ASATI: ‘Aquando le decisioni del Collegio sindacale di Telecom Italia?’

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Secondo Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, l’intervista a Marco Tronchetti Provera rilasciata all’Ansa e pubblicata stamani sul Corriere della Sera conferma ancora una volta l’ineludibile necessità che il Collegio sindacale Telecom Italia si esprima con la massima sollecitudine su quanto accaduto in Telecom Italia nel periodo 2001-2006 e, alla luce dei contenuti del Rapporto Deloitte, proponga l’avvio delle necessarie azioni di responsabilità.

Asati rileva come stiano trapelando notizie ufficiose sui contenuti del rapporto Deloitte – paragrafo 5, pag 107-108-109 – che sembrerebbero contenere le dichiarazioni rilasciate anche dal responsabile dell’area sales consumer del mobile Tim Luca Luciani (addirittura in quel periodo promosso Direttore Generale) il 13 maggio 2009 presso la procura di Vicenza : “Sapevano delle Sim oltre a me e alla struttura da me dipendente anche i miei superiori – avrebbe dichiarato Luca Luciani, secondo la nota diffusa da Asati – inclusi gli Amministratori Delegati succedutesi nel tempo“.

Secondo Asati, i fatti degli ultimi giorni rendono ancor più ineludibile “…la pubblicazione del rapporto Deloitte che tra l’altro è incompleto perché manca di un audit serio sulla dismissione del patrimonio immobiliare di TI“.

Prendiamo pure atto, sottolinea Asati, che Tronchetti Provera sarebbe stato all’oscuro anche della fabbrica interna di Sim false, così come sarebbe stato all’oscuro della gigantesca frode Sparkle e della sistematica deviazione di funzione della Security aziendale, ridotta secondo le risultanze processuali ad una security asservita a interessi personali, senza che lui nulla ne sapesse. Tuttavia, continua Asati, non è agevole comprendere come mai durante la sua gestione Tronchetti Provera nulla sapesse di tutti gli scandali che si sono manifestati successivamente alla sua uscita dalla Società.

Quattro le ragioni secondo Asati, per cui occorre fare delle considerazioni precise sulla vicenda: “…La prima è che la fabbrica delle Sim false è iniziata nel 2005 guarda caso, periodo in cui Tronchetti era Presidente contemporaneamente all’OPA su TIM; la seconda è che è impossibile che i vertici di una società di telecomunicazioni non sappiano di avere in pancia milioni di Sim fasulle e che nulla è stato fatto per ridurre o debellare il fenomeno; la terza è che i Vertici che hanno attuato l’Opa su Tim hanno pesantemente indebitato Telecom Italia con la suddetta OPA (dandole il colpo di grazia dopo l’OPA pubblica del 1999) sperando, con questa operazione, di poter ripagare gli interessi sul debito con il cash flow della telefonia mobile; la quarta è che in tale periodo le comunicazioni sociali e al mercato di Telecom Italia (fornite quindi anche ai piccoli azionisti) sono state sempre state quantomeno fuorvianti…“.

Sullo specifico punto, ASATI ancora attende che la Consob si esprima sulla congruità delle informazioni contenute nei prospetti informativi e nei bilanci semestrali e annuali presentati dalla Telecom Italia nel periodo riguardo l’OPA su TIM.

Non si può per contro non dare atto, prosegue Asati, che solo “…da maggio 2008 e su espressa iniziativa dell’attuale amministratore delegato, Telecom Italia ha realmente iniziato un’operazione di trasparenza e di verità (di cui vi è traccia nei documenti ufficiali di Bilancio), certo lunga e faticosa, attesa la terribile eredità del passato…“.
Come se non bastasse, Asati conclude anche ponendo ulteriori domande.
Ma quando la Pirelli ha ceduto la propria quota di partecipazione in Telecom detenuta attraverso Olimpia agli attuali azionisti di Telco quale è stata la base dati presa a riferimento per le valutazioni?
Le banche italiane e gli spagnoli di Telefonica avrebbero pagato il giusto e trasparente prezzo?
Quali furono le proiezioni del budget utilizzate per assegnare incentivi e bonus negli anni dal 2005 al 2007 ai dealer e ai top manager del settore commerciale dell’Azienda?
I consiglieri di amministrazione di Telecom Italia che rappresentano Telco si sono resi conto che fu presentata a Telco stessa una situazione dei conti e della quota di mercato della Società di cui acquistavano il pacchetto di controllo, differente dal vero?