Fact checking

Perché il 5G non ha alcun legame con il Coronavirus

di Luigi Garofalo e Paolo Anastasio |

No, il 5G non diffonde il Coronavirus. Ecco perché non danneggia il sistema immunitario e non si propaga con le onde radio.

No, il 5G non diffonde il Coronavirus.

Con questo articolo smontiamo le fake news, secondo cui “il 5G danneggia il sistema immunitario”, e “il Covid-19 si sta diffondendo attraverso le onde radio della tecnologia mobile di quinta generazione”

Il nostro fact checking sulla correlazione 5G-Coronavirus-rischio per la salute è basato:

  • Sul lavoro di FullFact.org, l’ente indipendente di verifica dei fatti del Regno Unito.
  • Sul Rapporto ISTISAN “Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS),
  • Sulle recenti dichiarazioni del commissario Ue alla Salute e alla sicurezza alimentare.
  • Sulle linee guida dell’Icnirp, l’organismo internazionale che si occupa di fissare i limiti alle emissioni elettromagnetiche, che escludono evidenze scientifiche di danni alla salute derivanti dalle frequenze 5G.

Come le generazioni precedenti di tecnologia di rete wireless (4G, 3G e 2G), i dati mobili 5G vengono trasmessi tramite onde radio. Altri tipi di tecnologia che utilizzano le onde radio includono contatori intelligenti, trasmettitori TV e radio e comunicazioni radar e satellitari.

Lo spettro radio

Le onde radio sono una piccola parte di un più ampio spettro elettromagnetico di onde, che emettono tutte energia chiamata radiazione elettromagnetica. Le onde radio si trovano all’estremità a bassa frequenza dello spettro e, insieme alle microonde, alla luce e al calore visibili, producono solo radiazioni non ionizzanti. Ciò significa che queste onde non possono danneggiare il DNA all’interno delle cellule, il che è il modo in cui si ritiene che le onde con frequenze più elevate (come i raggi X, i raggi gamma e la luce ultravioletta) causino il cancro.

Per migliorare la velocità e la capacità della nostra tecnologia wireless, il 5G utilizza una frequenza più elevata di onde radio rispetto alle generazioni precedenti. La potenza di questa nuova tecnologia wireless rimane molto bassa: i livelli massimi di radiazione elettromagnetica misurati da Ofcom, nel Regno Unito, erano circa 66 volte inferiori ai limiti di sicurezza stabiliti dalle linee guida internazionali.

Le bande raccomandate

Per quanto riguarda la diffusione del 5G, tutte le bande di frequenza previste sono coperte dalla raccomandazione del Consiglio. Si prevede che l’esposizione ai campi elettromagnetici sia molto vicina all’esposizione causata dal 4G e ben al di sotto dei rigorosi limiti raccomandati dal Consiglio europeo (1999/519), pari in media a 60 v/m che in Italia sono fino a 10 volte più severi pari a 6 v/m.

In Italia a lanciare la fake news “il 5G diffonde il Coronavirus” è stato Gunter Pauli, consigliere del premier Giuseppe Conte, con questo tweet: https://twitter.com/MyBlueEconomy/status/1241732814959149067

La voce corre sui social

Quindi la miscela fra 5G e virus diventa un detonatore anche perché diversi volti famosi e influencer in Gran Bretagna rilanciano queste news sui social network. Dalle cantanti Anne-Marie e Keri Hilson,all’attore l’acteur Woody Harrelson al pugile Amir Khan, tutti hanno condiviso messaggi che legano il virus al 5G. C’è da dire che è di ieri l’annuncio da parte di Youtube e Facebook di voler combattere contro le fake news relative al 5G, un annuncio quanto meno tardivo, tanto più che certi video che legano il virus al 5G hanno avuto milioni di visualizzazioni diffondendo così dicerie e fake news.

La bufala di 5G e Wuhan

Diverse persone hanno condiviso questo legame, fra queste anche un certo Thomas Cowan su YouTube. Secondo questo oscuro personaggio, la prova del legame fra virus e 5G è la sua comparsa a Wuhan, dove la Cina ha installato le sue prime antenne 5G.  

E’ vero che Wuhan è stato uno dei primi luoghi ad attivare le antenne 5G a ottobre-novembre 2019, ma anche diverse altre città cinesi hanno fatto altrettanto nello stesso periodo senza che si manifestasse il contagio. E in realtà anche in altri paesi è successo lo stesso, in Corea del Sud e Stati Uniti.

E poi diversi paesi dove il virus si è propagato non hanno ancora l’ombra di un’antenna 5G attivata come ad esempio la Francia, l’Iran e il Giappone.

La bufala del consigliere economico di Conte

Non c’è alcun dubbio scientifico che la causa del coronavirus sia di origine animale, in nessun modo legata a delle onde di telefonia mobile. E non è possibile per un virus del genere essere trasportato da onde come quelle cellulari. Fa quindi effetto vedere che fra i sostenitori del nesso fra 5G e Wuhan e poi, per semplice sillogismo transitivo, fra 5G e la Lombardia, il consigliere economico del presidente del Consiglio Gunther Pauli che su Twitter ha rilanciato questo fantasioso legame. Incredibile.

OMS: dal 5G nessuna conseguenza per la salute pubblica

Sui percoli delle onde di telefonia mobile, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha concluso che “dopo diverse ricerche non si è riscontrato alcun effetto sulla salute dall’esposizione alle tecnologie senza fili”. L’OMS precisa che ad oggi sono ancora pochi gli studi sulle frequenze utilizzate per il 5G. Ma il 5G utilizza alte frequenze, e “più le frequenze salgono, minore è la loro penetrazione nei tessuti della pelle”. E ancora, “finché i livelli di esposizione sono inferiori alle raccomandazioni internazionali, non ci sarà alcuna conseguenza per la salute pubblica”. Non c’è alcuna evidenza scientifica che mostri il fatto che alcun virus che in passato abbia colpito duramente l’umanità negli ultimi decenni sia in alcun modo legato a delle nuove tecnologie. Questi virus sono tutti di origine biologica.

Sistema immunitario

Secondo i detrattori del 5G, la nuova tecnologia mobile danneggia il sistema immunitario delle persone e quindi ha aumentato la virulenza del raffreddore comune a Wuhan e nelle altre città coperte dal 5G.

L’affermazione – che il 5G può avere un impatto sul sistema immunitario – è totalmente infondata. Non ci sono prove scientifiche e sanitarie che collegano il nuovo coronavirus al 5G.

È vero che Wuhan ha una copertura del 5G. Il governo locale ha elencato un numero di sedi con copertura 5G nell’agosto 2019. È difficile accertare che sia stata la prima città al mondo a lanciare il 5G. “Non possiamo trovare prove che sia stata la prima città con 5G, ma abbiamo visto rapporti secondo cui Wuhan era una delle diverse città cinesi in cui si sono svolti i primi test del 5G. Un altro report mostra che Wuhan è stata “una delle prime città pilota della rete 5G in Cina”, fa notare FullFact.org, l’ente indipendente di verifica dei fatti del Regno Unito.

Sul sito del ministero della Salute sono indicate le modalità di trasmissione del virus:

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite:

  • la saliva, tossendo e starnutendo
  • contatti diretti personali
  • le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi.

Di 5G nessuna traccia, ovviamente.

Come tutte le fake news, anche quelle sul 5G hanno conseguenze negative:

in UK hanno provocato, negli ultimi giorni, atti di vandalismo e aggressioni: piromani hanno danno fuoco ad antenne 5G e una donna non identificata ha avvicinato due tecnici di rete per strada, che stavano posando un cavo in fibra a Londra, accusandoli di uccidere delle famiglie (ci sono anche i video).

Stop alle bufale sui social

Secondo quanto ha riferito il Guardian, il ministro della Cultura Oliver Dowden ha avuto colloqui con Facebook, Whatsapp, Youtube e Twitter per frenare la diffusione di queste teorie complottiste, che nel Regno Unito sono state condivise anche da alcuni personaggi dello spettacolo.   Un primo risultato l’ha già ottenuto: Youtube eliminerà dalla sua piattaforma, o comunque ne ridurrà la visibilità, i video che propugnano teorie complottiste collegando l’epidemia di coronavirus alle reti mobili 5G.   In uno dei video rimossi, riferisce il Guardian, un sedicente ex dirigente di una compagnia di telefonia mobile del Regno Unito sostiene che i test per il coronavirus erano utilizzati per diffondere il virus, e che la pandemia era stata creata per nascondere le morti causate dalla tecnologia mobile.

Perché il 5G non fa male alla salute?

Ad oggi non si può affermare che il 5G fa male alla salute, perché non vi sono evidenze scientifiche che lo dimostrino.

Alle associazioni, ai politici e ai cittadini che sostengono, senza evidenze scientifiche, “il 5G fa male alla salute, va fermato”, basta mostrare e spiegare l’immagine di copertina tratta dal Rapporto ISTISAN “Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”, pubblicato oggi dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Nella figura è messo a confronto il fascio di radiazione emesso da una stazione radio base 4G e da una 5G. Cosa si vede: nel primo caso si ha un diagramma di irradiazione fisso. Il raggio di esposizione di una stazione base 4G è maggiore rispetto al 5G e il fascio di radiazione si propaga anche su persone, animali e oggetti che non utilizzano la tecnologia 4G. Invece per la stazione radio base 5G il diagramma di irradiazione è dinamico e indirizzabile verso l’utente: infatti, si vede  bene che ogni servizio vede unicamente una “porzione virtuale” della rete (slice) e tutti i soggetti che in quel momento non richiedono una connessione mobile di quinta generazione non sono interessati dal fascio di radiazione. 

Le bande del 5G

Dunque la capacità di indirizzare il fascio di radiazione emesso dalla stazione radio base verso l’utente è una caratteristica della tecnologia 5G, che in Italia opererà nelle bande di frequenza 694-790 MHz, 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz. “La banda 26,5-27,5 GHz riguarda le cosiddette onde millimetriche che, a causa dell’elevata attenuazione subìta nella propagazione”, si legge nello studio dall’ISS, “danno luogo ad aree di copertura spazialmente molto limitate. Questa caratteristica, insieme alla molteplicità di applicazioni della tecnologia 5G (reti di connessione  di tipo  uomo-uomo,  uomo-macchina,  macchina-macchina),  porterà  ad  un incremento notevole del numero di impianti installati sul territori”. 

Ecco perché è destinato ad aumentare il numero delle antenne 5G. Ma più antenne non significheranno più esposizione per le persone, come ci ha detto durante l’intervista Alessandro Polichetti è l’esperto più autorevole dell’Istituto Superiore di Sanità sugli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute. 

E anche il rapporto pubblicato oggi dall’ISS spiega che “se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici, dall’altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti emittenti più basse” rispetto alle attuali antenne 4G. 

Come mai si realizza questa sorta di “paradosso”?

Perché un aspetto di particolare novità della tecnologia 5G è che, oltre alla comunicazione tra persone, sarà finalizzata anche al cosiddetto “Internet delle cose”, in cui sono i vari dispositivi wireless a comunicare direttamente tra loro utilizzando le frequenze nella banda 24-28 GHz (spesso indicate come “onde millimetriche”, anche se per la precisione quest’ultime corrispondono alle frequenze comprese tra 30 e 300 GHz), attualmente molto poco, o quasi per niente, utilizzata.

Le onde elettromagnetiche a frequenze così elevate si propagano difficilmente su lunghe distanze, non riuscendo a penetrare attraverso edifici o a superare ostacoli, ed essendo facilmente assorbite dalla pioggia o dalle foglie. Per questo motivo sarà necessario installare numerosi ripetitori che serviranno le cosiddette “small cells”, aree di territorio dal raggio che può andare da poche decine di metri a circa 2 km. Per coprire queste celle di dimensioni più piccole di quelle attualmente utilizzate per la telefonia cellulare saranno necessarie potenze di emissione più basse di quelle attuali, con una distribuzione dei livelli di esposizione più uniforme e con picchi di emissione più bassi nelle zone in prossimità delle antenne 5G.

5G, Commissione Ue: emissioni ben al di sotto dei limiti e simili al 4G

Il commissario Ue alla Salute e alla sicurezza alimentare Stella Kyriakidou di recente ha dichiarato: “Nessuna necessità di rivedere i limiti di emissione per il 5G, che ha effetti simili a quelli del 4G”. Qui è possibile leggere in PDF la risposta del commissario europeo ad un’interrogazione presentata da Klaus Buchner, Europarlamentare, membro del Gruppo Verdi-Alleanza libera europea al Parlamento europeo, sugli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici al 5G.

Infine, Le linee guida dell’Icnirp escludono evidenze scientifiche di danni alla salute derivanti dalle frequenze 5G. L’ Icnirp è la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti, il principale organismo internazionale che regola l’utilizzo delle frequenze radio. Gli esperti hanno dichiarato che non c’è alcuna prova scientifica che la tecnologia 5G possa rappresentare una minaccia per la salute umana (scarica qui le nuove linee guida dell’Icnirp in PDF).