Mobile gaming: un mercato da 6,5 mld di euro tra 5 anni, ma attenti all’eccessiva frammentazione. Studio Idate

di Alessandra Talarico |

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Nei prossimi 5 anni, il video gaming confermerà il potenziale di applicazione mobile tra le più ricercate, almeno stando all’ultimo rapporto di Idate, che sottolinea come nel 2012 le vendite legate al download di videogiochi sul telefonino dovrebbero generare profitti per 3,3 miliardi di euro nei tre maggiori mercato mondiali (Europa, Stati Uniti e Giappone) e per 6,5 miliardi di euro in tutto il mondo.

 

Si stanno infatti affermando, come spiega Idate, tutte le condizioni per uno sviluppo consistente del mercato: diffusione delle reti a banda larga, uso sempre più massiccio delle applicazioni da parte degli utenti e telefonini dalla grafica e prestazioni in grado di ‘battersela’ con le console game dedicate.

A ciò si aggiunga il perfezionamento delle strategie editoriali da parte delle dei produttori e le nuove forme di distribuzione digitale, e il piatto è servito.

 

Certo, sussistono ancora sostanziali differenze tra i diversi mercati, rapportabili sia alle diverse culture, abitudini d’uso, gusti e linguaggi sia alle diversità tecnologiche nello sviluppo e nella diffusione di reti avanzate di telecomunicazione, nei business model adottati da fornitori di contenuti e operatori telefonici, nei sistemi operativi più o meno standardizzati.

 

Ma il mondo è sempre più piatto anche in fatto di gaming mobile e, nota ancora Idate, il 3G – già molto diffuso sui mercati asiatici – sta iniziando a prendere piede (anche se con 5 anni di ritardo rispetto al previsto) anche sui mercati occidentali sotto forma di offerta dati flat, aprendo la strada a un uso più massiccio della navigazione web via telefonino.

Le migliori performance delle reti di nuova generazione e l’adozione di modelli tariffari adeguati, dunque, cominciano a favorire lo sviluppo dei servizi online e della distribuzione dei contenuti.

 

E il mobile gaming non fa eccezione: in Giappone e Cina, almeno, i business model sono studiati assieme ai content provider e i cataloghi offerti agli appassionati sono molto ben forniti.

 

Il mercato europeo, tuttavia, è marcato da una più forte frammentazione culturale e tecnologica: editori e sviluppatori dedicano circa due terzi del loro budget all’adattamento dei giochi ai diversi cellulari e al testing.

Contenuti sono attualmente disponibili per oltre mille modelli diversi, mentre i giochi sono tradotti e adattati conformemente agli obiettivi di commercializzazione nei diversi paesi europei.

 

Il mercato nordamericano è infine quello che offre il mix più interessante: 3 tra i maggiori operatori stanno adottando cataloghi eclettici e forniti – in genere disponibili per abbonamento – e il sistema operativo Brew funge da ambiente standardizzato, facilitando lo sviluppo dei contenuti e il loro adattamento ai cellulari.

 

La strada, insomma, nonostante i diversi mix dei diversi mercati, sembra quella giusta, servono però anche alcuni aggiustamenti sul fronte dell’hardware: per Idate è infatti essenziale aumentare la capacità di storage dei cellulari, fattore essenziale dato il peso sempre maggiore delle applicazioni di gaming 3D. In questo senso la soluzione più adatta sembra l’adozione di memorie flash.

 

Serve quindi una maggiore adozione degli schermi 3D per aiutare, spiega Idate, “l’immersione nel gioco”. La grafica, infatti, è uno dei fattori che maggiormente condiziona l’acquista di un telefonino.

 

E, infine, i cellulari del futuro dovranno essere più potenti per facilitare l’uso di giochi real-time.

“La prossima generazione di telefonini svilupperà una potenza equivalente a quella di una Playstation di prima generazione”, ha spiegato Idate, ma ci vorranno ancora dai 24 ai 36 mesi perché questo accada.

I produttori di video game, dunque, hanno abbastanza tempo per rinfrescare il loro catalogo e per adeguarlo agli sviluppi tecnologici.