Tlc: tariffe fisse italiane tra le più costose, meno male che c’è il telefonino!

di Alessandra Talarico |

Italia


Telefonino

Uno studio indipendente condotto dall’Authority britannica per le tlc (Ofcom) ha confermato che i prezzi delle chiamate da rete fissa in Italia sono molto più cari che in Gran Bretagna, Germania, Francia e Stati Uniti.

 

Per uniformare i prezzi praticati nei 5 Paesi, l’Ofcom ha applicato una metodologia basata sulla suddivisione delle tariffe in ‘panieri’. Per ogni tipo di servizio di comunicazione (voce da rete fissa, da rete mobile, banda larga, televisione) è stato definito un paniere ‘tipo’ che un utente ‘tipo’ utilizza in un mese. Per la rete fissa, ad esempio, è stato definito un pacchetto di 430 minuti suddivisi in chiamate locali, internazionali, verso rete fissa, mobile, nell’ora di punta e in fascia ridotta della durata media di tre minuti.

 

E’ emerso che la spesa mensile media in Italia è di 26,85 sterline (37,27 euro), contro 22,54 sterline della Gran Bretagna (31,2 euro), 23,2 sterline della Germania (31,9 euro), 23,3 degli Stati Uniti (32 euro) e 25,1 sterline della Francia (34,7 euro).

 

Riguardo invece la telefonia mobile, l’Italia è prima per penetrazione – il numero delle connessioni supera il numero di abitanti – seguita da Gran Bretagna e Svezia.

 

In base alle valutazioni dell’Ofcom – che ha messo a punto un paniere di 180 minuti voce e 60 sms –  gli utenti italiani che utilizzano le carte prepagate sono quelli che pagano i prezzi più bassi: spendendo in media 30 euro al mese, contro i 31,5 euro della Germania, i 35,6 euro degli inglesi, i 41,4 euro degli americani e i 54 euro dei francesi.

 

“I prezzi bassi praticati in Italia – sottolinea l’Ofcom – sono almeno in parte conseguenza del fatto che gli operatori si sono concentrati sul mercato delle carte prepagate, che rappresentano circa il 90% delle connessioni mobili, e sul fatto che ancora persista sulla bolletta l’aggravio della tassa di concessione governativa”.

 

Il contrario di quanto avviene, ad esempio, in Francia, dove gli operatori hanno puntato di più sul post-pay, che rappresenta la formula scelta dal 60% degli utenti mobili.

 

L’Italia vanta anche i prezzi al minuto più bassi, ma – spiega ancora Ofcom – ciò è dovuto al fatto che molti operatori fanno pagare lo scatto alla risposta.

Lo studio del regolatore britannico prende in esame una chiamata media di tre minuti. Se la durata della chiamata presa in considerazione fosse stata minore, i prezzi pagati dagli italiani sarebbero più alti, mentre se fosse stata più lunga il risparmio in Italia sarebbe stato molto più consistente che negli altri Paesi.

 

Nel caso di pagamento a consumo (post-pay), invece l’Italia segna il passo: chi sceglie di abbonarsi ai servizi di un operatore e pagare la bolletta ogni mese spende in media 46 euro (42,9 euro per di consumo effettivo, 3,7 euro come valore dell’apparecchio utilizzato), anche se il paese più caro è la Germania, con 65 euro (60,6 euro di servizio e 4,4 euro valore dell’apparecchio).

Più economiche le tariffe praticate negli Stati Uniti, dove si spende in media 42,3 euro e in Francia (41 euro).

 

Gli Usa, spiega però l’Ofcom, sono l’unico dei Paesi presi in esame in cui i consumatori pagano per ricevere alcune chiamate. Questi costi non sono stati presi in esame dallo studio. L’inclusione di questo parametro avrebbe reso i servizi post-pay americani più cari di quelli italiani.

 

Le cose vanno invece peggio che negli altri Paesi per quanto riguarda le tariffe della banda larga: se si escludono i costi per l’installazione e l’hardware che sono i più bassi in assoluto (circa 20 centesimi), il costo del servizio ‘nudo’ è il più alto. Gli italiani pagano infatti in media 33 euro al mese, contro i 30,80 euro della Germania, i 29,70 euro della Francia e i 22 euro della Gran Bretagna. In questi Paesi, tuttavia, lievitano i costi di hardware e installazione.

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