Caso Telecom: Murdoch prende il largo, mentre Mediaset spunta all’orizzonte

di Raffaella Natale |

Italia


Pier Silvio Berlusconi

Weekend di fuoco per Telecom Italia. Dimissioni di Tronchetti Provera, nuovo presidente per Telecom Italia, dimissioni di Rovati, che proprio stamattina ha rimesso nella mani di Romano Prodi l’incarico.

Un assurdo puzzle dove tutto si scompone e si ricompone assumendo prospettiva diverse.

E mentre il magnate dei media Rupert Murdoch, davanti al caos, ha preferito defilarsi (il consulente Claudio Costamagna, ex Goldman Sachs, avrebbe fatto sapere che ‘non ci sono più i margini di manovra per un accordo azionario’, ndr) si torna a parlare del possibile interessamento di Mediaset.

Dal Biscione preferiscono non commentare e ripetono quanto detto nei giorni scorsi da Pier Silvio Berlusconi che ironicamente aveva risposto ai giornalisti: “Ci vogliono dimagrire già come siamo, ci mancherebbe un interesse per Tim“.

 

Eppure alcuni pensano già che l’arenarsi delle trattative come Murdoch possa aprire il varco al Biscione, eventualmente interessato alla telefonia fissa e la banda larga, attraverso le quali Mediaset potrebbe avere uno sbocco per i propri contenuti e accesso a un enorme parco clienti non raggiungibile attraverso la Tv tradizionale.

 

L’avvicendamento ai vertici di Telecom Italia, con la nomina di Guido Rossi, nome gradito ai Ds, potrebbe invece aprire a un interessamento da parte di Mediaset e Unipol.

 

Ma perché in tutto questo nessuno si scomoda per chiedere un parere a Marco De Benedetti?

Forse perché da Tim, De Benedetti è passato ai vertici degli uffici italiani dei fondi Carlyle, in lizza per rilevare Tim?

Forse sì, visto che sarebbe tra i pochi in grado di mettere sul tavolo i 35 miliardi di euro necessari per rilevare gli asset mobili.

 

Sicuramente Prodi non reggerebbe il colpo di vedere scendere in campo la Cdb Web Tech , la società ‘salva imprese’ dietro la quale ci sono Berlusconi e De Benedetti.

 

Intanto d’oltremanica, il Financial Times definisce ‘incoerente’ la strategia di Telecom Italia e del governo Prodi.

Dalle colonne della rubrica finanziaria Lex column, il quotidiano sostiene che nella fase che si apre ora, Tronchetti cercherà comunque di far portare avanti il piano approvato lo scorso 11 settembre, considerato che “dopo tutto, controlla Pirelli, che attraverso l’indebitata Olimpia, controlla il 18% di TI”. Ma d’altra parte, “sembra improbabile che il Governo sarà placato da questa operazione di facciata” delle dimissioni. Per Ft, insomma, nessuna delle due parti riuscirà a realizzare in pieno i suoi obiettivi.

“Se il piano di Tronchetti di spianare le obiezioni politiche sembra irrealistico – scrive il Ft – altrettanto appare la speranza del governo di mantenere lo status quo”.

 

Il Ft conclude chiedendosi cosa succederà ora: “Tronchetti potrebbe semplicemente uscire, vendendo le sue azioni sul mercato, spiegando che in questo modo si perderebbe ogni possibile forma di controllo assicurata da Olimpia”.

“Forse una soluzione nazionale potrebbe essere trovata per Tim“, aggiunge il Ft, ma poiché nessuno ha la possibilità di spendere 35 miliardi, si dovrebbe ricorrere nuovamente alla leva finanziaria. Con la conseguenza di avere ancora “una presa precaria su un’entità economia stagnante“. Una cosa che potrebbe diventare “un’abitudine italiana“.

 

Intanto stamani, come previsto Angelo Rovati, consigliere economico e politico del presidente del Consiglio, ha rassegnato le dimissioni, sostenendo: “…ritengo doveroso, per sgomberare ulteriormente il campo da ogni strumentalizzazione, rinunciare all’incarico (…) Resta il rammarico, perché la mia iniziativa, presa esclusivamente a fini costruttivi e sicuramente condotta con un eccesso di fiducia, sia stata travisata per danneggiare te e il tuo governo. Con immutato affetto Angelo”.

 

Il Gruppo di Forza Italia alla Camera ha subito presentato una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Telecom. Obiettivo: “accertare le interferenze del governo in carica negli assetti proprietari e nelle strategie industriali e finanziarie delle società Telecom e Tim”, se il “progetto Rovati” “rappresenti o abbia rappresentato l’orientamento del governo o del Presidente del Consiglio e se il medesimo abbia promosso la predisposizione di tale documento o comunque ne sia stato a conoscenza prima della sua divulgazione a mezzo stampa“.

Non manca l’esigenza di verificare se “il comportamento del governo o dei singoli Ministri abbia portato alla indebita divulgazione di notizie inerenti le strategie future di Telecom e Tim” e se da ciò sia derivato un danno sia per società sia “per la credibilità del nostro Paese presso i mercati finanziari internazionali“. Forza Italia chiede infine di individuare “le cause, anche lontane” che hanno portato Telecom agli attuali livelli di indebitamento nonché l’opportunità di introdurre norme che “nel pieno rispetto delle regole del libero mercato, rendano meno agevoli le acquisizioni ‘a debito’ di società da parte di soggetti privi di risorse adeguate”.

 

Domani il Ministro dei rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, annuncerà alle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato la disponibilità di Prodi a un’informativa urgente. Come informa la nota di Pechino, a riferire non sarà il premier ma “i Ministri ai quali compete la responsabilità sul settore delle telecomunicazioni”, e cioè, spiegano ambienti di Palazzo Chigi, molto probabilmente il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni oppure Gentiloni e il Ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani.

 

A Telecom Italia, Guido Rossi è impegnato a decidere le prossime mosse. “Dieci anni fa  – ha dichiarato – sono stato chiamato da Prodi per privatizzare Telecom. Oggi sono stato chiamato da Marco Tronchetti Provera per evitare che il gruppo sia politicizzato“.

 

Per ora si dovrebbe andare avanti secondo la tabella di marcia definita, dunque portare a termine nei tempi previsti (dovrebbero essere i sei mesi annunciati da Marco Tronchetti Provera) la divisione in tre delle società di casa Telecom, con lo scorporo di Tim e della rete in due società controllate della nuova Telecom Italia. Per la telefonia mobile, resta congelata qualsiasi ipotesi di vendita così come è ora tutto da verificare il destino della rete. Dovrebbe invece proseguire secondo i piani prestabiliti la cessione delle attività in Sud America.

 

“Telecom è solida  – ha detto Rossi – e può affrontare la sfida del riassetto predisposto da Marco Tronchetti Provera”.

E proprio nella direzione indicata dal piano, che prevede per Telecom un futuro da media company con base nella telefonia fissa a banda larga, ha fatto un nuovo passo in avanti la società, acquistando in Germania per 675 milioni, da Time Warner, le attività internet di Aol.

Si tratta di un acquisto che non può essere ignorato dal punto di vista industriale, visto che farà di Telecom il secondo operatore a banda larga in Germania, con 3,2 milioni di clienti. Con l’operazione il gruppo italiano avrà 9 milioni di clienti broadband in Europa, Italia compresa.

 

“La situazione del gruppo, forte economicamente e tecnologicamente, ha tutte le caratteristiche per affrontare serenamente le sfide attuali“, ha sottolineato Rossi.

“Alla riorganizzazione e alla predisposizione di un rinnovato piano industriale, alle quali Tronchetti ha dedicato con abnegazione il suo lavoro, saranno impegnati tutti i vertici societari, con la trasparenza dovuta ai mercati maturi – ha proseguito -. A questa sfida, azionisti, dipendenti e dirigenti sono chiamati a rispondere con l’entusiasmo di appartenere a un’impresa che può incidere sullo sviluppo economico del Paese ed essere un esempio di capitalismo moderno“.

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