Vodafone: il titolo vola dopo l’offerta Verizon di 38 mld di dollari per la quota nella filiale mobile

di Alessandra Talarico |

Mondo


Arun Sarin

Vodafone, il numero uno della telefonia mobile mondiale, ha mantenuto uno stretto riserbo sulle indiscrezioni relative alla ripresa delle trattative con Verizon Communications per la cessione della sua quota del 45% nella joint venture Verizon Wireless, diffuse dal quotidiano britannico Daily Telegraph, ma i rumors hanno fatto volare il titolo sulla Borsa di Londra.

 

Verizon Communications avrebbe offerto al suo partner 38 miliardi di euro, ma la società britannica avrebbe rifiutato l’offerta, valutando la sua quota nell’operatore statunitense in almeno 50 miliardi di dollari.

 

Il Ceo di Verizon, Ivan Seidenberg, non ha mai nascosto la volontà del gruppo di rilevare la quota in mano a Vodafone per poter competere su un mercato appena uscito da una drastica fase di consolidamento dopo l’acquisizione di BellSouth da parte di AT&T.

Una situazione che aggiunge nuove pressioni sui player d’oltreoceano, in particolare nel settore mobile, dal momento che Cingular Wireless, il primo operatore mobile del paese passerà interamente sotto il controllo di AT&T.

 

Con una capitalizzazione di 160 miliardi di dollari, 70 milioni di utenti nella linea fissa e altri 10 milioni di utenti Internet, AT&T ha doppiato nettamente Verizon Communications oltre a mettere le mani sul 100% di Cingular Wireless, che è il primo service provider wireless degli Usa, di cui Bellsouth deteneva il 40%.

 

Verizon deve quindi correre ai ripari e sta spingendo per avere il pieno controllo sulla divisione mobile, desiderio espresso alcuni mesi fa anche dalla stessa Vodafone che però ha incassato il malumore degli investitori, che vorrebbero la società più concentrata sul mercato europeo, dopo la riduzione delle prospettive di crescita per il  2006 e la cessione della divisione giapponese.

 

Nonostante la sua quota del 45% in Verizon, Vodafone non ha alcun controllo nella gestione e nelle operazioni della società, che utilizza tra l’altro la tecnologia CDMA , non il GSM come avviene in Europa. Uscendo dal mercato statunitense, tuttavia, Vodafone andrebbe a perdere un asset ritenuto essenziale per diventare un brand mondiale, una sorta di ‘CocaCola’ della telefonia mobile.

A differenza dell’Europa, dove molti tra i mercati più importanti sono vicini alla saturazione, solo sette americani su 10 possiedono un telefonino.

 

La scorsa settimana, Seidenberg ha definito l’acquisizione della quota di Vodafone una ‘priorità’, ribadendo che la palla è attualmente nelle mani del gruppo britannico, che “conosce bene la posizione” del management e la disponibilità a valutare diverse opzioni finanziarie per fornire “più contante possibile” nel caso in cui si materializzasse un accordo.

 

Secondo il parere di alcuni analisti, la difficile situazione del mercato telefonico americano fa sì che “a nessuno farebbe piacere avere un partner di minoranza al 45%, specialmente un partner forte come Vodafone”. Né c’è del resto la possibilità di convincere il gruppo britannico a cedere.

 

Il ritiro dal mercato statunitense implicherebbe infatti pensanti passività, che potrebbero essere in parte bilanciate dalla cessione, da parte di Verizon, della quota di minoranza in Vodafone Italia.

La vendita della quota di Verizon in Vodafone Italia potrebbe dunque costituire parte dell’accordo: “Penso che abbiamo bisogno di dare a Vodafone opzioni per valutare il da farsi, ma la nostra posizione resta immutata: se arriverà l’opportunità, siamo pronti a collaborare”, ha spiegato ancora Seidenberg.

 

Le indiscrezioni sulla riapertura delle trattative tra i due gruppi hanno comunque avuto un effetto positivo sul titolo Vodafone, in crescita a Londra del 3,37%, mentre Verizon Communications registra una lieve flessione (15 cents) a Wall Street, a 32,79 dollari.

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