Pedopornografia: gli ISP passano ai fatti per bloccare i siti con contenuti offensivi

di Alessandra Talarico |

Canada


Pedofilia Internet

Gli ISP canadesi dicono no ai siti pedopornografici e si uniscono al progetto Cybertip.ca, un programma anti-pedofilia lanciato dalla polizia a gennaio del 2005 per tentare di debellare la piaga della pedopornografia online.

 

I maggiori operatori telecom canadesi – tra cui Bell Canada, Rogers, Shaw, SaskTel, Telus, Videotron e MTS Allstream – si sono uniti a Cybertip.ca per lanciare il “Project Cleanfeed Canada” e bloccare tra i 500 e gli 800 siti che offrono materiale pedopornografico.

 

La lista dei siti – aggiornata quotidianamente – verrà fornita dall’associazione, che a sua volta conta sull’aiuto e le segnalazioni provenienti dagli utenti, così da permettere agli ISP di bloccare l’accesso – sia casuale che intenzionale – ai siti contenenti materiali offensivi della dignità di adolescenti, bambini e talvolta anche neonati intrappolati nella rete di adulti che, senza troppi scrupoli, cercano il piacere e anche il guadagno nello sfruttamento dei più piccoli.

 

Nel suo primo anno di vita, sul sito di Cybertip sono stati denunciati 5.771 casi di potenziali abusi su bambini e le segnalazioni degli utenti hanno contribuito alla compilazione, da parte della polizia, di una minuziosa mappatura dei siti utilizzati dai pedofili per lo scambio di materiale pornografico.

 

Da quando il progetto è stato lanciato, nel 2002, sono stati arrestati diciassette pedofili e sono stati oscurati quasi mille siti internet.

 

I dettagli tecnici della soluzione che consentirà agli ISP di bloccare i siti pedopornografici non sono stati rivelati per ‘motivi di sicurezza’, ma è certo che ogni dettaglio è stato curato al massimo visto che la Canadian Coalition Against Internet Child Exploitation – che raggruppa tutti gli ISP di cui sopra oltre a varie associazioni – è stata formata nel 2004 a ha lanciato il suo action plan contro la pedopornografia nel maggio del 2005.

 

“Ci è voluto un bel po’ di tempo per analizzare e avviare il progetto”, ha spiegato Jay Thomson di Telus, aggiungendo che prima di partire con un’iniziativa così importante “gli operatori e tutte le parti coinvolte hanno voluto assicurarsi che ogni cosa funzionasse correttamente sia dal punto di vista tecnico che giuridico”.

 

Thomson ha sottolineato che gli ISP non interferiranno in alcun modo con la compilazione della lista dei siti da inserire nei filtri, compito di esclusiva competenza di Cybertip.ca.

 

L’aspetto tecnico, del resto è solo una faccia di un problema dalle mille sfaccettature: la tecnologia non può essere né causa né soluzione di un abominio quale la pedopornografia. Molto di più può fare la protezione dei bambini – specie, ma non solo, quando si trovano davanti a un computer – e l’educazione dei genitori.

 

Il lavoro delle forze dell’ordine ha, ovviamente, una grande importanza ma sono molte le difficoltà che si incontrano quando si cerca di braccare un pedofilo che agisce tramite il web.

Anche nel caso in cui si riesca a risalire a un Pc connesso a un sito pedofilo, infatti, non è molto semplice dimostrare la presenza fisica della persona incriminata davanti al computer mentre veniva commesso il reato e anche quando questo venisse accertato, molti scaricano la colpa sui programmi virali che consentono a terze persone di prendere il controllo in remoto del computer.

 

Molto spesso, inoltre, i responsabili dei siti in questione, quando sentono odore di ‘intercettazione’ cercano di spostare i contenuti su un altro server, per aggirare i filtri e sfuggire ai controlli.

 

Si tratta, è inutile dirlo, di un problema molto complesso e delicato alla cui soluzione bisogna tutti collaborare, segnalando i siti pedopornografici alle autorità preposte.

In Italia è possibile denunciare, in forma anonima, contenuti inadeguati o illegali al sito www.114.it, che raccoglie e valuta la segnalazione e provvede a inoltrarla alla Polizia delle Comunicazioni.

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