Crisi finanziaria e tlc: ecco come ne uscirà il settore secondo gli analisti

di Alessandra Talarico |

Per Franco Bernabè la fisionomia del settore sarà profondamente modificata, mentre Telefonica conferma i propri obiettivi finanziari.

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La crisi finanziaria in corso avrà impatto anche sul settore delle infrastrutture e dei servizi tlc, in particolare per quanto riguarda il segmento della telefonia fissa. Lo ha dichiarato il direttore generale di Idate, Yves Gassot, sottolineando come i fornitori di infrastrutture “soffriranno le conseguenze della crisi sia quest’anno che il prossimo”.

Una situazione legata al fatto che gli operatori telefonici, ha spiegato l’analista, “avranno difficoltà a contenere per più di due anni i loro investimenti nelle infrastrutture”.

Senza parlare della sempre più scarsa propensione degli utenti a cambiare il vecchio cellulare per un nuovo modello. Rallentamento che ha già colpito la numero uno del mercato: Nokia ha avvertito all’inizio di settembre che le vendite hanno iniziato già a rallentare.

 

Idate non è il solo istituto di ricerca a prevedere questo scenario per le tlc mondiali: anche UBS ha anticipato che le vendite di cellulari cresceranno il prossimo anno del 3% invece che del 6% come previsto all’inizio dell’anno. Le aree maggiormente toccate da questo rallentamento saranno l’Europa occidentale e l’America del Nord.

 

Gli analisti di JP Morgan, da canto loro, si mostrano un po’ più ottimisti e parlano di una crescita del 6,1% nel 2009, invece che dell’8,1%, come anticipato qualche mese fa.

 

Le previsioni di questi istituti sembrano trovare conferma anche nelle parole dell’ad di telecom Italia, Franco Bernabè, secondo cui il settore delle telecomunicazioni soffrirà meno di altri, ma gli effetti della crisi saranno comunque evidenti anche in questo comparto, il cui assetto “sarà profondamente modificato”.

 

“Il settore delle tlc – ha spiegato Bernabè – è un settore di massa fatto di micro- pagamenti e risentirà meno di altri, come quello dei beni durevoli, del calo della domanda che ci sarà come conseguenza della crisi”.

Ciò non vuol dire che il settore uscirà indenne dal rallentamento economico: per l’ad di Telecom, a soffrire saranno gli operatori, che in questi anni hanno usato “la leva finanziaria, il debito, per sviluppare l’attività e fare acquisizioni” e per i quali, dunque, “l’aspetto finanziario è stato preponderante rispetto a quello industriale”.

 

Come conseguenza di questa crisi, gli operatori secondo Bernabè torneranno a privilegiare aspetti fondamentali come la generazione di cassa e il rapporto tra ricavi e costi: tutti quei parametri, insomma, “che in questi ultimi anni erano stati dimenticati”.

 

Si verificherà, dunque, un ritorno “all’industria”, che modificherà profondamente la fisionomia del settore delle telecomunicazioni: a sopravvivere, secondo Bernabè, saranno solo quegli operatori che hanno “la capacità di stare sul mercato senza sovvenzioni legate o all’aspetto regolamentare o alla leva finanziaria”.

 

In questo contesto, si inseriscono tuttavia le previsioni positive dell’incumbent spagnolo Telefonica, che ha annunciato per il terzo trimestre risultati in linea con le attese e ha confermato  i target finanziari per il 2010, stimando un utile per azione di 2,3 euro. 

La società di Cesar Alierta ha anche reso nota l’intenzione di voler aumentare il programma di buyback del 50% per il 2008, passando quindi da 100 milioni a 150 milioni di azioni, nonché di aver alzato l’offerta per la quota non ancora in suo possesso di Telefonica Ctc Chile, dopo il rigetto di una precedente offerta.

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