Firma digitale: entro settembre a pieno regime per tutti i funzionari del Ministero degli Esteri  

di Raffaella Natale |

Franco Danieli: 'Si tratta di una Innovazione tecnologica di grandissimo rilievo che consentirà di abolire la trasmissione cartacea'.

Italia


Firma digitale

Il Vice-Ministro agli Affari Esteri, Franco Danieli, ha reso noto che, dopo una prima fase sperimentale, avviata nei mesi scorsi e che sta dando ottimi risultati, entro il prossimo mese di settembre, entrerà a pieno regime la firma digitale per tutti i funzionari amministrativo-contabili del Ministero degli Affari Esteri, sia in sede che all’estero.

“…Si tratta di una Innovazione tecnologica di grandissimo rilievo – ha sottolineato il Vice-Ministro – che consentirà di abolire la trasmissione cartacea tra sedi estere e Ministero, e tra quest’ultimo e Corte dei Conti, di tutti i rendiconti, i bilanci di verifica e gli allegati, le distinte di spesa, il riepilogo delle entrate e i conti giudiziali, ottenendo tra l’altro un risparmio di circa un milione di fogli di carta”.

 

Nell’ambito degli obiettivi strategici del Ministero degli Affari esteri, la cui rete è capillarmente distribuita in cinque continenti con 360 sedi tra Ambasciate, Rappresentanze Permanenti, Consolati e Istituti di Cultura e oltre 8000 dipendenti coinvolti, la firma digitale rappresenta uno dei cardini del processo di razionalizzazione, semplificazione ed eGovernment della Pubblica Amministrazione.

 

Il Ministero degli Affari Esteri è stata una delle prime Amministrazioni centrali ad aderire al progetto della firma digitale, riconoscendone il fondamentale apporto nel processo di informatizzazione dei servizi e nel conseguimento di importanti benefici e risparmi non solo per la struttura ma anche per i 4 milioni di concittadini residenti all’estero.

“…La firma digitale – ha concluso il Vice-Ministro – rappresenta infatti uno strumento indispensabile per l’automazione dei processi amministrativi, per il miglioramento dell’efficienza delle procedure contabili, di spesa e di gestione e per consentire l’immediato interscambio dei flussi documentali con l’eliminazione del supporto cartaceo”.

 

La Pubblica amministrazione italiana abbandonerà la carta già nel corso del 2007. E’ l’obiettivo a cui guarda Luigi Nicolais, Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella PA.

“…Il 2007 sarà l’anno dell’eliminazione del ricorso al cartaceo nelle PA e dell’estensione dell’obbligo della firma digitale“, ha assicurato Nicolais, sottolineando anche che “…vedranno la luce le linee strategiche sull’eGovernment e il piano regolatore della banda larga; avrà nuovo impulso il riuso dei programmi software, con la riapertura del bando, e la diffusione delle tecnologie dell’Innovazione nei piccoli Comuni e nello Stato, grazie all’emanazione di una specifica Direttiva”.

Previste altre novità: “…verranno potenziati i sistemi di pagamento elettronico nella PA. Per tutti questi obiettivi conto sulla professionalità e sulle qualificate competenze del CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella PA)”.

 

L’utilizzo efficiente e la diffusione di soluzioni di firma digitale – che agevolano la gestione elettronica delle procedure, sia per la Pubblica Amministrazione che per i cittadini – ha consentito di dimostrare come sia possibile raggiungere l’interoperabilità e il conseguente libero scambio dei documenti informatici.  Nel 2006 sono stati oltre 40 milioni i documenti firmati digitalmente contro i 35 milioni del 2005.

Dati importanti, che pongono il nostro Paese ai primi posti nel mondo per la diffusione della firma digitale, che costituisce uno dei capisaldi del processo di eGovernment e di modernizzazione della PA.

 

Da quanto è emerso recentemente a Bruxelles, l’Italia – che per prima ha attribuito piena validità giuridica ai documenti elettronici – è riuscita ad applicare, oltre agli standard europei disponibili, anche regole chiare a livello nazionale – Dlgs 10/2002, del DPR 137/2003 – che potrebbero essere formalizzate dalla Commissione europea nell’ambito della revisione della Direttiva del 1999, per rilanciare l’uso di questo strumento in grado di stimolare, mediante l’innovazione tecnologica, una reale agevolazione degli adempimenti che cittadini e imprese affrontano nei rapporti con la PA, centrale e locale.

 

La firma digitale rappresenta uno dei dieci obiettivi del Piano per l’eGovernment, che prevede la diffusione della firma digitale all’interno delle amministrazioni, con distribuzione a dirigenti e funzionari con potere di firma, e relativa formazione; l’intervento su applicazioni e servizi, per renderli accessibili in sicurezza tramite la firma digitale e una serie di iniziative specifiche volte a stimolare l’utilizzo della firma da parte di gruppi specifici di utenti esterni all’amministrazione.

 

Il piano di informatizzazione si sviluppa in tre direzioni:  

  • La diffusione della firma digitale all’interno delle amministrazioni, con distribuzione a dirigenti e funzionari con potere di firma, e relativa formazione;

  • L’intervento su applicazioni e servizi, per renderli accessibili in sicurezza tramite la firma digitale;

  • Le iniziative specifiche di stimolo all’utilizzo della firma da parte di gruppi specifici di utenti esterni all’amministrazione.

 

Sulla base dei parametri fissati dal CNIPA, che gestisce l’elenco dei certificatori accreditati e controlla il rispetto delle norme, la legge riconosce che “…Il documento informatico, sottoscritto con firma digitale o con un altro tipo di firma elettronica qualificata, ha l’efficacia prevista dall’art. 2702 del Codice civile. L’utilizzo del dispositivo di firma si presume riconducibile al titolare, salvo che questi dia prova contraria”.

Per ampliare le possibilità di utilizzo e le modalità di fruizione a disposizione degli utenti il CNIPA ha siglato un protocollo d’intesa con Adobe, riconoscendo come legale anche l’utilizzo della firma digitale definito nella specifica “Pdf”, che consente di generare firme elettroniche avanzate basate su un sistema a coppie di chiavi asimmetriche, basate su un certificato qualificato e create mediante un dispositivo sicuro.

 

Ad agevolare la diffusione di questo innovativo strumento telematico c’è anche il Codice dell’Amministrazione Digitale, in vigore dal 1° gennaio 2006, le cui integrazioni rafforzano ulteriormente il diritto dei cittadini a scambiare comunicazioni mediante posta elettronica con le PA, non più solo con quelle centrali ma anche con quelle locali. E in caso di mancata risposta riconosce loro il diritto di rivolgersi al giudice amministrativo per obbligare i pubblici uffici a rispettare tale obbligo e dà valore probatorio al documento informatico sottoscritto.

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