Caso Telecom: si teme per il futuro di TI Media, mentre si susseguono i rumor dopo l’uscita di Unicredit e Intesa da Olimpia

di Raffaella Natale |

Paolo Gentiloni: 'L'interesse pubblico deve essere tutelato attraverso le regole e non con un intervento diretto nella proprietà delle aziende'.

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Telecom Italia

Mobilitazione a Telecom Italia Media, mentre i mercati finanziari e non solo attendono l’intervento di Romano Prodi domani in Senato.

 

Dopo le dichiarazioni di Marco Tronchetti Provera al Financial Times, il premier potrà spiegare, si spera meglio, la questione Telecom.

 

Ci si aspetta una precisa risposta all’ex Presidente Telecom che finora ha smontato la ricostruzione degli avvenimenti come esposta dallo stesso Prodi e dal suo ex consigliere Rovati.

E mentre tutti aspettano di capire se fosse davvero nelle intenzioni del premier far acquistare un pezzo della telefonia fissa dalla Cassa depositi e prestiti, il ramo media di Telecom si mobilita.

L’incertezza comincia a pesare sui dipendenti e sui mercati. Ieri è stato istituito il coordinamento dei Cdr di La7 e dell’agenzia Apcom, e la prima mossa è la richiesta – avanzata di concerto con la FNSI – di un incontro urgente con il presidente di Telecom Italia, Guido Rossi.

 

Un comunicato FNSI riferisce che nella giornata di mobilitazione nazionale dei dipendenti del Gruppo Telecom, i giornalisti di La7, La7 Sport e dell’agenzia Apcom, (Ti Media), si sono riuniti in assemblea congiunta con la partecipazione del segretario della FSNI, Paolo Serventi Longhi, dando vita appunto al coordinamento dei Cdr delle diverse testate. Nel comunicato della FNSI è scritto che “…in una fase particolarmente critica per il futuro di Telecom Italia – società editrice, titolare di un’agenzia di stampa, di due concessioni televisive nazionali, attiva nel campo dell’informazione online e nella Tv digitale terrestre – i giornalisti chiedono chiarezza sul ruolo del settore media, ancora privo di strategie industriali ed editoriali certe“.

L’assemblea ha quindi dato mandato al coordinamento dei Cdr, alla FNSI e alle rappresentanze regionali della stampa di chiedere un incontro urgente con Rossi.

 

Riguardo al caso Telecom, stamani il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha commentato: “Sono decisioni che prendono gli azionisti e che riguardano il Cda Telecom, ma naturalmente il Paese è interessato al fatto che una infrastruttura così importante come la rete di tlc e un settore importante come la telefonia mobile continuino a svilupparsi come hanno fatto in questi anni e lo facciano con l’unitarietà che la convergenza suggerisce sempre di più”.

“Credo che al Paese interessi che non si facciano passi indietro, in un momento in cui la convergenza va avanti“, dichiara riferendosi in particolare al futuro di Tim, mentre la societarizzazione della rete di accesso è vista da Gentiloni come “un’occasione per promuovere la qualità dei servizi e l’equivalenza nell’accesso”.

 

In questo senso, afferma Gentiloni, “…dal confronto tra Telecom e l’Autorità verrà qualcosa di positivo per il sistema delle tlc, nel senso dell’equivalenza di accesso alla rete, principio fondamentale per la concorrenza e la qualità dei servizi”.

Concetti che, anticipa Gentiloni, saranno recepiti dalla prevista revisione della legge per il sistema radiotelevisivo: “Naturalmente, le norme di revisione della legge Gasparri incoraggeranno questi concetti. Noi, anche attraverso la legge, dobbiamo incoraggiare l’equilibrio nella competizione e l’equivalenza di accesso nelle reti”.

Circa, infine, la possibilità di un ingresso dello Stato nella società della rete di accesso, magari attraverso l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, il ministro replica che “l’interesse pubblico deve essere tutelato attraverso le regole e non con un intervento diretto nella proprietà delle aziende“.

 

Intanto Unicredit e Intesa potrebbero salutare Olimpia, la holding che controlla Telecom ma, secondo fonti finanziarie, potrebbe trattarsi anche di un arrivederci. Unicredit per ora sembra voler solo andare all’incasso mentre Intesa, secondo le stesse fonti, sarebbe seduta al tavolo, insieme a Mediobanca, per trovare il modo di supportare ancora il gruppo.  

L’uscita delle banche viene regolata oggi con il pagamento di quasi 1,2 miliardi di euro da parte di Pirelli che sale così all’80%. Da alcuni giorni si rincorrono indiscrezioni e smentite nel tentativo di immaginare quale forma potrà prendere un eventuale riassetto della catena di controllo di Telecom.

 

L’ipotesi di un ingresso diretto in Telecom attraverso un aumento di capitale è stato escluso dall’azienda stessa che, con una nota, ha precisato “di non avere allo studio alcuna ipotesi di aumento di capitale, né di aver dato, né di avere intenzione di dare, incarichi a banche o ad altri intermediari per operazioni sul capitale”. Secondo altre speculazioni una delle opzioni allo studio sarebbe la costituzione di una newco, partecipata da alcune banche, che potrebbe acquistare parte delle azioni Telecom in mano ad Olimpia.

 

Fari puntati anche da parte della Consob che giovedì scorso ha incontrato i sindaci della società e prosegue il suo lavoro analizzando l’esposto di Benedetto Della Vecchia, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia. Della Vecchia, in veste di azionista Telecom, ha chiesto alla Commissione di verificare e accertare se e in che misura “la diffusione da parte del Presidente del Consiglio di informazioni riservate relative alle trattative di Telecom con Time Warner e General Electric, oltre a quelle note al mercato con Murdoch, configurino un abuso di informazioni privilegiate”.

 

E mentre le dichiarazioni rilasciate da Rovati al Corriere della Sera ricevono le smentite da parte di Tronchetti Provera, ma anche dei personaggi chiamati in causa dallo stesso ex consigliere del premier (Francesco Caio e Franco Bernabè, ndr), si aspetta di sapere se anche questa volta vedremo il ‘Romano Prodi rap’ in replica al senato o finalmente si farà un po’ di luce su questa vicenda e sul futuro di questa azienda strategica per il mercato italiano.

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