Number portability: nuovo appello della Reding ad accelerare i tempi. In Italia e Polonia situazione ‘intollerabile’

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Viviane Reding

Entrano nel rush finale le negoziazioni in vista dell’approvazione del cosiddetto ‘pacchetto telecom‘, l’attesa riforma che andrà a ridefinire le norme europee sulle telecomunicazioni con l’obiettivo di stimolare la concorrenza, ridurre le tariffe e dare ai consumatori una scelta più ampia di servizi.

Nelle prossime settimane Parlamento e Consiglio si incontreranno nuovamente per negoziare informalmente, con l’obiettivo di chiudere un accordo sui nodi ancora irrisolti prima della sessione plenaria di Aprile, l’ultima chance di approvare un testo prima delle elezioni europee di giugno.

 

Una corsa contro il tempo per il Commissario Ue Viviane Reding, che in questi lunghi mesi ha portato avanti un difficile dialogo con le istituzioni europee, gli Stati membri e l’industria con tenacia e fermezza, determinata soprattutto a perseguire gli interessi dei consumatori e a stimolare la nascita di un vero mercato unico europeo delle telecomunicazioni.

 

Dal suo sito internet, la Reding ha quindi invitato il Parlamento e il Consiglio a “essere ambiziosi nei prossimi giorni” sottolineando, in particolare, la necessità di garantire ai consumatori la possibilità di cambiare operatore mantenendo il proprio numero, fisso o mobile, entro un giorno dalla richiesta. Attualmente, infatti, si può arrivare ad attendere anche tre settimane, senza che vi sia una reale motivazione tecnica dietro il ritardo che, di fatto, riduce l’impatto di questo importante diritto sulla concorrenza e sulla scelta del consumatore.

 

In media, nella Ue bisogna aspettare 8 giorni e mezzo per vedere esaudita la richiesta di cambiare operatore mobile e 7 giorni e mezzo per cambiare operatore fisso.

 

“L’Europa dovrebbe essere più ambiziosa quando si tratta di dare maggiori poteri ai consumatori”, ha dichiarato la Reding, sottolineando come questa sia la “miglior ricetta per garantire una forte competizione sul mercato, maggiori investimenti in servizi attraenti e, infine, prezzi più bassi per tutti”.

 

La possibilità di cambiare operatore telefonico senza dover rinunciare al proprio numero è stata introdotta per la prima volta nel 2003. Da allora ne hanno usufruito 24 milioni di utenti fissi e 60,2 milioni di utenti mobili.

 

“Il diritto a cambiare operatore mette pressione alle società tlc, che per mantenere i propri clienti o conquistarne di nuovi si vedono ‘costrette’ a lanciare offerte più competitive di quelle dei competitor”, ha ribadito ancora la Reding.

In Italia, a fine 2008, il servizio è stato utilizzato da oltre 15 milioni di persone, ma con tempi di attesa che arrivano a sfiorare anche i 20 giorni e che sono costati all’Italia una dura reprimenda, lo scorso anno, da parte proprio del Commissario Reding, che anche nel suo nuovo messaggio sottolinea come nel nostro Paese ci vogliano ancora almeno 15 giorni prima di poter cambiare operatore. Ci batte solo la Polonia, dove i tempi di attesa si aggirano intorno ai 38 giorni.

“Una punizione ingiustificata” per un utente che chiede soltanto di poter cambiare operatore telefonico.

 

Più fortunati, invece, i consumatori di Malta e Irlanda, dove si cambia operatore in un solo giorno.

 

La Reding ha definito questa situazione “intollerabile”, nonché in grado di “falsare la concorrenza tra gli operatori del mercato unico europeo e porre i cittadini dei paesi con norme meno efficaci in una situazione di svantaggio”.

“Voglio che tutti gi europei siano messi nelle condizioni di poter cambiare operatore in un giorno, come già succede in Irlanda e a Malta”, ha aggiunto la Reding,

 

A novembre del 2007, la Commissione aveva proposto una norma in tal senso, che è attualmente al vaglio del Parlamento e del Consiglio, a cui il Commissario ha rivolto stamani il suo accorato appello.

 

“In questi tempi di crisi economica – ha concluso la Reding – l’Europa deve chiedersi che cosa fare per rafforzare i diritti dei consumatori nei mercati delle telecomunicazioni, la concorrenza leale e il potere d’acquisto dei nostri cittadini”.