Tv mobile: il punto sul DVB-H in Europa, mentre parte in Germania la prima radio digitale solo su cellulare  

di Raffaella Natale |

Europa


Mobile TV

Il DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld) procede in tutta Europa e non solo: Italia, Finlandia, Albania (primo Paese ad aver lanciato la Tv mobile nel 2005) ma anche Sudafrica e Vietnam.

Ottime le previsioni di mercato: stando ai dati di Screen Digest, 130 milioni di consumatori nel mondo entro il 2011.

 

L’Italia ha avviato le prime sperimentazioni con le Olimpiadi invernali di Torino nel 2006 e nell’estate successiva sono partite le prime offerte di 3 Italia per tutto il territorio, mentre anche altre cellcos come Vodafone e Tim presentavano i propri servizi

Anche la Finlandia ha lanciato le proprie offerte nel 2006 grazie all’operatore Digita in partnership con Nokia. Oggi la Tv mobile copre il 30% del Paese.

 

Da qualche giorno in Svizzera, grazie a Swisscom Broadcast, il segnale arriva ovunque. Il 44% della popolazione dovrebbe beneficiare della Tv mobile entro la fine del 2008 mentre entro il 2012 almeno il 60%.

 

In Germania, il servizio comincia a partire proprio questo mese con circa dieci canali.

Proprio ieri MyFun Radio, la prima emittente radiofonica tedesca dedicata esclusivamente alle Comedy e al Karaoke, ha cominciato a trasmettere da Colonia con una particolarità: la ricezione avviene soltanto attraverso i cellulari.

Si tratta di una necessità tecnica: la trasmissione è in DVB-H, attualmente disponibile solo a Amburgo, Hannover, Francoforte e Monaco di Baviera, per la quale al momento non esistono neanche apparecchi riceventi, l’unica possibilità di sentirla è attraverso il telefono cellulare.

 

Nel corso della presentazione, Hans Dieter Hillmoth, del consorzio Digital 5 (ne fanno parte varie radio private), ha fatto sapere che questa situazione cambierà in autunno: “La digitalizzazione sta andando avanti ma ha bisogno di tempo. Noi siamo convinti che la radio in futuro dovrà poter fare di più e cioè integrare anche testi e immagini”.

“…Bisogna vedere se i cittadini apprezzeranno questa tecnica“, ha aggiunto Hillmoth. Se non sarà così, senza troppa difficoltà il canale potrà essere trasferito semplicemente in Internet.

 

In Francia, il 24 settembre scorso, il Ministro dell’Economia,  Christine Lagarde, il Segretario di Stato per il Commercio con l’estero Hervé Novelli, e il Ministro della Cultura, Christine Albanel, hanno optato per il DVB-H, in vista di uno sviluppo veloce della Tv mobile personale.

Seconda tappa: la selezione dei canali televisivi che trasmetteranno sul cellulare. Scelta che spetta al Consiglio superiore dell’audiovisivo.

 

Il Csa ha ricevuto in aprile i primi progetti per ottenere la licenza a trasmettere un canale sulla Tv in mobilità.

Già nove candidati hanno presentato i dossier, tra i quali CanalPlus – che chiede tre canali – Direct 8, TMC, TF1.

In totale, sono 36 i progetti in lizza, tra cui alcuni appartenenti allo stesso gruppo. La situazione non è così semplice perché i canali disponibili sono soltanto 13, anche se si è stabilito l’uso in comune di alcuni di questi.

 

Ricordiamo che tre canali pubblici hanno già acquisito il loro diritto a trasmettere. Lo Stato, infatti, ha fatto valere il proprio diritto di prelazione per France 2 e Art. Prossimamente si saprà anche il nome del terzo broadcaster.

L’Autorità ha mantenuto il posto per 5-9 emittenti radiofoniche, più servizi interattivi, come prevede la legge.

Per l’estate dovrebbero essere rilasciate le licenze. I Ministri hanno sottolineato che questa asta consente al Csa di autorizzare l’apertura dei primi servizi operativi per le Olimpiadi di Pechino dell’anno venturo e dei servizi commerciali prima delle festività natalizie.

 

Resta ancora da sapere quali saranno i canali scelti e quale sarà il modello finanziario che consentirà di costruire la rete per la Tv mobile nazionale.

Indefiniti anche i costi d’accesso per gli utenti che dovranno essere sicuramente fissati prima che la Tv mobile personale diventi un servizio di largo consumo.

 

Prima della presentazione delle domande, i candidati hanno trovato una certa intesa sui modelli di business, che inizialmente avevano creato qualche problema.

Visto che, in un primo momento, “le entrate pubblicitarie non saranno sufficienti” a coprire i costi di trasmissione, si è proposto un modello concertato, tra industria e distributori, di finanziamento della rete e del suo uso.

 

Si pensa anche a un sistema comune di codifica e guida dei programmi per tutti i canali autorizzati, ma anche “una razionalizzazione dell’uso delle risorse per la ricerca di soluzioni collettive”.

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