Tlc: Europa e Usa revocano le sanzioni, ma sono ancora molte le barriere alla libera concorrenza

di Alessandra Talarico |

Europa


Telecomunicazioni

Gli Stati Uniti e l’Europa hanno deciso di revocare le sanzioni che impedivano la libera concorrenza nei rispettivi mercati delle telecomunicazioni, ponendo fine a una disputa lunga oltre un decennio.

Allo stesso tempo, la Ue ha pubblicato il 21° rapporto annuale sulle barriere al commercio e agli investimenti negli Stati Uniti, sottolineando gli ostacoli che esportatori e investitori europei ancora affrontano Oltreoceano.

 

Il rapporto sottolinea come sussistano ancora “barriere ‘non tariffarie’ negli investimenti e negli appalti pubblici”, mentre gli Usa continuano a ignorare volutamente alcune prescrizioni dell’Organizzazione mondiale del commercio, relativamente al Jobs Act e alla revoca del Byrd Amendment.

 

Per quanto riguarda la prima questione, l’Europa ha incassato una vittoria parziale alcune settimane fa, quando il WTO ha bocciato la richiesta d’appello di Washington contro la precedente bocciatura dello stesso organismo della Foreign Sales Corporation (FSC), legge che consente forti sconti fiscali per l’export alle multinazionali statunitensi, tra cui i giganti di Microsoft e Boeing.

La revoca della FSC, che sarà formalizzata entro la metà di questo mese, tuttavia si realizza solo in parte: Washington infatti la mantiene viva in un clausola contenuta nel Jobs Creation Act  che consente il mantenimento degli sgravi Fsc per le aziende che svolgano attività di export nel quadro di contratti di fornitura o leasing siglati prima del 17 settembre 2003.

 

Il Byrd Amendment è una legge che permette alle compagnie statunitensi di trarre profitto dalle tassazioni anti-dumping applicate a quei prodotti d’importazione ritenuti troppo a “buon mercato”, e in competizione con gli equivalenti prodotti a marchio Made in USA.

 

Nel settembre 2002 il WTO si è pronunciato contro il Byrd Amendment in quanto esso viola le regole del commercio internazionale e nel Gennaio 2003 ne ha chiesto l’abrogazione, ma a a tutt’oggi la legge è ancora in vigore.

La UE, insieme ad altri paesi, è stata autorizzata lo scorso novembre dalla stessa WTO ad applicare le sanzioni su uno scambio di 150 milioni di dollari.

 

Queste barriere – spiega la Commissione – sono il maggiore ostacolo all’aumento degli scambi tra Europa e Stati Uniti, alla luce dell’enorme flusso di investimenti da una sponda all’altra dell’Atlantico.

“Le restrizioni imposte dagli Usa come la pletora di leggi e regolamenti ai differenti livelli statali – ha spiegato la Ue – soprattutto nei settore dell’energia e delle telecomunicazioni rendono il superamento delle barriere Usa un’operazione molto complessa”.

 

I recenti progressi compiuti in diverse aree offrono, tuttavia, nuove prospettive per l’incremento degli scambi.

Tra questi, ad esempio,  la Transatlantic Economic Iniziative – nata dal summit Usa-Ue del 2005 – affronta le questioni regolatorie e non tariffarie identificate nel report della Commissione, promuovendo la cooperazione sulle normative e gli standard, stimolando l’apertura e la competitività dei mercati e promuovendo l’innovazione e lo sviluppo.

 

L’Europa e gli Stati Uniti sono le due maggiori economie mondiali e rappresentano insieme il 57% del prodotto interno lordo mondiale. I flussi commerciali tra le due sponde dell’Atlantico raggiungono la cifra di 1,7 miliardi di euro al giorno, per investimenti che nel 2003 hanno superato quota 1,5 trilioni di euro e hanno creato 12-14 milioni di posti di lavoro.

 

Sia Gli Usa che l’Europa – ha concluso la Commissione – “hanno dunque da guadagnare dalla crescita del commercio e dalla riduzione delle barriere”.

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