I 40 minuti più lunghi del web: Google in tilt per ‘errore umano’ manda nel panico milioni di internauti

di Alessandra Talarico |

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“Questo sito potrebbe danneggiare il tuo computer”. Questo il messaggio che per quasi un’ora, sabato tra le 15:30 e le 16:25, ha gettato nel panico milioni di internauti, per i quali accedere a Google è un po’ come andare in bici: una volta imparato, non lo si scorda più.

 

Si è trattato, ovviamente di una svista, o meglio – come ha precisato Google sul blog ufficiale poco dopo – di un ‘errore umano’, che ha però rivelato come il mondo del web si faccia prendere dallo sconforto se non può servirsi delle ricerche di Google.

 

Qualsiasi fosse la ricerca effettuata, infatti, il messaggio era sempre lo stesso: “This site may harm your computer”, quello che appare in genere molto raramente per indicare siti che possono contenere malware o altre diavolerie in grado di mandare in tilt il pc.

L’unico modo per acedere ai siti una volta comparsa questa scritta è quello di scrivere l’indirizzo direttamente nella barra di navigazione del browser.

 

L’organizzazione non-profit StopBadware.org si occupa della stesura della lista di siti a rischio, che viene aggiornata periodicamente. Nel corso dell’ultimo update, però, è stato inserito nella lista – e qui sta l’errore ‘umano’ – il simbolo “/”, che compare in tutti gli indirizzi internet, mandando in tilt l’intero sistema.

 

L’errore, che dunque non ha riguardato in alcun modo gli algoritmi, è stato prontamente individuato e rimosso dal reliability team di Google e la società si è immediatamente scusata con utenti e proprietari dei siti web per i circa 40 minuti di empasse, promettendo di indagare accuratamente l’incidente e di mettere in piedi nuovi e più rigorosi sistemi di analisi per impedire il ripetersi di simili disguidi.

 

Un errore piccolo, ma dalle enormi conseguenze: considerando che Google controlla il 70% del mercato delle ricerche web a livello globale, e in alcuni Paesi è quasi monopolista del settore, in pochi minuti la notizia ha fatto il giro del mondo.