Asati: NGN, ‘lasciamo libera Telecom Italia di portare avanti autonomamente il proprio piano industriale’

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Pubblichiamo integralmente il comunicato Asati a firma del suo presidente, l’Ing. Franco Lombardi:

 

Premesso che il Ministro Paolo Romani forse dimentica che l’accordo firmato il 10 novembre 2010 con Telecom Italia era per le zone a fallimento di mercato, mentre per le citta’ principali valevano le regole del libero mercato con la concorrenza dei vari operatori , Asati ritiene che la strategia di Telecom Italia sulla rete ngn a larga banda sia senza dubbio condivisibile.

In sintesi: lasciamo libera Telecom Italia di portare avanti autonomamente il proprio piano industriale nell’interesse dell’azienda, dei suoi azionisti e del Paese. L’iniziativa del Tavolo Romani non ha precedenti. Nessun Paese al mondo obbliga i privati a consorziarsi, tra loro e con il pubblico, per la realizzazione di un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo , limitando l’iniziativa privata e non aggiungendo nulla a quanto già nei piani dell’incumbent.

E’ una mera sovrapposizione del pubblico sul privato che non risponde ad alcuna logica di politica economica e ci porta indietro nel tempo, ad uno Stato con volontà interventista ma che non aggrega valore e visione industriale .

Successivamente alla privatizzazione del 1997 della STET/Sip, che ha danneggiato soprattutto gli azionisti di minoranza che, come noto, non fu preceduta da una liberalizzazione dei servizi di TLC, sarebbe un paradosso che il Governo, impedisse ora ad una Societa’ privata di programmare investimenti in tecnologie di rete avanzate per contribuire in maniera significativa alla crescita del Paese e al recupero del valore del titolo per i suoi azionisti.

Ad avviso Asati, il ruolo del Governo dovrebbe essere invece quello di assicurare integralmente le tanto annunciate risorse dedicate alla riduzione del digital divide , 800 milioni di euro, di cui ad oggi ne risultano stanziati meno della meta’.

Quanto infine alla similitudine delle condizione di cessione della rete in rame con una eventuale nuova rete in fibra costruita da TI e ceduta agli OLO, ci si dimentica che il cd “Piano Europa”negli anni ’80 stanzio’ 12.000 miliardi di vecchie lire, quindi soldi pubblici a favore del gruppo STET/Sip ,per rinnovare completamente la rete in rame di utente,per cui e’ fuori luogo solo ipotizzare e pensare condizione simili per la nuova rete in fibra, a privatizzazione ormai avvenuta!