L'emergenza

No al 5G in più di 200 comuni. Perché il Covid-19 aiuta bufale e fake news

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Sono ormai più di 200 i comuni in Italia che si oppongono al 5G e che in un modo o nell’altro hanno bloccato lo sviluppo del nuovo standard di comunicazione.

Sono ormai più di 200 i comuni in Italia che si oppongono al 5G e che in un modo o nell’altro hanno bloccato lo sviluppo del nuovo standard di comunicazione. I sindaci bloccano tutto per infondati timori di potenziali danni alla salute, dovuti all’esposizione dei campi elettromagnetici delle antenne. La mappa dei comuni no 5G è costantemente aggiornata dall’Alleanza italiana stop 5G, e fra le ultime zone del nostro paese che si sono messe di traverso impedendo l’installazione delle antenne 5G ci sono un gruppo nutrito di comuni salentini e la Regione Marche. Quest’ultima ha imposto uno stop in nome appunto della salute e della necessità di procedere ad ulteriori ricerche ed analisi prima di dare il via libera. Certo, la pandemia non aiuta a fare chiarezza e nemmeno i social network, per usare un eufemismo. Perché il 5G non ha alcun legame con il Coronavirus

Timori infondati. Paradosso dei Comuni (già prima del Covid-19)

Per quanto infondati dal punto di vista scientifico e medico, i timori per la salute legati alla diffusione del 5G sembrano quindi in aumento. I timori per ipotetiche e non motivate ragioni di tutela della salute pubblica spingono quindi diversi comitati spontanei di cittadini a bloccare i sindaci dei piccoli comuni, costretti a stoppare i permessi per l’installazione di nuove antenne. Eppure, anche in Parlamento c’è stato il voto contrario ad ogni richiesta di stop.  

Il Covid-19 ha peggiorato il quadro

A peggiorare il quadro già di per sé non certo roseo per lo sviluppo del 5G, ci si è messo anche il Covid-19. Tra le tante bufale che si sono diffuse con la pandemia c’è anche quella secondo cui la tecnologia 5G aumenterebbe il rischio di infettarsi.

Le teorie complottiste si dividono principalmente in due correnti: chi sostiene che il 5G abbassi le difese immunitarie, facendo sì che le persone si infettino più facilmente; chi invece afferma che la tecnologia stessa diffonda il virus. Gli scienziati hanno le idee chiare, e hanno definito queste teorie “fesserie biologicamente impossibili”. Ecco perché il 5G non ha alcun legame con il coronavirus.

Peraltro, ci sono già le rassicurazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, quelle della Commissione Ue e dell’Icnirp. Ma sono sempre troppi coloro che si fidano più delle bufale cospirative e complottiste che trovano sui social network delle conclusioni scientifiche raggiunte dalle fonti ufficiali.

Teorie complottiste prosperano nella pandemia

Secondo un articolo pubblicato sulla rivista The Conversation, le teorie complottiste stanno prosperando in questo periodo di pandemia globale. La gente è esacerbata contro i governi e le autorità sanitarie globali. In tempi come questi, inoltre, le persone sono più attratte e più facilmente suggestionabili da teorie alternative e retroscena fantasiosi, come appunto quello del legame inesistente fra 5G e Covid-19 e quello fra 5G e danni al sistema immunitario.

Cercatori della verità

Molti teorici della cospirazione e del complottismo si vedono come dei “cercatori di verità”, come portatori di una verità rivelata che ha bisogno soltanto di essere annunciata. Il problema con il 5g è che le antenne sono vere e che le persone, per loro natura più suggestionabili in tempi di crisi come quello attuale, sono più propense a crederci e non a caso si sono verificati gli incendi delle antenne nel Regno Unito da parte di alcuni piromani. Per coloro che credono di essere latori della verità rivelata, atti di vandalismo contro i tralicci telefonici e le antenne 5G rappresentano la possibilità di esercitare un qualche tipo di controllo sugli eventi in tempi di grave crisi. La gente vuole cose semplici e facili da capire, quindi c’è chi è disposto a dare credito alle fake news sul legame fra Covid-19 e 5G per compiere gesti eclatanti contro il governo e/o l’establishment. Più facile quindi appiccare il fuoco ai tralicci.

Infodemia

Queste considerazioni, lo sa bene l’Agcom, diventano ancor più importanti durante il periodo di lockdown forzato, nel quale la gente passa più tempo sui social network esacerbando ancor di più un clima già teso di suo per la crisi sanitaria in corso e l’incertezza sul futuro ad essa connaturata.  Fatti incresciosi come gli incendi appiccati alle antenne 5G nel regno Unito sono un termometro, una cartina di tornasole per misurare i livelli (bassissimi) di fiducia nelle autorità e nella scienza che c’è oggi. Un segnale importante alle istituzioni per ricreare quel legame di fiducia con le persone necessario in vista della quanto mai auspicata ripartenza, di cui il 5G dovrà fare parte in maniera centrale.