Il gotha delle tlc alla ‘7th Italian Conference’: obiettivi e successi strategici per delineare il futuro del settore

di Alessandra Talarico |

Italia


Telecomunicazioni

Collocamento entro la fine dell’anno, ricavi e Mol in crescita rispettivamente del 5% e 10%.

Questi gli obiettivi di Wind per il primo trimestre 2006, presentati nel corso dell’incontro “7th Italian Conference“, organizzato da Deutsche Bank al quale ha partecipato ieri il gotha dell’industria tlc e media italiana.

Nel nel periodo compreso tra gennaio e marzo, Wind dovrebbe generare un cash flow di oltre 140 milioni di euro e raggiungere 14 milioni di utenti mobili e 2,5 milioni di abbonati ai servizi Internet.

 

Secondo le indicazioni fornite dal presidente del gruppo, Naguib Sawiris, entro al massimo l’inizio del 2007 Wind si unirà agli altri grandi nomi dell’industria tlc italiana – Telecom Italia, Tiscali, Fastweb – sul listino milanese di Piazza Affari, con l’obiettivo di ricavare dal collocamento del 20-30% del capitale non meno di 2 miliardi di euro.

A guidare l’ingresso in Borsa di Wind saranno Deutsche Bank, Credit Suisse, Citigroup e Banca Imi.

 

Il ricavato dell’IPO sarà utilizzato – come nei progetti più volte anticipati dal tycoon egiziano – per portare avanti un progetto di espansione paneuropeo: fra tre anni, ha promesso Sawiris, la compagnia potrà cominciare a guardarsi intorno per valutare eventuali nuove acquisizioni sia nel settore mobile che in quello fisso in paesi come Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Olanda.

 

In particolare, Sawiris punta a una forte crescita della quota di mercato nel traffico di Tlc in partenza e in arrivo tra Europa, bacino del Mediterraneo e tutti quei paesi dove Orascom (uno dei principali operatori di telefonia mobile in Africa, Medioriente e Asia, quotato presso le borse di Alessandria e del Cairo, nonché di Londra) ha e avrà un ruolo chiave.

 

“Stiamo valutando la situazione – ha puntualizzato il presidente di Wind – L’interesse per acquisizioni c’è sempre ma ne parleremo, eventualmente, dopo la quotazione”.

 

Per quanto riguarda l’intero esercizio 2006, Wind punta a chiudere l’anno con una crescita del margine operativo lordo tra l’8% e il 10% e un aumento dei ricavi dai servizi tlc a una sola cifra, ma ‘medio alta’.

Gli investimenti previsti per l’anno in corso saranno compresi tra gli 800 e 870 milioni di euro.

 

A fine 2005, i ricavi consolidati totali di Wind si sono attestati a 4,7 miliardi di euro, con una crescita organica, al netto della Turnover Contribution, del 3,1% rispetto al 2004.

I ricavi dalle prestazioni di servizi di telecomunicazioni salgono a 4,3 miliardi di euro, con una crescita del 4,1% rispetto all’anno precedente.

Le perdite sono state pari a 347 milioni di euro – contro i 363 milioni di rosso del 2004 – e l’utile operativo è stato di 366 milioni di euro, in crescita di 325 milioni sull’anno precedente.

Presente all’incontro, ovviamente, anche Telecom Italia i cui massimi rappresentanti  – il presidente Marco Tronchetti Provera e l’amministratore delegato Riccardo Ruggiero – hanno illustrato stato d’avanzamento del piano triennale 2006-2008 di riduzione dei costi del Gruppo, comunicato al mercato lo scorso 8 marzo.

 

Nel primo trimestre 2006, il gruppo ha realizzato risparmi sui costi per 127 milioni di euro, ottenuti grazie alla riduzione dei costi operativi (61%), dei costi di marketing (24%), dei costi d’acquisto e per servizi generali/amministrativi (9%) e dei costi per il personale (8%).

 

A livello domestico la divisione Operations ha così già raggiunto il 23% del totale della riduzione dei costi prevista per la fine del 2006 e pari a 460 milioni di euro, mentre, a livello Corporate, la riduzione dei costi è stata pari al 12% del totale stimato per la fine del 2006 e pari a 170 milioni di euro.

Complessivamente il Gruppo Telecom Italia ha quindi raggiunto alla fine del primo trimestre 2006 il 20% della riduzione dei costi prevista entro l’anno e pari a 630 milioni di euro.

 

Il gruppo, ha sottolineato il management, ha ancora ‘spazio’ per incrementare la propria politica del dividendo, bilanciando gli interessi degli azionisti e degli obbligazionisti, mentre non sono previste ulteriori operazioni di  ristrutturazione.

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