La banda larga sta rubando spettatori alla TV. Studio Strategy

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Una vecchia canzone dei Buggles, Video killed the radio stars, presagiva uno scenario in cui la televisione avrebbe finito per ¿uccidere¿ la radio.

Per adeguarla ai tempi, bisognerebbe piuttosto dire ¿Web killed the TV star¿, ovvero ¿il Web ha ucciso la TV¿, dal momento che a quanto pare, Internet guadagna sempre pi&#249 consensi a discapito della televisione.

Lo rende noto la societ&#224 di ricerca britannica Strategy Analytics, secondo cui sempre pi&#249 europei passano il tempo davanti allo schermo del Pc, piuttosto che davanti a quello della televisione.

Il rapporto, dal titolo abbastanza eloquente -“Broadcasters Beware: Broadband Is Stealing Your Viewers”, ovvero ¿Broadcaster attenti, la banda larga vi sta rubando gli spettatori¿ ¿ ha preso in esame l¿atteggiamento di 800 utenti europei della banda larga.

Il 56% di queste persone ha dichiarato di aver decisamente ridotto il tempo passato a guardare la televisione da quando ha sottoscritto l¿abbonamento a Internet ad alta velocit&#224.

David Mercer, analista di Strategy Analytics, si dice sicuro del fatto che la TV continuer&#224 ad avere un posto di rilievo nelle case degli europei, ma che gli operatori televisivi dovranno comunque cambiare atteggiamento per non soccombere.

¿I broadcaster ¿ dice Mercer ¿ devono prestare molta pi&#249 attenzione a Internet, nel senso che devono guardare al Web come un nuovo strumento per raggiungere il loro pubblico. Spostare semplicemente i loro contenuti in Rete, per&#242, non &#232 l¿approccio pi&#249 giusto. La strategia vincente &#232 quella di sviluppare nuovi contenuti ad hoc e fare in modo che la gente interagisca¿.

Leader in questo senso, spiega Mercer, &#232 Discovery Networks che gestisce diversi canali tematici come Discovery Channel, Learning Channel e Animal Planet.

Il sito di Discovery include informazioni e giochi interattivi e anche una sezione dedicata esclusivamente agli abbonati della banda larga.

Strategy Analytics indica come gli altri media, i giornali e la radio, non solo sono sopravvissuti, ma hanno parato il colpo muovendosi sul Web e offrendo contenuti e servizi interattivi diversi da quelli inclusi nei formati tradizionali.

Le compagnie televisive, invece, pur avendo a disposizione le stesse armi ¿ e anche di pi&#249 (vedi la TV interattiva e i servizi and Digital Video Recorders) ¿ non hanno ancora fatto grossi passi verso il mondo di Internet e stanno passivamente osservando il declino della loro base di spettatori.

Secondo un altro rapporto di Strategy, entro la fine di quest¿anno saranno 33,5 milioni gli utenti europei della banda larga, pari al 20% delle famiglie. Nel 2008, la percentuale salir&#224 al 41%, con una penetrazione fino al 60% in Paesi quali la Danimarca, la Svezia e la Svizzera, dove &#232 pi&#249 alta la concorrenza contro gli operatori incumbent.

Una sana competizione &#232 infatti alla base per la diffusione della banda larga: a dimostrazione di ci&#242, sempre secondo le previsioni di Strategy, in Paesi come Gran Bretagna, Italia e Germania ¿ dove dominano ancora gli ex operatori monopolisti – alla fine del 2003 la banda larga raggiungeva soltanto il 13 ¿ 15 per cento delle famiglie.

Le comunicazioni a banda larga permettono la trasmissione quasi istantanea di una grande quantit&#224 di dati: grazie a questa tecnologia, ad esempio, un medico di famiglia potr&#224 trasmettere a uno specialista dei dossier medici molto voluminosi e delle radiografie; gli utenti mobili potranno accedere a Internet, alla posta elettronica o a dei database; studenti di scuole diverse o di diversi Paesi potranno comunicare anche in video.

In un futuro ormai non troppo lontano, dunque, ogni tipo di comunicazione passer&#224 attraverso la banda larga ed &#232 proprio sulle leggi che regolano il settore che le tlc puntano per mantenere gli attuali, ritrovati, livelli di crescita.

Questo concetto &#232 sottolineato anche dall¿ European Competitive Telecommunications Association (ECTA) che in un rapporto appena pubblicato, sostiene che gli investimenti nelle telecomunicazioni sono concentrati verso quei Paesi che dispongono di un efficace framework normativo e in cui lo Stato &#232 poco presente nel settore.

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Alessandra Talarico