovranno continuare a investire in nuove tecnologie e sviluppare nuove competenze, specialmente nell’ambito della comprensione del cliente e la razionalizzazione delle operations.

 

 

Il dilemma della banda

 

Il mobile internet è finalmente tangibile e in crescita. Tuttavia, i clienti chiedono sempre più banda, ma a una tariffa flat e sicuramente dimostrano maggiore dimestichezza con la tecnologia, sapendo scegliere tra alternative. Questo implica un crescente bisogno di infrastrutture che non si traduce necessariamente in un aumento proporzionale dei ricavi.

Così i gestori di reti stanno affrontando molte sfide, una crescita della competizione, anche stimolata dalle autorità che porta a dover gestire il fragile equilibrio tra riduzione dei costi e ampliamento delle infrastrutture, per far fronte alla crescente domanda di servizi da parte dei clienti.

 

Gli operatori ammettono l’importanza di continuare a investire in infrastruttura, nella consapevolezza che le nuove tecnologie rappresenteranno un importante fattore differenziante, sia per far fronte al crescente fabbisogno di banda, sia per garantire la qualità del servizio.

 

 

Il costo della regolamentazione

 

I CEO hanno ribadito che la più grande fonte di incertezza legata ai nuovi investimenti è la regolamentazione, e i dubbi legati alla sua evoluzione. Come ha precisato un Top Manager di un’azienda di tecnologia, intervistato nell’ambito dell’indagine, “Troppo spesso gli operatori dicono “perché dovrei investire in fibra ottica se non so come sarà regolamentata?””.

 

“Per investire con decisione nelle giuste aree, gli operatori hanno bisogno di chiarezza su temi quali la next generation access network e l’allocazione dello spettro. Questo è sicuramente vero anche per il mercato italiano, dove l’incertezza di regolamentazione sta rallentando gli investimenti generali dei paesi sia da parte dell’incumbent, Telecom Italia, che degli operatori alternativi che sarebbero anch’essi disposti ad investire in nuove infrastrutture”, ha detto D’Angelo.

 

Secondo lo studio, per raggiungere questa chiarezza, gli operatori dovranno intensificare il dialogo con governi e regolatori, definendo regole chiare che garantiscano gli investimenti.

 

Gli operatori concordano che devono guidare il cambiamento, non semplicemente reagendo agli eventi. L’approfondita conoscenza dei clienti, un dialogo strutturato con i regolatori, e le giuste partnership, saranno cruciali per catturare le opportunità future.

 

 

Generare valore: valorizzare la rete in modo nuovo

 

Alla domanda relativa a quali fossero le tre priorità strategiche, i CEO hanno messo il valore del cliente e l’innovazione prima dell’efficienza di costo.

“Accrescere lo “share of wallet“, la spesa del cliente per i propri servizi, dei clienti attuali è la chiave di volta” ci ha detto uno degli intervistati.

 

Secondo lo studio, c’è sicuramente più valore da estrarre dalla spesa in comunicazione di individui ed imprese, che oggi va verso altri fornitori.

 

Uno dei partecipanti allo studio ha osservato: “Se gli operatori telefonici intendono crescere, devo valorizzare la rete in essere”.

E poi, “real-time customer analytics ci fanno risparmiare tempo e denaro, nello sforzo di comprensione dei bisogni dei clienti. Solo una minoranza degli operatori veramente utilizza funzionalità di real-time analytics, questo cambierà con il tempo”.

 

D’Angelo ha concluso: “Nello sviluppare la loro strategia per catturare queste opportunità, la parte del mercato più interessante sembra proprio essere lo spazio tra la ‘dumb pipe’ (tubo stupido), fornitore quindi di semplice connettività, ed un nuovo ruolo emergente di ‘multi-player’ consumer media provider. Con la necessità di continuare ad innovare lanciando nuovi servizi, e la pressione dei governi ad investire, l’incertezza sul ritorno degli investimenti è previsto che non diminuisca. Il segreto del successo sarà nel gestire al meglio questa incertezza”.

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