Dopo Yahoo!, Microsoft guarda ad altre opportunità mentre Icahn riconosce che l’intesa con Google ‘ha dei pregi’  

di Raffaella Natale |

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Microsoft “…ha opportunità migliori rispetto a una combinazione totale con Yahoo! al prezzo proposto”. E’ quanto pensa Kevin Johnson, presidente della divisione servizi nonché responsabile delle attività di advertising del gruppo informatico.

In un’eMail inviata ai dipendenti, il manager spiega che la web company “…ha perso una grande opportunità per accrescere il proprio valore e dare maggiori possibilità ai suoi azionisti”. E ha poi sottolineato i rischi legati all’operazione siglata da Yahoo! con Google giovedì scorso.

 

Nella missiva Johnson descrive i dettagli del mancato accordo con Yahoo!, in base al quale Microsoft avrebbe acquistato una quota e, di fatto, trasferito nel gruppo di Sunnyvale 9 miliardi di dollari in contanti, che la società avrebbe potuto distribuire ai suoi azionisti.

Microsoft avrebbe investito 8 miliardi di dollari in Yahoo!, avrebbe poi acquistato la divisione della ricerca per 1 miliardo e avrebbe siglato una partnership di lungo periodo.

Ma per Yahoo!, “una simile transazione non è coerente con la visione della compagnia”, che rimarrebbe priva di un “business indipendente considerato fondamentale per le strategie future”, incentrate sulla convergenza tra ricerca e pubblicità, né coincide “con l’interesse degli stakeholder”.

E spiega che il gruppo “resta focalizzato sulla massimizzazione del valore per gli azionisti, continuando a perseguire la strategia che la vede ‘punto di partenza’ per i consumatori internet e ‘must buy’ per i pubblicitari”.

 

Secondo il dirigente, infine, l’accordo siglato dai due motori di ricerca presenta rischi per la concorrenza. Eppure questa è stata la strada scelta da Yahoo!.

Sull’intesa con Google resta l’ombra dell’Antitrust. Microsoft, contrariamente a quanto ipotizzato da alcuni analisti, non ha al momento sollevato pubbliche obiezioni sulla liceità dell’intesa dal punto di vista del rispetto della concorrenza. Il che non esclude che lo possa fare in seguito, né che altri, gli organi regolatori in primis, possano farlo in vece sua.

 

Intanto dai vertici di Yahoo! passi indietro da parte dell’investitore Carl Icahn? L’uomo, che guidava la fronda contro i quadri dirigenti responsabili, a suo dire, d’aver rifiutato l’opa di Microsoft arrecando danno agli interessi degli azionisti, pare abbia ridimensionato le proprie critiche.

Adesso Icahn ammetterebbe che il recente accordo sulla pubblicità siglato con Google “…ha dei pregi“.

“…L’intesa con Google – ha spiegato – non è come un’offerta da 34,375 dollari ad azione (pari a quella avanzata da Microsoft), ma la esaminerò e potrebbe avere dei pregi”.

 

Il mercato del web advertising, secondo i calcoli della società, dovrebbe raggiungere un valore di 75 miliardi di dollari nel 2010, dai 40 miliardi del 2007 e la compagnia si dice convinta di essere in una posizione privilegiata per “capitalizzare su questa opportunità di crescita”.

L’investitore preferisce invece rispondere con un no comment a chi gli chiede se intende portare avanti la sua battaglia delle deleghe per sostituire il board di Yahoo!.

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