Telecom Italia cede la quota in Neuf Telecom e guarda all’Egitto. Intanto si complica ancora l’affaire Brasil Telecom

di Alessandra Talarico |

Mondo


Marco Tronchetti Provera

Continua il processo di razionalizzazione del portafoglio internazionale di Telecom Italia, che ha ceduto la propria partecipazione nell’operatore francese Neuf Télécom ai Gruppi Louis Dreyfus (LD) e Société Française du Radiotéléphone (SFR).

 

La società ha ottenuto, per una quota del 4,99%, un montante di 161 milioni di euro, oltre ad una integrazione del prezzo in caso di IPO o cessione del controllo di Neuf Télécom a valori superiori a quello concordato.

Se tali eventi non si verificassero prima della fine di quest’anno, Telecom Italia International avrà comunque diritto a una integrazione, se il fair market value della partecipazione sarà superiore al prezzo della attuale transazione.

 

L’operazione, determinerà per il Gruppo Telecom Italia una plusvalenza pari a 110 milioni di euro e avrà un impatto positivo sull’indebitamento per 161 milioni di euro.

 

Ricordiamo che Telecom Italia ha appena reso noti i risultati finanziari del primo trimestre 2006, chiuso con ricavi per 7,8 miliardi di euro – in crescita del 6,5% rispetto al 1° trimestre 2005) e un utile netto di 744 milioni di euro, in crescita del 13,4%.

 

L’indebitamento finanziario netto, alla fine di marzo, ammontava a 39 miliardi di euro, in calo di 815 milioni rispetto all’anno precedente.

 

Il gruppo – ha confermato il presidente Marco Tronchetti Provera – riuscirà a rispettare i target 2006 in tutte le divisioni, nonostante un primo trimestre leggermente al di sotto delle stime e l’impatto sui ricavi e sul margine operativo lordo dei tagli delle tariffe di terminazione.

 

Telecom Italia, intanto, continua a guardarsi intorno e ha presentato un’offerta congiunta con Telecom Egypt per la licenza di terzo gestore di telefonia mobile in Egitto.

Non si tratta tanto di un grande investimento (circa 10 milioni di euro), ha spiegato Tronchetti Provera agli analisti, quanto piuttosto di “un’opportunità” per il gruppo, che andrà a inserirsi in un mercato controllato attualmente da Vodafone Egypt e MobiNil (Orascom Telecom Holding e France Télécom) che contano in totale 13 milioni di abbonati.

 

Nel frattempo, però, torna alla ribalta la disputa tra i soci dell’operatore sudamericano Brasil Telecom – di cui Telecom Italia controlla circa il 20% – dopo una sentenza che riammette il banchiere Daniel Dantas nell’azionariato del gruppo.

 

La battaglia legale dura ormai da parecchi anni: nel 2002, l ‘operatore italiano, come richiesto dall’Anatel, aveva ridotto la propria quota in Solpart – la holding che controlla Brasil Telecom – al di sotto del 20% (dal 38%) per poter entrare nel mercato GSM locale e consentire alla controllata Tim di operare su tutto il territorio brasiliano.

 

In base ai termini dell’accordo, Telecom avrebbe potuto riprendere la propria quota non appena raggiunti determinati target d’investimento e copertura del territorio.

 

L’Authority brasiliana ha riconosciuto il raggiungimento degli obiettivi e ha autorizzato il gruppo a operare sia nella telefonia cellulare che nella telefonia interurbana e internazionale, servizi che gli erano vietati in attesa di una soluzione nel conflitto di controllo, ma successivamente l’Antitrust brasiliano ha bloccato il ritorno di Telecom Italia nel capitale di Brasil Telecom come azionista di controllo.

 

Ad aprile dello scorso anno, Telecom Italia ha infine raggiunto un accordo industriale con Brasil Telecom in base al quale il gruppo ha acquistato dalla banca d’investimento Opportunity – guidata da Dantas – le sue partecipazioni nella catena di controllo di Brasil Telecom per 341 milioni di euro, di cui 50 milioni di euro per la transazione sui contenziosi e 291 milioni di euro per acquistare le partecipazioni di Opportunity.

 

Sembra fatta, ma a questo punto è Citigroup, che detiene una partecipazione in Opportunity a presentare ricorso per bloccare l’operazione, mentre Dantas ha portato gli altri soci di Opportunity in tribunale accusandoli di averlo estromesso illecitamente, attraverso una serie di operazioni poco chiare che avrebbero tra l’altro arrecato danni economici a Brasil Telecom.

Il tribunale federale ha dato ragione a Dantas e conseguentemente Telecom Italia dovrà vedersela di nuovo con lui, riaprendo il braccio di ferro per la guida e la gestione della società telefonica.

 

“Siamo il miglior operatore possibile per gestire la società”, ha ribadito Tronchetti Provera, che in attesa di una decisione dei partner si dice “fiducioso” nella prossima risoluzione della questione brasiliana.

 

Tutto questo mentre il gruppo ha annunciato che TIM Brasil, unico operatore con copertura GSM estesa all’intero territorio nazionale, ha superato una base clienti di 21 milioni di linee (+43,5% rispetto al 31 marzo 2005) e si è confermato leader nel GSM con 17,8 milioni di linee e una quota di mercato del 23,5%.

 

I ricavi consolidati del Gruppo sono pari a 2.213 milioni di reais, con una crescita del 15,9% rispetto al medesimo periodo 2005 dovuta al forte sviluppo della base clienti e al contributo dei ricavi da servizi VAS (+51,1%), la cui incidenza sui ricavi da servizi è salita dal 5,4% del primo trimestre 2005 al 6,8%.

 

L’ad Riccardo Ruggiero ha definito “molto positivi, ma con un ampio margine di miglioramento” i risultati raggiunti in Brasile.

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