ICT: importante una politica e una programmazione che consenta di pianificare gli investimenti per rilanciare l’industria spaziale

di di Alberto Tripi (Presidente Federcomin) |

Riportiamo di seguito l’intervento di Alberto Tripi al Convegno Space economy 2005,

Italia


Alberto Tripi

  

Abbiamo voluto dedicare l’appuntamento Space economy 2005 a una duplice tematica, che sarà oggetto delle due sessioni di lavoro previste nella giornata:  

  • La prima sessione: L’industria dello Spazio in Europa: il ruolo dell’Italia.

  • La seconda sessione: Il ruolo dei Servizi e delle Applicazioni.

Ricordo che, nell’ambito di Federcomin, le imprese per i servizi, le applicazioni e le tecnologie ICT per lo Spazio nel settore civile sono rappresentate da ASAS, Associazione la cui mission è quella di contribuire alla valorizzazione delle imprese italiane legate allo Spazio e alla definizione di una politica industriale del settore.

 

Già da qualche anno l’Unione europea ha preso coscienza dell’importanza dell’economia dello Spazio, ponendo in essere notevoli sforzi per l’attuazione di una politica autonoma in materia, nella consapevolezza che lo Spazio rappresenta una dimensione con caratteristiche uniche e può essere messo al servizio di numerosi obiettivi e di molte politiche.

 

La comunità spaziale europea ha, quindi, accolto positivamente la notizia che i ministri responsabili delle attività spaziali dei 17 Paesi che fanno parte dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, hanno aumentato gli stanziamenti economici, invertendo una politica che da anni mostrava segni contrari.

 

Ma su questo l’ing. Giuseppe Viriglio, in qualità di Direttore responsabile dei programmi industriali della prestigiosa Agenzia europea, potrà fornirci elementi più precisi e dettagliati di quelli riportati dalla stampa.

 

L’altra buona notizia è scaturita dal Vertice di Bruxelles sul Consorzio Galileo dello scorso 5 dicembre 2005, nato per realizzare il nuovo sistema europeo di navigazione satellitare che dovrà sfidare lo standard USA Gps. Un’occasione per sviluppare numerosi progetti con ricadute industriali.

 

Si è deciso, dunque, di allocare in Italia due dei siti più importanti per il funzionamento del sistema:

 

* il Centro di valutazione delle performance nell’area di Roma;

 

* il Centro di controllo della costellazione dei satelliti e della missione, che avrà come sede l’area del Fucino in Abruzzo, sotto la responsabilità di TeleSpazio (e su questo l’amministratore delegato di TeleSpazio, Prof. Giuseppe Veredice, ci informerà sull’importante progetto che vede impegnata la sua azienda).

 

E’ auspicabile che queste ultime importanti decisioni prese in Europa possano rilanciare l’industria spaziale, dopo la delicata fase attraversata dal settore che aveva già comportato, negli scorsi anni, un calo dei valori del mercato europeo, con conseguente contrazione degli occupati.

 

Nella competizione internazionale dei mercati, le reti di telecomunicazione, e in particolare le infrastrutture spaziali, sono ormai destinate a svolgere un ruolo di primo piano.

 

In molti Paesi  – e l’Italia è fra questi – si sta assistendo ad un notevole sviluppo della banda larga, anche con tecniche wireless (Si stima che a fine 2005 saranno più di 8 milioni gli utenti UMTS in Italia, più del triplo rispetto al 2004 e le previsioni per il 2006 indicano una ulteriore forte crescita, fino a 16 milioni di utenti).

Nei Paesi in cui le infrastrutture TLC sono carenti, il satellite è in grado di assicurare in tempi rapidi i collegamenti a larga banda, combinandosi con i sistemi wireless terrestri.

Per le delocalizzazioni, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, si prevede che crescerà considerevolmente l’uso del satellite, in generale necessario anche per contribuire a superare il digital divide.

 

Parliamo dunque di un ambito che abbraccia la geografia dell’intero pianeta, in un’ottica di globalizzazione che supera ogni confine e realizza il villaggio globale: un concetto che da suggestione semantica va diventando realtà, grazie alle nuove applicazioni e ai servizi dell’ICT.

 

Le tecnologie spaziali, integrate con quelle IT, consentono di offrire una gamma di servizi in aree strategiche: dalla conoscenza e il controllo del territorio ai trasporti e alla mobilità; dalla logistica al turismo e alla gestione dei rischi naturali (i drammatici eventi del sud-est asiatico sono una testimonianza del mancato impiego di tali tecnologie).

Senza trascurare la questione della sicurezza, declinata sia come sicurezza nazionale che come sicurezza del singolo individuo.

Sono solo alcuni esempi tra i possibili servizi e le applicazioni che la tecnologia satellitare è in grado di offrire.

 

L’economia dei servizi innovativi è ormai una realtà intorno a noi: un’economia che sta diventando concreta espressione della Società della Conoscenza e strumento per realizzare appieno l’innovazione del Sistema-Paese.

 

La tecnologia spaziale è una tecnologia matura, ma allo stesso tempo è una delle tecnologie in continua evoluzione, con una importante capacità di indurre innovazione trasversalmente.

 

Il nostro Paese ha bisogno di una politica e di una programmazione che consenta di pianificare gli investimenti che in questo settore richiedono una visione di medio-lungo termine.

Perché il settore spaziale è certamente un asset strategico sia per il “Sistema Italia” sia per il “Sistema Europa”.

 

Oggi le opinioni correnti si dividono tra i sostenitori di un declino irreversibile e chi, invece, sostiene che esistono “schegge di vitalità” che indicano la ripresa dell’economia.

 

Io non credo che si debba peccare di pessimismo piuttosto che di ottimismo, ma penso che si debba ammettere realisticamente che nel nostro Paese esistano punte di eccellenza e risorse imprenditoriali capaci di reggere la sfida competitiva.

 

I risultati raggiunti da alcune aziende italiane che operano nel settore spaziale sono la conferma più eloquente.

Ma, al tempo stesso, non si può non lamentare la contrazione di investimenti nella ricerca che in Italia ha trovato, anche nell’ultima Legge finanziaria, una ulteriore ragione di criticità.

Questo handicap rappresenta un ostacolo oggettivo allo sviluppo di iniziative ancora più efficaci, e pone il Sistema Italia in una posizione squilibrata rispetto a quella degli altri Paesi europei.

 

Non basta che l’Italia partecipi ai Programmi Europei per lo Spazio se non dedica risorse adeguate sul fronte interno.

I programmi europei sono come una piattaforma di lancio che però solo i singoli Paesi devono sapere sfruttare.

 

Noi auspichiamo, Signor Ministro, che Ella si faccia interprete autorevole di questi problemi affinché l’apparato industriale e tecnologico del nostro Paese faccia della ricerca e dell’innovazione gli strumenti fondamentali per un’economia che trova nelle attività spaziali applicazioni multiformi e benefici per tutti i cittadini.

 

Space Economy 2005
di Giuliano Berretta
Presidente Eutelsat

  

Una proposta di approccio per guidare lo sviluppo della telemedicina nel Paese – La visione e le iniziative del Ministero della Salute
di Walter Bergamaschi
DG del Sistema Informativo Ministero della Salute

  
European Space Policy:Access to Space is the Enabler
di Michele Franci
Vice Presidente Arianespace

  

Space economy 2005 – Quadro generale
di Roberto Leonardi
Segretariato Generale del Ministero della Difesa


L’industria e i servizi dello spazio: una sfida di eccellenza per l’Europa e per l’Italia
di Stefano Turi

Direttore generale Filas SpA