TDT e Mobile Tv: si inasprisce la polemica. Gli operatori chiedono regole chiare e non discriminatorie. Agcom e governo avviano un¿indagine conoscitiva

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l’avvio anche in Italia della Tv digitale terrestre su telefonino già dai suoi albori ha cominciato a creare i primi problemi. Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avviato un¿indagine conoscitiva sulla tecnologia DVB-H (Digital Video Broadcast Handheld), che consente la fornitura di servizi televisivi broadcasting su terminali mobili di nuova generazione.

Secondo quanto spiega l’Agcom in una nota, la decisione è stata adottata anche in relazione alle notizie giornalistiche secondo le quali le due società Mediaset e Tim avrebbero concluso un accordo per la diffusione di contenuti audiovisivi in DVB-H. l’Authority aggiunge di aver chiesto ai due gruppi chiarimenti in merito a questa operazione.

 

Allo scopo di integrare tempestivamente il quadro regolamentare in vista dell’introduzione dei nuovi servizi a partire dalla fine del 2006, l’indagine dell’Autorità intende tra l’altro acquisire dagli operatori elementi sui seguenti punti: modelli di offerta dei servizi e modalità di accesso ai contenuti; utilizzazione delle frequenze per i servizi DVB-H; interazione tra operatori televisivi e operatori di rete mobile. L’indagine conoscitiva mira inoltre a valutare, a tutela dei consumatori, i profili di qualità dei servizi e di corretta informativa agli utenti.

 

Pronto il commento di Marco Tronchetti Provera, presidente di Telecom Italia: ¿Questo con Mediaset è un accordo nuovo, tecnologicamente avanzato ed è aperto a tutti¿.

¿Noi stiamo aprendo ancora una volta una nuova tecnologia che sarà disponibile a tutti, in Italia, per la trasmissione attraverso videotelefonino di tutte le reti televisive – ha detto il presidente – L’accordo con Mediaset permette di sperimentare questa nuova tecnologia che sarà aperta a tutti“.

Tronchetti Provera ha comunque voluto sottolineare come sia normale che l’Agcom abbia aperto una indagine conoscitiva su una tecnologia nuova, ¿lo sviluppo della DVB-H ¿sarà l’inizio di un’ulteriore fase in cui l’Italia sarà all’avanguardia nelle tecnologie della telecomunicazione, che è una forza del Paese, un settore trainante“. ¿Qui l’Italia è vincente – ha detto – nelle telecomunicazioni l’Italia è avanti a tutti¿.

“Telecom in questi anni ha investito in modernizzazione della rete in innovazione. Abbiamo 5 miliardi di investimenti annui e continueremo su questo cammino. E’ chiaro – ha concluso – che il mercato non è più solo nazionale, noi stiamo guardando al mercato globale“.

 

Quanto al fondo di 100 milioni di euro per le PMI innovative annunciato dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, Tronchetti Provera ha commentato: “Ben vengano tutti quegli interventi che aiutano i consumatori nel mondo della banda larga dove vi sono servizi che facilitano la vita dei cittadini”.

 

Per Gina Nieri di Mediaset, ¿l’indagine nel settore della DVB-H è positiva, perché contribuirà, insieme agli approfondimenti del ministero, a disciplinare una tecnologia emergente¿.

¿Bisogna prendere atto ¿ ha spiegato la Nieri ¿ che il DVB-H è un tipico caso in cui il mercato e la tecnologia anticipano la regolamentazione. Siamo partiti per primi per introdurre in Italia un servizio innovativo e riassegnare adesso le frequenze significherebbe rimettere mano al Piano nazionale, forse addirittura ridiscuterne in una conferenza a livello internazionale, ritardando la partenza di una tecnologia che sarà pronta per il mercato già nel 2006¿.

 

La Nieri ci tiene a evidenziare che oggi si realizzano scelte fatte nel 2001, quando venne approvata dal governo di centrosinistra la legge che regolamentava il passaggio dall’analogico al digitale, poi accorpata nella Riforma Gasparri. In quelle disposizioni già si prevedeva ¿il ruolo di operatore di rete che trasporta il segnale di altri, che è quello che noi di Mediaset faremo per la Tv sul telefonino. Quanto alle frequenze digitali, nella legge del 2001 prevalse una logica di mercato: gi operatori nazionali avrebbero acquistato frequenze dalle piccoli emittenti locali. E¿ stato dato ai broadcaster l’onere di far compiere al Paese un salto tecnologico ¿ ha aggiunto ¿ adesso è del tutto logico che siano loro a disporre delle risorse digitali¿.

 

In merito all’indagine conoscitiva avviata dall’Agcom, anche Sergio Bellucci, Responsabile nazionale dipartimento comunicazione e innovazione tecnologica del Partito della rifondazione comunista, è intervenuto, commentando che: ¿Il nuovo duopolio televisivo nasce dall’accordo di due ¿monopolisti reali¿ dei loro segmenti di mercato: Mediaset e Telecom. l’intreccio di partecipazione azionaria tra i due gruppi e le convergenti strategie tecnologiche e di mercato rischiano di produrre un salto nella qualità del controllo monopolistico nelle nuove tecnologie comunicative. La legge Gasparri non solo non è servita a riequilibrare il pluralismo televisivo, ma ha consentito nuovi livelli di concentrazione nelle risorse pubblicitarie e in quelle delle frequenze necessarie a trasmettere¿.

 

Bellucci ha aggiunto: ¿Ad oggi, sembra infatti, il gruppo del Presidente del Consiglio possieda ben quattro reti analogiche (una in più di quanto avesse quando la Corte Costituzionale emise la sentenza su Rete4), svariati canali digitali diretti e indiretti con i quali controlla di fatto il sistema, una delle due strutture di televisione a pagamento terrestre (l’altra è della Telecom) e ora annuncia la sperimentazione insieme a Telecom dei nuovi servizi DVB-H in completa solitudine. l’Autorità annuncia di aprire un¿istruttoria¿.

 

Il Responsabile di rifondazione comunista ha sottolineato, ¿Non sarebbe il caso di chiedere il fermo dell’iniziativa e verificare se il livello di concentrazione è divenuto incompatibile con un sistema democratico?¿

 

Intorno alla TDT mobile si sta creando un gran movimento. Si tratta di un business da svariati milioni di euro che sta catalizzando l’attenzione degli operatori televisivi e telecom.

Il primo a sollevare obiezioni è stato qualche giorno fa Vincenzo Novari, amministratore delegato di H3G Italia, che preannuncia una guerra sulle frequenze, com¿è stato a suo tempo per quelle Umts. La decisione definitiva spetterà al Ministero delle Comunicazioni, che sul tema delle frequenze per il digitale terrestre avvierà una consultazione pubblica, sia nella versione DVB-T, che in quella DVB-H. Novari già reclama le frequenze necessarie per fornire il servizio.

 

La situazione risulta abbastanza complessa: operatori televisivi come Rai e Mediaset trasmetteranno la Mobile Tv sulle reti che già veicolano il digitale terrestre e diventeranno per la prima volta operatori sul mercato tlc. Ma qui si apre lo scontro.

¿Vogliamo che il ministero dia le frequenze per la Tv mobile ai gestori mobili, come in quasi tutta Europa“, ha dichiarato senza mezzi termini Novari.

 

Secondo alcune indiscrezioni Vodafone e Wind, che al momento non hanno preso una posizione ufficiale, si stanno già muovendo. Pare che l’amministratore delegato di Vodafone Italia, Piero Guindani, abbia incontrato il vicepresidente di Mediaset, Piersilvio Berlusconi, e il ministro Mario Landolfi. Guindani ha anche scritto ad Autorità e Ministero per chiedere regole chiare e non discriminatorie e per riesaminare la possibilità di concedere direttamente ai gestori mobili una parte della capacità trasmissiva dei multiplex. Al centro della querelle i servizi Umts e le relative frequenze, pagate a caro prezzo.

 

Raffaella Natale