Terminazione mobile: vince la linea dell’industria. Rimandata l’entrata in vigore dei tagli alle tariffe

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Viviane Reding

L’entrata in vigore delle guidelines elaborate dalla Commissione europea per tagliare del 70% le tariffe di terminazione mobile non scatterà nel 2011, come avrebbe voluto il Commissario Viviane Reding, ma è stata rinviata, come fortemente reclamato dai governi e dai maggiori operatori tlc europei.

 

La terminazione è il servizio grazie al quale un operatore “consegna” la chiamata a un proprio cliente quando questa arriva dalla rete di un altro operatore, fisso o mobile che sia. Le tariffe di terminazione sono quindi quelle che gli operatori si praticano l’un l’altro all’ingrosso per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi finali dei sevizi.

 

Queste tariffe rappresentano tra il 15% e il 20% delle entrate degli operatori più grandi e alcuni di loro hanno fatto pressioni perché la Commissione rimandasse l’implementazione delle nuove guidelines al 2013, per evitare ulteriori problemi di liquidità all’industria in un momento di estrema incertezza economica.

Vodafone, ad esempio, sostiene che se gli ‘eurotagli’ dovessero concretizzarsi, sarebbe inevitabile un aumento dei prezzi dei servizi che andrebbe a ripercuotersi sugli utenti, in particolare sui meno abbienti. A rimetterci sarebbe anche la solidità di un settore, quello delle telecomunicazioni, che è il più importante componente del comparto ICT europeo, rappresentando il 40% del suo totale per un valore stimato in circa 300 miliardi di euro.

 

Dal momento che le tariffe di terminazione mobile sono state fissate a livelli elevati per contribuire al finanziamento delle reti mobili e al contenimento dei costi dei servizi, essendo attualmente le reti in gran parte ammortizzate, la Commissione sta lavorando a una raccomandazione volta a eliminare la disomogeneità dei prezzi medi della terminazione e degli approcci normativi dei vari Stati membri.

Divergenze che, secondo la Commissione, non possono essere giustificate solo dalla diversità delle situazioni nazionali, ma vanno attribuite alle differenze nella regolamentazione dei prezzi.

 

Al momento, in Europa, le tariffe di terminazione mobile sono comprese tra i 2 centesimi di Cipro e i 18 centesimi della Bulgaria e risultano di parecchio più alte di quelle praticate nella telefonia fissa (0,0057 euro al minuto in media per una chiamata urbana).

L’Italia si trova nella fascia ‘alta’ insieme a Slovacchia, Estonia, Portogallo, Repubblica ceca e Polonia.

 

Nella bozza di raccomandazione Ue emerge la necessità di un intervento regolamentare che garantisca una maggiore coerenza e una migliore coordinazione tra gli Stati membri per far scendere entro tre anni le tariffe di almeno il 70% rispetto ai livelli attuali, ossia fra 1 e 3 centesimi di euro al minuto.

 

Nel nuovo documento della Commissione, di cui alcuni stralci sono stati resi noti da Reuters, si legge dunque che “un periodo di transizione fino al 1° febbraio 2012 dovrebbe essere ritenuto sufficientemente lungo da consentire alle autorità nazionali di regolamentazione di mettere in atto un modello basato sui costi e agli operatori di adeguare i loro piani aziendali di conseguenza”.

 

I regolatori, dice ancora la Commissione, “potrebbero anche utilizzare un approccio alternativo per tagliare le tariffe fino al 1° febbraio 2014, fintanto che i livelli raggiunti non superino la media dei Paesi che adottano le nuove linee guida”.

 

A beneficiare del rinvio saranno gli operatori più grandi, che hanno un numero maggiore di clienti e incassano con le tariffe di terminazione più di quanto pagano. Il tutto a discapito dei new entrant, che si troveranno a pagare tariffe all’ingrosso molto alte ancora per un altro anno.

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