Italia Digitale 2010, formula vincente: nuovi modelli di business e più investimenti sulla competitività IT

di di Giovanni Barontini (Vice President, Civil Products - Finmeccanica Spa) |

Il contributo di Giovanni Barontini, VP Civil Product di Finmeccanica, sul Rapporto Italia Digitale 2010, redatto dall’Advisory Board di Key4biz

Italia


Giovanni Barontini


Ho letto con interesse l’Executive Summary di
Italia Digitale 2010, l’ottimo Rapporto redatto dall’Advisory Board di Key4biz, a proposito del quale propongo alcuni suggerimenti.

 

La gravità del gap italiano in ICT mi sembra maggiore di quanto indicato visto il ruolo giocato da queste tecnologie. Ha a che fare con: (i) la bassa crescita dell’economia italiana (ed in parte europea); (ii) la necessità quindi di riallocare investimenti (pubblici e privati) da settori  più tradizionali verso settori innovativi (bene quindi i Leading Edge Projects); (iii) la necessità e l’urgenza per i campioni italiani dell’ICT (per esempio Telecom Italia, Mediaset, RAI, Fastweb) di modificare il modello di business pena una progressiva marginalizzazione; (iv) la competitività generale delle aziende, fattore essenziale per economie basate su export come quella italiana.

 

Contemporaneamente alla vostra iniziativa, anche in Europa si discute di questi argomenti. Ritengo rilevanti due recenti documenti (“Creating an Innovative Europe“, January 2006,  detto anche Aho Report; “Shaping Europe’s future through ICT“, ISTAG, March 2006, che ho contribuito a preparare) per le diagnosi sviluppate e le proposte suggerite. Mi sembra che esista una buona coerenza fra questi ed il vostro documento.

Tuttavia, visto che il vostro documento è centrato sull’Italia, mi sembra opportuno: (i) ricordare che per l’industria italiana è essenziale occupare posizioni di eccellenza almeno a livello europeo (il primo esempio che viene in mente è STM) (ii) collocare quindi le vostre proposte in un contesto europeo; (iii) sollecitare la partecipazione italiana in misura adeguata alle iniziative europee (per esempio con la partecipazione ai due JTI nel campo ICT previsti in FP7).

 

Inoltre, riformulerei alcune delle aree tematiche dei Leading Edge Projects alla luce delle proposte europee, piuttosto che rifarsi ai Programmi Strategici del Miur. Per esempio aggiungerei Digital Content, Security e Ageing (magari da unire a Sanità).

 

Per quanto concerne gli strumenti e la nuova politica dei fattori, è presumibile che l’industria italiana genererà poca innovazione finché non si creerà una significativa domanda (in Italia ed in Europa) di soluzioni innovative. Nonostante la proposta di lanciare Leading Edge Projects, non mi pare sufficientemente sviluppato il concetto di “creazione di un mercato per prodotti/servizi innovati”. Al contrario degli USA, l’Europa ha perduto la capacità di incentivare l’innovazione mediante una domanda (pubblica e privata) sufficientemente ampia di soluzioni innovative che consenta di bilanciare il rischio insito nel loro sviluppo.

 

Per definire le linee future della ricerca nell’ICT in Italia, poi, mi sembra opportuno basarsi su quanto già fatto nelle Piattaforme Tecnologiche Europee dell’ICT. Basterebbe riunire la componente italiana a questo scopo. Tutti i principali attori italiani (inclusa la componente pubblica) sono probabilmente già coinvolti.

E’ corretta l’enfasi sul Venture Capital, vista la carenza di finanziamenti privati per l’ICT. Tuttavia, nell’innovazione è anche essenziale il ruolo della grande impresa che dovrebbe godere di incentivi simili a quelli usati in Europa nei progetti di ricerca. Infine, ritengo sia fondamentale sottolineare che i fondi strutturali europei dovrebbero essere usati per agevolare la ricerca e l’innovazione in ICT.

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Per approfondimenti, leggi anche:

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Alessandro Canova
Vice-Presidente Assiona.net

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Beatrice Magnolfi
Responsabile Dip. Innovazione e Qualità Pubbliche Amministrazioni – Gruppo DS

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Linda Lanzillotta
Responsabile Dip. Innovazione Tecnologica – Margherita

Italia Digitale 2010: Per il rilancio della competitività e della crescita del Sistema Paese. L’Executive Summary del Rapporto
Advisory Board – Key4biz

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