Google rompe gli indugi e presenta Android: non ancora GPhone ma un’alleanza industriale per il decollo di internet mobile

di Alessandra Talarico |

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GPhone

Il re Mida del web ha infine svelato la strategia attraverso cui si presume darà una bella scossa al settore della telefonia mobile. Non si tratta dell’attesissimo Google Phone, non ancora almeno, ma di un’alleanza industriale allargata che coinvolge 34 tra le maggiori società tecnologiche e di applicazioni wireless del mondo, col fine ultimo di “generare innovazione per i dispositivi cellulari e dare ai consumatori una user experience di gran lunga migliore di quella oggi riscontrabile nelle piattaforme mobili”.

 

L’alleanza, battezzata Open Handset Alliance, ha dato come primo frutto Android, “una piattaforma per i dispositivi mobili aperta e globale”, che permetterà agli sviluppatori di lavorare in maniera più “collaborativa”, accelerando la velocità di lancio di nuovi e innovativi servizi mobili.

 

I primi telefonini basati sulla piattaforma Android, che sarà disponibile sotto la licenza Open Source Apache, dovrebbero arrivare in Europa e negli Stati Uniti a partire dalla metà dell’anno prossimo.

 

L’obiettivo di Google – che sta lavorando da anni alla costruzione di un ecosistema mobile – è quello di abbassare in maniera consistente i costi di sviluppo e distribuzione dei telefonini e dei servizi mobili, e Android rappresenta secondo il gruppo il sistema ideale essendo una “soluzione software mobile totalmente integrata, formata da un sistema operativo, un middleware, un’interfaccia ed applicazioni user-friendly”.

 

La piattaforma è completamente gratuita e include tutti i software necessari per lanciare servizi nuovi e personalizzati e dispositivi meno costosi e più semplici da usare.

 

“Se c’è una cosa che abbiamo imparato – dicono da Mountain View – è che non devi aver bisogno di essere alla tua scrivania per cercare una risposta”.

Questo è il motivo per cui la società ha iniziato a sviluppare prodotti su misura per l’utilizzo sui dispositivi mobili come Search, Gmail, Mappe, Picasa, YouTube e Blogger.

 

La partnership che ha dato vita ad Andorid darà forma per il Ceo di Google, Eric Schmidt, “ad un nuovo ambiente informatico che cambierà il modo in cui in futuro le persone accederanno alle informazioni e le condivideranno. L’annuncio di oggi è molto più ambizioso di ogni singolo “Google Phone” sul quale si è speculato nelle scorse settimane. La nostra visione è che questa potente piattaforma che stiamo annunciando sarà la struttura di migliaia di modelli di telefoni diversi.”

 

L’apporto degli operatori – da sempre considerati ostili all’ingresso di player ‘pesanti’ come Google o Microsoft nell’arena mobile – è un fatto nuovo e di estrema importanza: la cooperazione finora è stata rara e ha di fatto bloccato lo sviluppo di una user-experience degna di questo nome.

La situazione pare però stia cambiando forse alla luce della difficoltà di monetizzare gli investimenti fin qui realizzati per il decollo di internet mobile: i player del settore, secondo Google, hanno compreso che nessuno può fare da solo e che è inutile continuare a spendere “somme ingenti per integrare diverse suite tecnologiche provenienti da provider diversi, quando insieme si può fare presto e meglio.

 

“Noi crediamo che i telefoni cellulari siano la chiave per garantire a tutti degli accessi più efficaci. Questo è il motivo per cui lavoriamo in modo che molti dei nostri servizi siano disponibili per questo tipo di dispositivi”, ha spiegato ancora Google.

 

Riguardo invece l’arrivo del Google Phone – al centro di infinite speculazioni nelle ultime settimane – la società resta sul vago, dichiarando di aspettarsi che  “molti telefoni saranno basati sulla piattaforma Android”, ma che “in ogni caso, è troppo presto per dire quale aspetto finale avranno questi telefoni”.

 

Le indiscrezioni circa la possibilità che Google volesse scendere direttamente nell’arena dei dispositivi mobili si sono intensificate a marzo, quando Simeon Simeonov di Polaris Venture Partners aveva fatto sapere di aver appreso da fonti ben informate che la società aveva messo a lavoro per la realizzazione di un dispositivo simile al BlackBerry, un team di 100 ricercatori capitanati proprio da Andy Rubin, fondatore della software company Danger e di Android, acquisita da Google nel 2005.

 

Un altro segnale chiaro dell’interesse sempre più forte di Google per l’universo wireless, era arrivato anche da Vinton Cerf, uno dei padri fondatori di internet nonché ‘evangelista capo’ del gruppo.

Cerf ultimamente ha più volte sottolineato che non saranno i Pc ma i cellulari ad assicurare il futuro di internet, alla luce del crescente numero di applicazioni web già disponibili sui dispositivi di comunicazione mobile.

Il numero di internauti è passato da 50 milioni nel 1997 a più di 1,1 miliardi oggi. Allo stesso modo, i telefonini hanno conosciuto un successo enorme, che non ha eguali nella storia tecnologica, raggiungendo in meno di 10 anni quota 2,5 miliardi di utenti.

 

L’accoppiata, dunque, non può che rivelarsi vincente soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, tanto che – ha pronosticato Cerf – “…migliorando l’accessibilità e abbassando i costi dei telefonini, il numero di utenti internet potrebbe presto corrispondere alla totalità della popolazione mondiale”. 

 

In attesa che questo sogno si realizzi, Google metterà a disposizione il Software Development Kit di Android il prossimo 12 novembre per dar modo agli sviluppatori di iniziare a realizzare le nuove applicazioni che trasformeranno il telefonino in uno strumento ancora più completo, con servizi sicuramente più accessibili e variegati.

 

I membri Fondatori della Open Handset Alliance sono: Aplix, Ascender Corporation, Audience, Broadcom, China Mobile, eBay, Esmertec, Google, HTC, Intel, KDDI, Living Image, LG, Marvell, Motorola, NMS Communications, Noser, NTT DoCoMo, Nuance, Nvidia, PacketVideo, Qualcomm, Samsung, SiRF, SkyPop, SONiVOX, Sprint Nextel, Synaptics, TAT – The Astonishing Tribe, Telecom Italia, Telefónica, Texas Instruments, T-Mobile e Wind River.

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