Mobile Tv: Sony Ericsson pronta a scommetterci, ma ancora dubbi sullo standard

di Raffaella Natale |

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Miles Flint - Sony Ericsson

A pochi giorni dalla presentazione dell’ottima trimestrale, riflettori nuovamente puntati su Sony Ericsson, questa volta per parlare di Mobile Tv.

Per Miles Flint, presidente del gruppo, la televisione in mobilità potrebbe diventare un mercato di largo consumo nei prossimi due anni.

Nessun riferimento a quale sarà la tecnologia dominante, in Europa è largamente diffuso il DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld), ma la società, che è il quinto produttore mondiale di cellulari, resta aperta a tutte le possibili varianti offerte dalla trasmissione di contenuti televisivi su dispositivi mobili.

 

Flint ha sottolineato l’importanza di investire in questo nuovo segmento del mercato delle comunicazioni, spiegando però che i primi risultati si vedranno nel 2007 o nel 2008.

 

Lo standard DVB-H consente di ricevere il segnale televisivo direttamente sul telefonino senza che questo passi sulle reti GSM, come invece avviene con l’MBMS (Multimedia Broadcast Multicast Service).

Altra tecnologia largamente utilizzata, specie in Corea del Sud ma anche da diversi operatori europei in particolare in Gran Bretagna e Germania, è il DMB (Digital Multimedia Broadcasting), sistema di trasmissione digitale radioTv su dispositivi mobili.

 

I sostenitori del DVHB-H e del DMB assicurano che questi due standard consentono una diffusione su un numero illimitato di telefoni, quindi di sviluppare un vero e proprio servizio di massa al quale l’utente avrebbe accesso pagando un forfait mensile.

In America la società Qualcomm ha, invece, sviluppato una propria tecnologia, la cosiddetta MediaFlo.

Ma il presidente di Sony Ericsson ritiene che da parte degli operatori ci sia un maggior interesse per lo standard MBMS, perché consentirebbe di offrire servizi on demand. La società ha già effettuato dei test nella città di Stoccolma.

 

Usare le reti tlc attualmente esistenti per trasmettere la televisione sarebbe meno costoso per gli operatori, ma li priverebbe, d’altro canto, delle entrate generate dai dispositivi vocali e lo scambio di altri contenuti.

“Siamo molto dubbiosi. Possiamo integrare diverse tecnologie nei nostri telefonini e fare grande differenza“, ha risposto Flint a chi gli ha chiesto quale standard preferiva.

 

La scorsa settimana il gruppo ha presentato i dati finanziari, registrando un utile lordo superiore alle stime nel primo trimestre, mostrandosi ottimista per quest’anno sulle prospettive del mercato globale.

La società, controllata dalla giapponese Sony e dalla svedese Ericsson ha registrato sul periodo un utile pretasse di 151 milioni di euro rispetto ai 70 milioni del corrispondente periodo del 2005 e ai 135 milioni attesi mediamente dagli analisti.

 

Il gruppo ha previsto che le vendite globali di cellulari supereranno quest’anno i 900 milioni di unità contro i 780 milioni stimati per il 2005.

Il fatturato del periodo ha subito un incremento a 1,99 miliardi contro i 1,29 miliardi dell’anno prima e a un consensus di 1,87 miliardi.

 

Gli apparecchi venduti sono stati 13,3 milioni, una crescita del 41% rispetto allo stesso periodo del 2005 a fronte di stime per 13,1 milioni. Il dato è tuttavia inferiore del 17% rispetto agli ultimi tre mesi del 2005. Il prezzo medio di vendita è salito del 4% a 149 euro rispetto al quarto trimestre.

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