Riflettori puntati sul mercato ICT. Tra fusion e confusion la convergenza torna protagonista

di Raffaella Natale |

Italia


Information Technology

Fastweb grande protagonista del mercato ICT nelle ultime settimane e soprattutto dopo l’Opa di Swisscom e il ‘velato’ interesse di Mediaset. Ci sono valide motivazioni che accendono l’interesse per la società di Silvio Scaglia. In un tempo in cui la keyword di tutti gli investimenti strategici è ‘convergenza’, il gruppo milanese incarna meglio di chiunque altro la sua poliedricità. Fastweb è forte nella banda larga, fibra ottica e applicazioni multimediali come l’IPTV (Internet Protocol Television). E’ presente contemporaneamente sul mercato internet, ma anche tlc e Tv, ragioni queste che hanno determinato l’interesse della società elvetica.  Un boccone che fa gola a molti e che sicuramente farà ancora molto discutere gli ambienti finanziari.

 

Intanto, davanti a questi rapidi avvenimenti, i sindacati hanno chiesto a Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb, un incontro informativo “…al fine di ottenere – ha spiegato Alessandro Genovesi, segretario nazionale della Slc-Cgil – tutte le necessarie garanzie sul futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori, in un momento così delicato e complesso per l’intero settore”.

“…La possibile acquisizione da parte di Swisscom rappresenterebbe una ulteriore novità nel panorama italiano delle Tlc, già abbondantemente caratterizzato dalla presenza di proprietà straniere“, ha detto ancora Genovesi.

“…Quali saranno – ha chiesto il sindacalista – le possibili ricadute tanto sullo sviluppo industriale che sui possibili assetti della stessa azienda, da sempre proiettata sull’implementazione delle reti a banda larga e relativi servizi, IPTV in primis?”.

I sindacati hanno, quindi, chiesto a Parisi un incontro, attenti comunque a non turbare la delicata fase aperta con la decisione formale di Swisscom di lanciare un Opa su Fastweb.

 

Mediaset nel frattempo ha preferito fare qualche passo indietro rispetto alle dichiarazioni del presidente Fedele Confalonieri che aveva detto ai giornalisti: “…Niente è escluso, tutto è ancora possibile. Valutiamo”.

Nella serata di ieri e a Borsa chiusa, è arrivata un’ulteriore precisazione: un portavoce del Biscione ha sottolineato che ogni “interpretazione” delle parole di Confalonieri “legata a singoli casi, o addirittura operazioni già in corso” è “inappropriata e fuori luogo”.

Espressione che, però, lascia aperta la porta a eventuali possibilità future, che sicuramente dovranno essere attentamente valutate.

Non escludendo la possibilità “…di esaminare acquisizioni di rilievo” anche “in settori contigui“, come quello delle tlc dove è attiva la società presieduta da Silvio Scaglia. Questo, come hanno spiegato da Cologno Monzese, per la centralità della stessa Mediaset “…nell’attuale scenario dei media nazionale e internazionale”. Una centralità confermata dall’interesse a partecipare all’asta per la vendita di Endemol, società che produce format televisivi di successo controllata dalla spagnola Telefonica.

 

 

Ma le mire della società Tv vanno anche oltre Fastweb, per arrivate a Telecom Italia.

Sull’argomento è intervenuto il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che nel suo blog ha attaccato il management di Pirelli e ha commentato che l’eventuale uscita del gruppo da Telecom “…è l’ultima puntata di una privatizzazione iniziata male, indebitando l’azienda, e finita peggio. Telecom è strategica per lo sviluppo del Paese e certo non si può permettere alla Pirelli un’asta al buio, al miglior offerente, chiunque esso sia, senza che siano fatte le doverose valutazioni sull’occupazione e sulle strategie che questa scelta può comportare”.

 

L’ex magistrato ha poi sottolineato che “…negli ultimi anni abbiamo assistito a un’azienda che ha distribuito la quasi totalità dei dividendi ai suoi azionisti, mantenendo e aumentando il proprio debito e procrastinando così investimenti necessari. Una condotta a mio avviso irresponsabile. La Telecom – ha concluso il leader dell’Italia dei Valori – è un esempio di come le privatizzazioni senza regole e senza vincoli conducano solo a un peggioramento del servizio e impoveriscano il sistema Paese. Spero che questa esperienza serva da insegnamento per il futuro”.

 

Pronta la replica dalla Bicocca, “…Tra il 2001 e il 2005 nel corso della presidenza di Marco Tronchetti Provera – ha affermato un portavoce della Pirelli – Telecom Italia è stato l’operatore europeo di telecomunicazioni che ha destinato agli investimenti la percentuale più elevata di fatturato, oltre il 17%, come risulta dai bilanci aziendali. E’ inoltre opportuno ricordare – ha proseguito il portavoce – che la rete di Telecom Italia, come sottolineato da uno studio di Morgan Stanley del novembre 2004, è tra le più avanzate in Europa in termini di tecnologia ed efficienza”.

 

A fianco di Tronchetti si è schierato anche il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.

“…Alcune dichiarazioni odierne – ha affermato Montezemolo – denotano poca cultura d’impresa e non ci piace il tentativo, sul caso Telecom, di fare l’imprenditore da parte di una politica debole. Abbiamo bisogno di una politica alta e autorevole che assicuri regole del gioco efficaci e il loro rispetto senza che queste vengano cambiate durante la partita”.

Intanto dalla cordata, formata da banche e fondazioni bancarie che dovrebbe rilevare l’80% di Olimpia,  si è tirata fuori Unicredit e il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, ha parlato di “situazione complessa“.

Gli investitori danno ormai per certo l’ingresso degli istituti di credito nella holding che possiede il 18% di Telecom.

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