Cellulari: la battaglia sul fronte dei sistemi operativi. Symbian domina, in attesa dell’open source

di Alessandra Talarico |

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Con il mercato mobile in piena crisi, l’unica speranza per il futuro – a detta di molti analisti – è rappresentata dagli smartphone.

Sul fronte dei sistemi operativi per i telefonini intelligenti, si gioca dunque la battaglia del futuro che, oltre ai big della telefonia mobile, coinvolgerà molti ‘new entrant’ di un certo spessore, come Apple, Google, Microsoft e molti altri.

Se però Apple, Palm e RIM – ideatrice del BlackBerry – sviluppano sistemi operativi destinati esclusivamente ai propri prodotti, tutti gli altri competono per conquistare produttori di cellulari e consumatori.

A guidare il mercato è la piattaforma Symbian , che pure ha perso terreno nei confronti di Apple e RIM rispetto agli anni scorsi.

Il consorzio Symbian – nato paradossalmente per impedire a Microsoft di imporre il suo strapotere anche nel settore dei software per la telefonia mobile – è attualmente di proprietà Nokia, dopo che a giugno dello scorso anno la società è riuscita, dopo una lunga battaglia, a rilevare anche le quote dei soci di minoranza, tra cui Sony Ericsson (13,1%), Panasonic (10,5%) e Siemens (8,4%) che inizialmente non intendevano permetterle di salire neanche al di sopra del 50% del capitale.

Symbian, però, non vuole essere un sistema chiuso, per questo Nokia ha fin da subito manifestato la volontà di ‘aprire’ la piattaforma alla collaborazione degli altri player del settore, attraverso la Symbian Foundation che vede tra i suoi fondatori AT&T, LG Electronics, Motorola, NTT DoCoMo, Samsung, Sony Ericsson, STMicroelectronics, Texas Instruments e Vodafone.

La Fondazione conta attualmente 78 membri (con l’obiettivo di raggiungere i 400 entro la fine dell’anno) e conta di lanciare il suo primo software royalty-free entro aprile.

Attualmente sono circa 250 mila i telefonini dotati di sistema operativo Symbian (utilizzato, oltre che da Nokia anche da Sony Ericsson) ma la battaglia non è che cominciata: nemico da battere, in questo momento, non è più Microsoft, che pure con il sistema operativo Windows Mobile controlla quasi il 14% del mercato, ma Google e la sua Open Handset Alliance, nata con l’obiettivo di realizzare una piattaforma mobile totalmente integrata (Android), formata da un sistema operativo, un middleware, un’interfaccia ed applicazioni user-friendly.

La Open Handset Alliance conta attualmente 47 membri, tra cui HTC, T-Mobile, Vodafone, Sony Ericsson, Intel, Samsung, Telefonica, Telecom Italia, Motorola, Asus.

Nel corso dell’ultimo Mobile World Congress di Barcellona, tutti i maggiori produttori – tranne Nokia, of course – si sono detti interessati alla realizzazione di un cellulare basato su Android, ma l’unico ad annunciare piani concreti è stato HTC, col suo Magic distribuito da Vodafone (in Italia arriverà nelle prossime settimane).

Molte società fanno parte di entrambe le alleanze e – a differenza del passato – non temono più Microsoft: Samsung, ad esempio, già membro dell’Open Handset Alliance, conta di affiancare agli smartphone dotati di sistema operativo proprietario nuovi modelli motorizzati Microsoft Windows Mobile, Symbian e Linux.

Tutti i top vendor, tranne – anche in questo caso, Nokia – supportano Windows Mobile, ma, di nuovo, HTC è attualmente il maggio produttore di telefonini dotati di software Microsoft.

Il mese scorso, Microsoft ha siglato un accordo anche con LG, numero tre tra i maggiori produttori: il vendor coreano, per quest’anno, ha in cantiere 10 nuovi modelli, inclusi molti touch-screen, tra cui anche dispositivi Android e Limo, il sistema operativo mobile Linux.

Anche quest’ultimo contra fra i suoi sostenitori molti big: da Vodafone a Orange e NTT DoCoMo, da SFR a Swisscom, e Telecom Italia (anche se alcuni entrati solo a febbraio) ma tra i costruttori, solo NEC, Panasonic e Motorola hanno svelato modelli basati sul software aperto. Attualmente, sono 33 i dispositivi commerciali certificati dalla fondazione.

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