DoCoMo abbandona il 3G britannico e punta sull¿i-mode

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NTT DoCoMo, il principale operatore telefonico giapponese, ha deciso di cedere l¿intera quota del 20% controllata in Hutchison 3G UK a Hutchison Whampoa (HWL), per un montante di 120 milioni di sterline (179 milioni di euro).

Secondo i termini dell¿accordo sottoscritto col conglomerato asiatico, il pagamento potr&#224 essere saldato in cash oppure attraverso le azioni di Hutchison Telecommunications International Limited (“HTIL”), la divisone di HWL che dovrebbe essere quotata a Hong Kong entro il 2007.

Come parte dell¿accordo, i 363 milioni di dollari versati da DoCoMo nel maggio 2003 nella casse di H3G UK verranno trasferiti a Hutchison Europe Telecommunications, una compagnia sussidiaria di HWL.

Hutchison, dunque, controlla ora al 100% l¿operatore 3G britannico che, come l¿omologo italiano, &#232 stato pioniere dei servizi Umts in Europa.

L¿abbandono di DoCoMo, anche se pi&#249 volte smentito, era nell¿aria gi&#224 da tempo: la joint venture, infatti, non ha soddisfatto le attese del colosso nipponico, che sperava di raggiungere una diffusione su larga scala dei servizi i-mode in Gran Bretagna.

Nel 2000 DoCoMo ha investito 1,69 miliardi di dollari nella joint venture britannica, con la speranza di conquistare il mercato britannico dei servizi Internet mobile con l¿i-mode.

I piani, per&#242, sono saltati dal momento che 3UK ha puntato sul 3G, scegliendo di non commercializzare i servizi i-mode.

Alcuni giorni fa, il presidente di Hutchison, Canning Fok aveva gi&#224 riferito che l¿operazione di assorbimento delle quote di DoCoMo in H3G UK non avrebbe un impatto significativo sulle finanze del gruppo, che dispone di liquidit&#224 per 18 miliardi di dollari.

DoCoMo punta molto sui servizi i-mode che, dopo aver conquistato 40 milioni di utenti in Giappone, avanzano a passo spedito anche in Europa dove hanno raggiunto quota 2 milioni di abbonati.

Proprio per dare spazio all¿i-mode, l¿operatore nipponico avrebbe gi&#224 avviato negoziati con alcune societ&#224 operanti in Gran Bretagna, tra cui Orange, T-Mobile e mmO2.

Il portavoce avrebbe riferito infatti che la compagnia sarebbe in trattative con ¿diversi possibili partner¿, confermando l¿interesse del gruppo per altri operatori che possano dare pi&#249 spazio alle tecnologie i-mode.

Nei mesi scorsi, si erano rincorse le voci relative a un possibile accordo di fusione con mm02 ¿ sesto operatore mobile europeo con 20 milioni di clienti tra GB, Germania e Irlanda ¿ che &#232 stato per&#242 mal visto dagli analisti che pensano che DoCoMo farebbe meglio a pensare solo ad accordi di partnership.

Tutte le strade comunque sembrano aperte, dal momento che gi&#224 all”epoca, il presidente di DoCoMo Keiji Tachikawa riferiva che il gruppo si sarebbe ¿¿seduto al tavolo delle trattative con qualsiasi operatore britannico avesse accettato di adottare l¿i-mode per le proprie reti di seconda generazione¿.

I servizi i-mode al di fuori del Giappone hanno superato i due milioni di abbonati alla fine di gennaio 2004 e continuano a crescere rapidamente.

DoCoMo detiene i diritti della tecnologia e ha iniziato nel 2002 a stringere accordi con gli operatori al di fuori del mercato nipponico, dove l¿i-mode ha registrato oltre 40 milioni di abbonamenti.

Attualmente gli operatori che forniscono i servizi sono sette: Wind in Italia, Bouygues Telecom in Francia, E-Plus in Germania, Base in Belgio, KPN in Olanda, Telefonica Moviles in Spagna e Far EasTone Telecommunications a Taiwan.

Prossimamente si aggiunger&#224 anche Cosmote in Grecia, che conta di lanciare il servizio in occasione dei giochi Olimpici che si terranno quest¿anno ad Atene.

Il numero totale di clienti i-mode, incluso il Giappone, ha raggiunto quindi quota 42 milioni a conferma del successo del servizio che pu&#242 essere considerato il pi&#249 popolare servizio Internet mobile del mondo. A spingere cos&#236 in alto l¿i-mode, &#232 il modello di business scelto da DoCoMo che ha optato per un approccio win-win, in cui i profitti dei fornitori di contenuti sono proporzionali all¿effettivo utilizzo dei loro siti da parte degli utenti.

In Giappone DoCoMo ha stretto accordi commerciali con oltre 50 mila siti che forniscono notizie e informazioni di vario genere, puntando molto sui contenuti, ma non solo.

Al debutto, infatti, la tecnologia ha sofferto degli stessi problemi che hanno finora ostacolato il decollo del 3G e cio&#232 gli apparecchi.

Un uso massiccio dei servizi, lanciati nel 1999, si &#232 avuto soltanto quando sono arrivati sul mercato anche telefonini maneggevoli e affidabili.

In Giappone, l¿Arpu (il ricavo medio mensile per utente) dei servizi i-mode &#232 arrivato a 236 dollari, mentre gli operatori europei dichiarano che il servizio genera un Arpu che va dai 6 ai 10 Euro al mese e che i due terzi degli abbonati i-mode sono clienti attivi.
Il servizio pi&#249 gettonato dagli utenti nipponici e l¿eMail, usata da circa l¿83% degli abbonati. Il download di musica (incluse le suonerie) &#232 utilizzato dal 45,8% dei clienti e l¿acquisto di contenuti digitali dal 37%.

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Alessandra Talarico