Banda larga: la Francia punta sulla fibra ottica e c’è già chi intravede la fine dell’Adsl

di Alessandra Talarico |

Francia


Fibra ottica

Di fronte ai 100 megabits al secondo promessi dalla fibra ottica, l’Adsl potrebbe perdere il suo appeal sul mercato consumer. Secondo la società Sia Conseil, l’arrivo della super-velocità in Francia segnerà da qui a tre anni il declino della tecnologia attualmente più gettonata.

 

Secondo la Sia Conseil, il mercato dell’Adsl in Francia “conoscerà il suo declino a partire dal 2012”, ossia in concomitanza con il roll-out di reti in fibra ottica su gran parte del territorio nazionale.

 

Nel mondo, la fibra (FTTx) conta attualmente poco più di 27 milioni di abbonati, pari a una quota di mercato del 10,2%, contro i 173 milioni delle tecnologie DSL. In totale gli abbonati a banda larga sono 263 milioni.

 

A differenza di un cavo in rame – la cui capacità  di banda è di circa 500 Mbit/s – la fibra ottica raggiunge almeno i 10 Gbit/s.

Oltre a rappresentare un supporto affidabile e ad alta performance per quanto riguarda l’alta capacità e la qualità di trasmissione, la fibra ottica garantisce anche un’elevata sicurezza nel trasporto dati dal momento che è praticamente impossibile inserirsi abusivamente senza essere scoperti e anche captare qualcosa di ciò che il cavo trasmette.

 

Secondo i dati di Sia Conseil, entro la fine del 2007 la percentuale della fibra ottica sul mercato broadband francese raggiungerà il 3%, per passare al 10% nel 2009 e al 37% nel 2012. In questi 4 anni, il numero di utenti della tecnologia dovrebbe raggiungere quota 5 milioni.

 

Tra i fattori che traineranno la crescita della fibra ottica, il fatto che le tariffe non saranno regolate come per l’Adsl. Gli operatori potranno dunque sperare di vedere crescere i livelli dell’Arpu, grazie a servizi di migliore qualità e all’offerta di nuovi servizi complementari come la Tv ad alta definizione e il video on demand (VoD).

 

Alla fine del 2006, 6 operatori francesi – Alcatel-Lucent, AETA, Mitsubishi Electric ITE, Nayna Networks, Terawave e Wave 7 Optics – hanno pubblicato un Libro Bianco dedicato alla very high-speed broadband, dove si evidenzia l’utilità della fibra ottica.

Prendendo ad esempio mercati come Giappone, Stati Uniti e Paesi Scandinavi, il Libro Bianco sottolinea che “…Lo sviluppo in Francia di reti d’accesso very high-speed su fibra ottica (FTTx) è quasi inesistente, mentre si registra una forte crescita di questa tecnologia in altri Stati”.

 

Il Libro Bianco si rivolge ai responsabili dei programmi di sviluppo e alle collettività territoriali, chiamate a decidere sul dispiegamento delle reti a banda larga very high-speed, alla luce del fatto che i progetti già realizzati nel mondo, dimostrano quanto la fibra ottica sia ormai diventata una delle soluzioni adottate dagli operatori storici come dei new entrant.

 

Le iniziative relative alla fibra ottica si stanno comunque susseguendo, in una Francia pronta a tutto pur di colmare il digital divide: a settembre dello scorso anno, il gruppo Iliad, casa madre di Free, ha varato un piano da 1 miliardo di euro per lo sviluppo della fibra ottica a Parigi, a partire dal primo semestre 2007. A fine novembre, il Ministro francese per l’Industria, François Loos, ha annunciato un piano d’azione per la very high-speed broadband, mentre France Télécom ha rivelato il proprio piano per lo sviluppo di una rete in fibra ottica a partire da quest’anno, con l’obiettivo di arrivare a coprire da 150.000 a 200.000 utenti per il 2008.  

Anche Neuf Cegetel ha dovuto definire la propria posizione, dichiarandosi pronta a lanciare un’offerta commerciale entro quest’anno, in particolare a Parigi, sottolineando di aver largamente investito nelle reti in fibra ottica a partire dal 1988. 

 

Secondo la Sia Conseil, l’Arpu di un abbonato alla fibra ottica sarà compreso tra 45 e 65 euro, ossia 10-15 euro più di adesso.

La società prevede che come conseguenza dello sviluppo del very high speed, si arriverà a una ristrutturazione del settore: i provider Adsl dovranno abbassare i prezzi e quindi contare su una riduzione significativa dei margini.

Questi fattori produrranno un consolidamento del mercato e la conseguente riduzione del numero degli ISP.

 

Solo i più grossi, dunque, sopravvivranno a scapito di coloro i quali non avranno raggiunto una dimensione tale da resistere su un mercato ormai quasi saturo.

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