Balzo degli accessi Dsl in Italia nei primi tre mesi del 2003. Ma cresce il digital divide

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Crescita record per gli accessi internet a banda larga in Italia. Nei primi tre mesi del 2003, le connessioni Dsl sono aumentate del 57,7%, passando da 910mila a 1,4 milioni. Questi dati sono contenuti nel “Rapporto innovazione e tecnologie digitali in Italia“, presentato ieri al Senato dal ministro Lucio Stanca.
Si tratta indubbiamente di una forte accelerazione, che porta l”Italia al terzo posto, in termini di crescita, tra i Paesi sviluppati – dopo Gran Bretagna (94,1%) e Portogallo (67,5%) – e che contribuisce in maniera significativa a ridurre il gap con i paesi pi&#249 tecnologizzati.

Sempre secondo i dati del rapporto, inoltre, il totale degli accessi a banda larga in Italia, includendo quindi anche il cavo e il satellite, &#232 passato da 1,08 milioni del dicembre 2002 a 1,73 milioni del marzo 2003.
Nonostante l”ottima performance del primo trimestre, l”Italia figura ancora nelle ultime posizioni in termini di penetrazione della tecnologia tra la popolazione. Secondo il Rapporto, infatti, “il tasso di incidenza degli utenti a banda larga sul totale degli utenti Internet &#232 ancora tra i pi&#249 bassi, circa il 20% contro una media dell”Unione europea intorno al 28%“.
Tra i paesi europei, per numero di connessioni Dsl l”Italia viene dopo la Germania (3.864.000) e la Francia (2.039.000) ma precede Spagna (1.301.600) e Gran Bretagna (1.071.500).

Ma quali sono i principali ostacoli all”ulteriore diffusione della banda larga nel nostro paese? I curatori del rapporto individuano le maggiori difficolt&#224 nella scarsa conoscenza delle effettive potenzialit&#224 delle tecnologie e nel livello dei prezzi. A incidere sui ritardi nella diffusione dell”Adsl in Italia contribuisce anche una disponibilit&#224 del servizio ancora a macchia di leopardo sul nostro territorio, con differenze evidenti tra le grandi aree metropolitane e quelle pi&#249 remote del Paese. L”Adsl, infatti, &#232 disponibile in oltre 1.600 comuni, per una copertura della popolazione pari al 70%, mentre l”Hdsl (destinato alla clientela affari di fascia alta) raggiunge 3.500 comuni e l”87% delle imprese.
Nelle rimanenti aree, la copertura dei servizi aventi capacit&#224 superiore delle tradizionali linee telefoniche (connessioni dial-up) &#232 garantita esclusivamente dal satellite (circa il 30% della popolazione).

Il Rapporto analizza quindi l”evoluzione del digital divide nell”ultimo anno, mostrando come in molti casi il divario territoriale non si &#232 ridotto, anzi &#232 aumentato, sebbene in un andamento di crescente copertura del territorio. Il gap &#232 aumentato in sette regioni per quanto riguarda i servizi Dsl, mentre nel caso dell”unbundling del local loop il divario cresce addirittura in dodici regioni.

Apprezzamento per i risultati raggiunti nella diffusione della banda larga in Italia &#232 venuto dal Commissario europeo Erkki Liikanen, secondo cui “c”&#232 stato un buon inizio, anche se c”&#232 ancora molto da fare“. Intervenendo all”XI congresso annuale di Eurochambres, Liikanen ha affermato che “la banda larga &#232 una chiave essenziale per l”ammodernamento e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. In Italia, nell”ultimo anno c”&#232 stata una crescita molto forte in questo senso. E” stato, insomma, un buon inizio, anche se c”&#232 ancora molto da fare“. Sull”utilizzo delle risorse interne per investimenti in innovazione da parte del Pmi italiane, Liikanen ha sottolineato che “la tendenza delle imprese medio-piccole italiane &#232 quella di dedicare lo sforzo di innovazione soprattutto su linee e prodotti che devono essere immessi a breve sul mercato. Manca – ha concluso – l”investimento pi&#249 a lungo raggio, pi&#249 strategico, sulla ricerca“.

Per quanto riguarda le imprese, il Rapporto afferma che il 72% delle aziende italiane &#232 connesso a Internet. Un dato, si sottolinea, “in linea con il sistema internazionale””. Tra i Paesi presi in considerazione dallo studio emerge la Finlandia con il 91% di aziende connesse, mentre in coda c”&#232 la Francia, con 58 aziende su cento. In mezzo troviamo Svezia (90%), Usa (85%), Germania (84%), Norvegia (82%), Spagna (67%), Gran Bretagna (63%).

Pierluigi Sandonnini


Il Rapporto innovazione e tecnologie digitali in Italia