Daily Mirror, quando la verità viene sacrificata all¿altare dello scoop ad ogni costo. Rimane la vergogna delle torture

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Mondo



Le fotografie che ritraevano i soldati della coalizione che infliggevano delle torture ai prigionieri iracheni hanno fatto il giro del mondo, ma al triste argomento che mette a nudo le scabrose verit&#224 che si celano dietro ogni guerra, e che rappresentano le pi&#249 riprovevoli vergogne di cui &#232 capace l¿essere umano, si nasconde un¿altra importante questione, che riguarda direttamente i media.

Spesso di fronte a casi simili, ci si chiede quanto sia giusto far vedere queste immagini crude e quanto invece tutto dovrebbe essere lasciato al buon gusto delle testate e preferire il rispetto della dignit&#224 umana.

Anche in questo recente caso che riguarda la guerra in Iraq, le posizioni sono state diverse, e se c¿&#232 chi da un lato avrebbe preferito non vedere, per rispettare la dignit&#224 di questa gente, c¿&#232 anche chi oppone, con valide argomentazioni, che i media devono servire essenzialmente a mostrare quanto di triste, vergognoso, si nasconde dietro alcuni fatti di cronaca, ritenendo che ai mezzi di comunicazione sia affidato proprio il compito della denuncia.

Certo le cose si complicano, quando si scopre che in realt&#224 si trattava solo di montature, e che alla fine l¿obiettivo da perseguire non era quello di dire la verit&#224, seppur scomoda, quanto di cercare lo scoop ad ogni costo. E questo non fa certo onore all¿attivit&#224 giornalistica, intesa nel suo pi&#249 nobile significato.

Ci ha lasciato quindi inebetiti sabato la notizia delle dimissioni del direttore, Piers Morgan, del quotidiano londinese The Daily Mirror, costretto a presentare le pi&#249 umili scuse ai propri lettori, riguardo alle foto pubblicate alcuni giorni prima, sulle torture esercitate dai soldati della coalizione sui prigionieri iracheni.

¿Scusate… Siamo stati imbrogliati“, ha titolato a gradi lettere il giornale britannico sulla prima pagina, sperando di ottenere il perdono dai suoi 1,9 milioni di lettori.

Il quotidiano ha annunciato che devolver&#224 i soldi incassati con il numero contenente le foto false in beneficenza.

Il Ministro britannico della difesa, Geoff Hoon, aveva gi&#224 dichiarato di ritenere che le foto in questione fossero una bufala, ma il Mirror, aveva immediatamente risposto che non c¿era nessun elemento che facesse supporre che si tratta di scatti falsi.

Il ministro Honn aveva detto in un¿intervista concessa alla Tv britannica Channel 4 che ¿¿in questo momento &#232 importante che il Daily Mirror dimostri la propria volont&#224 a cooperare all¿inchiesta che permetta di stabilire la verit&#224 su ci&#242 che apparentemente sembra una montatura¿.

Nel pomeriggio, alla Camera dei Comuni, il ministro aveva dichiarato che c¿erano ¿dei forti indizi¿ che un veicolo che figura su una delle foto pubblicate dal Mirror, che mostra un militare britannico che maltratta un detenuto iracheno, non era stato utilizzato nella missione in Iraq.

Era arrivata anche la replica di Piers Morgan, in cui diceva ¿il Daily Mirror NON accetta (in maiuscolo) questa versione dei fatti da parte del ministero dalla Difesa¿.

¿Noi ammetteremo che queste foto non sono autentiche solo davanti a una prova inconfutabile che testimoni che si &#232 trattato di una montatura¿.

Secondo Morgan, il ministro Hoon stava tentando di spostare l¿attenzione dal problema molto pi&#249 importante e pi&#249 grave sollevato dal Mirror, quello di mettere a conoscenza delle sevizie inflitte ai detenuti iracheni dalle truppe britanniche.

Ma i fatti hanno poi dimostrato il contrario.

Il Daily Mirror ha creato un vero e proprio choc nazionale e internazionale, pubblicando il primo maggio le immagini che mostravano soldati che urinavano su un prigioniero iracheno e lo picchiavano.

Ma secondo diversi esperti citati dalla stampa britannica, il tipo di camion dietro il quale sarebbero avvenuti i fatti, di marca Bedford, non era utilizzato dal tempo dell¿ultima guerra del Golfo.

Le truppe britanniche sono infatti adesso dotate di camion marca Leyland-Daf, hanno confermato gli specialisti.

Il Cda del Trinity Mirror ha posto le proprie scuse anche al reggimento britannico, messo in causa dalle foto pubblicate dal giornale.

¿¿E¿ chiaro che le fotografie dei militari britannici che brutalizzano dei prigionieri iracheni erano false¿, riconosceva il giornale nella propria edizione di sabato.

“Il Daily Mirror ha pubblicato in buona fede le fotografie che credeva nel modo pi&#249 assoluto fossero immagini autentiche di soldati britannici che abusavano di prigionieri iracheni”, si leggeva.

“Comunque adesso ci sono prove sufficienti per che suggeriscono che queste foto sono dei falsi e che il Daily Mirror &#232 stato oggetto di uno scherzo calcolato e malevolo“.

“Il Daily Mirror perci&#242 si scusa senza riserve per la pubblicazione delle foto e rimpiange profondamente il danno di reputazione fatto al Qlr (Queens Lancashire Regiment) e all”esercito in Iraq“.

La stampa londinese ritiene giustificate le dimissioni del direttore del Mirror, Piers Morgan. Ma evita di accusare questo brillante giornalista, che era riuscito a far introdurre un reporter travestito da domestico a Buckingham Palace.

Il Times gli concede il beneficio del dubbio. ¿Le buone intenzioni non producono sempre del buon giornalismo¿.

Per il Guardian, quotidiano di sinistra contrario all¿intervento in Iraq, il caso delle foto del Mirror ha avuto almeno il merito di rendere note le torture inflitte dai soldati britannici ai prigionieri iracheni.

¿Pubblicando queste foto, Morgan &#232 riuscito a far riconoscere alle autorit&#224 che avevano avuto sentore delle brutalit&#224 commesse Iraq dall¿arma, e che prima non avevano mai rivelato¿, scrive l¿editorialista del Guardian.

Il Daily Telegraph, giornale conservatore vicino alle posizioni dell¿esercito britannico, si &#232 mostrato pi&#249 duro: ¿Nel migliore dei casi, Morgan ha lasciato che la passione per lo scoop accecasse il suo giudizio. Nel peggiore, si &#232 reso colpevole di una scommessa totalmente irresponsabile”.

Le dimissioni di Piers Morgan rappresentano una vittoria morale per il governo del Primo Ministro Tony Blair, che ha contestato da subito la veridicit&#224 di queste foto.

Le dimissioni non cancellano per&#242 le torture, e non scusano le autorit&#224 britanniche dall¿accusa di violenza, formulata da diversi testimoni.

La Croce Rossa ha dichiarato di aver visto le truppe compiere sui prigionieri iracheni degli abusi, definiti “parte della metodologia” da un ufficiale dell”intelligence in carica, come ha reso noto oggi un rapporto dell”organismo internazionale.

La Commissione Internazionale della Croce Rossa ha descritto soldati britannici che obbligavano i detenuti iracheni a inginocchiarsi e li prendevano a calci sul collo in un episodio in cui un prigioniero ha perso la vita.

La Commissione ha riferito di avere ripetutamente avvisato le autorit&#224 Usa, che guidano l”occupazione, delle pratiche adottate dai soldati Usa nei confronti dei prigionieri, descritte “in alcuni casi come equivalenti alla tortura“.

Il Wall Street Journal ha pubblicato il rapporto top secret della Croce Rossa sul proprio sito Internet. La Croce Rossa ha confermato che si tratta di un rapporto autentico.

Il resoconto di 24 pagine, inviato in febbraio, conclude dicendo che “persone private della loro libert&#224 devono far fronte al rischio di essere soggette al processo di coercizione fisica e psicologica, in alcuni casi equivalente alla tortura, nei primi momenti del processo di internamento”.

Nel corso di una visita al carcere di Abu Ghraib lo scorso ottobre, delegati della Croce Rossa sono stati testimoni della “pratica di tenere le persone private della loro libert&#224 completamente nude all”interno di celle di cemento completamente vuote immerse nell”oscurit&#224“, riferisce il rapporto.

“Dopo aver assistito a casi del genere, la Croce Rossa ha interrotto le sue visite e ha richiesto una spiegazione alle autorit&#224. L”ufficiale dell”intelligence incaricato degli interrogatori spieg&#242 che questa pratica faceva ”parte della metodologia””.

La visita della Croce Rossa ha avuto luogo due mesi prima che venissero scattate le foto dei soldati Usa che abusavano dei prigionieri, che pi&#249 tardi hanno condotto alle imputazioni penali contro sette soldati.

Il ministro della Difesa Usa Donald Rumsfeld, per cui alcuni giornali americani e rappresentanti dei democratici hanno chiesto a gran voce le dimissioni, si &#232 scusato per ci&#242 che hanno dovuto sopportare i prigionieri iracheni.

A questo si aggiunge, che sei militari britannici ¿ identificati come i soldati A, B, C, D, E e F ¿ hanno fornito testimonianze molto pesanti sulle violenze esercitate dai limitari britannici nelle zone che controllano al sud dell¿Iraq.

Il caso del Daily Mirror ha comunque scoperchiato una realt&#224 inquietante. Solo che ci piacerebbe che i giornali continuassero a perseguire l¿obiettivo della denuncia e non rimanessero prigionieri della sfrenata corsa dello scoop a ogni costo.

Rapporto della Croce Rossa

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Dall¿affaire Kelly al Daily Mirror: non si ferma la marcia dei media britannici contro il governo Blair

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