Tiscali: Carphone potrebbe rientrare in corsa per gli asset britannici. Forse anche la Pay TV di Murdoch pronta a fare una nuova offerta

di Raffaella Natale |

Italia


Renato Soru

Si torna a parlare degli asset inglesi di Tiscali. Dopo il fallimento delle trattative con BSkyB di Rupert Murdoch, a un anno dall’abbandono del tavolo di contrattazione, Carphone Warehouse, primo vendor indipendente europeo di telefoni cellulari,  ha deciso di rientrare in pista.

La società sarda, a qualche giorno dal rientro in Cda del suo fondatore Renato Soru, ha preferito al momento non commentare le indiscrezioni pubblicate dal Daily Telegraph, così come anche il portavoce della società britannica.

Secondo il quotidiano, TalkTalk, divisione di Carphone specializzata in telefonia fissa e internet a banda larga, punterebbe ad acquisire il business di Tiscali a un prezzo favorevole, dopo che la società ha chiuso il 2008 con una perdita netta di 242,7 milioni di euro e ha firmato un accordo di standstill con le banche creditrici.

L’intesta, firmata fino a giugno 2009, permette la sospensione dei pagamenti di interessi, quote capitali e dei covenant finanziari.

 

Nelle scorse settimane Tiscali ha comunicato che, a causa del deterioramento delle condizioni del mercato, è diventato “sostanzialmente impossibile” proseguire con le trattative per cedere la controllata inglese a BSkyB, che con  questi asset potrebbe diventare il terzo provider britannico di banda larga fissa.

Secondo il Daily Telegraph, il broadcaster satellitare avrebbe messo sul piatto 250 milioni di sterline, contro i 500 milioni inizialmente richiesti da Tiscali e adesso pare che starebbe considerando di riaprire i colloqui.

 

Venerdì il Cda ha approvato le linee guida del piano di sviluppo industriale nell’ottica dell’ottenimento dell’equilibrio patrimoniale e finanziario, dicendosi fiduciosa in una positiva conclusione delle trattative per la ristrutturazione del debito.

Al 31 dicembre 2008 Tiscali, si legge in una nota, aveva disponibilità liquide complessive per 24,2 milioni a fronte di una posizione finanziaria netta alla stessa data negativa per 601,1 milioni.

 

 

Ricavi (+11,4% a 983,6 milioni) e redditività (+24% a 197 milioni) in crescita ma un risultato netto pesantemente influenzato da oneri di natura finanziaria per 96,4 milioni di euro. Il Cda ha anche svalutato la partecipazione in World Online International NV (a cui fanno capo le attività inglesi) per circa 950 milioni di euro.

“Garantita la continuità aziendale“, ha assicurato il Cda che però all’assemblea convocata per il 29 aprile dovrà sottoporre una relazione sulla situazione patrimoniale della società, poiché a causa delle perdite il capitale si è ridotto di oltre un terzo.

 

Il piano industriale punta su generazione di cassa e raggiungimento di utile netto. Raggiunto questo obiettivo, Tiscali penserà alla “remunerazione dei debiti finanziari sull’orizzonte di piano, considerando anche l’incasso netto della vendita di TiNet nell’esercizio 2009″ .

 

In particolare in Italia sulla convenienza delle offerte e semplificazione del portafoglio prodotti; ottimizzazione della gestione dei canali di vendita; investimenti di rete dimensionati e coerenti con la penetrazione della clientela; ristrutturazione organizzativa e riduzione dei costi operativi. In Inghilterra punta a spingere sui prodotti di accesso e voce, a dare un focus sui clienti, ridurre i costi operativi e indiretti, con il completamento dell’integrazione di Pipex; razionalizzare il portafoglio prodotti e ridefinire il servizio IPTV.

Per supportare la società nella definizione di un piano industriale di medio/lungo termine e del correlato piano finanziario, spiega una nota, sono stati nominati ATKearney e di Rothschild quali advisor industriale e finanziario e Chiomenti e Skadden Arps quali advisor legali. Per quanto riguarda la trattativa con le banche, il Cda “ritiene sussistano tutti i presupposti per poter confidare nella positiva conclusione e quindi nella conclusione dell’accordo di ristrutturazione che dia luogo a una nuova struttura del debito coerente con i flussi di cassa attesi”.

 

Renato Soru per ora resta in panchina. Ci si attendeva assumesse la presidenza già con il Cda di venerdì scorso che invece, secondo quanto si apprende, non avrebbe discusso di nomine. Mario Rosso, da un anno alla guida del gruppo, resta dunque in carica sia come presidente che come amministratore delegato.

Sabato invece, a Sanluri, Soru ha rilanciato le sue idee politiche con la presentazione dell’associazione Sardegna democratica. L’ex governatore, sconfitto da Ugo Cappellacci alle elezioni regionali del 15-16 febbraio, è rientrato in azienda ma intende continuare il suo impegno con la presenza in Consiglio regionale.

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