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Tlc, il vento sta cambiando. I fondi Ue credono nel consolidamento

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L’allentamento della pressione regolamentare, meno vincoli verso le operazioni di fusione e acquisizione e lo sviluppo delle reti in fibra spingono di fondi di private equity a credere nel settore e, in Italia, a sostenere Telecom Italia e Vodafone.

L’outlook sul settore delle telecomunicazioni sta virando sul positivo. Gli analisti di Moody’s hanno recentemente previsto una frenata del calo dei ricavi nel prossimo triennio, durante il quale la contrazione dei ricavi dovrebbe essere compresa fra il 2% e lo 0,5%, a fronte della flessione del 4% registrata nel 2013. A confermare questa inversione di tendenza ci sono anche i gestori dei fondi di private equity europei, spinti ad acquistare azioni dei principali gruppi tlc europei dai recenti, interessanti sviluppi del settore.

Per Stuart Mitchell del fondo SWMC European, tra i fattori ‘interessanti’ c’è soprattutto “l’allentamento della regolamentazione e le probabilità di un ulteriore consolidamento da 4 a 3 operatori sui mercati nazionali”.

Dopo la Francia, la Germania e l’Austria, infatti, anche in Gran Bretagna si sta assistendo al tentativo di consolidamento, con l’ex monopolista BT pronto a rientrare nel mercato mobile attraverso l’acquisizione di O2 (che nel 2005 la stessa BT avevva ceduto a Telefonica) o di EE (oggi, Orange e Deutsche Telekom, che controllano il primo operatore mobile britannico, hanno confermato i contatti).

Nel caso delle ultime operazioni promosse dalla Ue, inoltre, l’acquisizione di ePlus da parte di Telefonica Deutschland è stata approvata con meno vincoli di quanto ce ne sarebbero stati appena un paio d’anni fa.

Secondo Mitchell, quindi, alla luce di questi trend e grazie anche allo sviluppo delle reti in fibra ottica e all’offerta di prodotti e servizi competitivi “le quote di mercato e i ricavi dei maggiori gruppi telecom inizieranno a stabilizzarsi”.

Non c’è quindi ragione perché “i prezzi delle azioni di queste società non crescano in maniera significativa rispetto agli attuali livelli”, ha aggiunto.

Le recenti operazioni di consolidamento, come quella finalizzata su ePlus in Germania, riducendo da 4 a 3 il numero di operatori sul mercato, “genereranno grossi risparmi per gli azionisti nel medio termine”, ha aggiunto Dean Tenerelli del fondo T. Rowe Price European Equity.

E in Italia, la possibilità che il numero di operatori si riduca da 4 a 3 induce il fondo Hermes Sourcecap a sostenere Telecom Italia e Vodafone sottolineando che “nel mercato italiano operano 4 operatori, con i due più piccoli significativamente in ritardo sui leader e in passivo”. L’unione tra Wind e 3, quindi “creerebbe un mercato equilibrato, i cui tutti gli operatori sarebbero in utile”.

Telecom Italia, secondo Hermes Sourcecap, sarebbe il principale beneficiario di una simile operazione, alla luce anche del prossimo consolidamento del mercato brasiliano.

Per quanto riguarda, infine, Vodafone, “rappresenta un’interessante opportunità dal punto di vista tecnico, con un forte flusso di cassa e un rendimento del 5,4%. Come Telecom Italia, Vodafone sarà anche beneficiario del consolidamento mobile europeo”.