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A chi fa bene il Covid-19? Profitti alle stelle per i Big Tech

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Nonostante la pandemia mondiale da Covid, nel terzo trimestre del 2020 Google, Amazon, Facebook e Apple hanno tutti ottenuto risultati migliori del previsto.

Da inizio pandemia migliaia di aziende in tutto il mondo sono in crisi. Prediamo in esempio le grandi compagnie aeree: nel 2020 l’international Air Transportation association (Iata, l’organizzazione che riunisce 209 compagnie aeree di 120 Paesi) ha calcolato una perdita di entrate per l’intero settore pari a 113 miliardi di dollari.

Big Tech: i risultati trimestrali Q3

La crisi senza precedenti che stiamo vivendo ha però dei vincitori, tutti americani e tutti con un unico comun denominatore: la tecnologia. Nel terzo trimestre del 2020 i Big Tech, Google, Amazon, Facebook e Apple hanno ottenuti risultati tutti migliori del previsto.

Google

Secondo gli ultimi dati trimestrali Google sale a Wall Street del 7,12% con ricavi in aumento a 46,2 miliardi di dollari e un utile per azione è salito a 16,40 dollari.

A rassicurare gli investitori è lo scatto dei ricavi dalla pubblicità: dopo essere calati dell’8% nel secondo trimestre, sono cresciuti negli ultimi tre mesi del 10%. “Abbiamo avuto un solido trimestre”, afferma l’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai.

Amazon

Amazon continua la sua volata con la pandemia che spinge gli acquisti online. I ricavi nel terzo trimestre sono saliti del 37% a 96,2 miliardi di dollari, mentre l’utile netto si è attestato a 6,3 miliardi. Risultati decisamente migliori delle attese degli analisti che scommettevano su 92,8 miliardi di ricavi e 3,8 miliardi di utile.

Nell’annunciare i risultati Jeff Bezos mette in evidenza come i consumatori hanno già iniziato a effettuare gli acquisti di Natale, segnalando che sarà una “stagione senza precedenti”.

Facebook

Il social di Mark Zuckerberg ha assistito a una crescita degli utenti attivi.

Anche se la delusione non è mancata, visto che, così come Apple, nessuna guidance è stata fornita per l’ultimo trimestre dell’anno. Facebook ha pronosticato piuttosto un 2021 che porterà “un livello significativo di incertezza”, a causa della pandemia da coronavirus COVID-19, che rende impossibile fare previsioni certe.

In generale, il bilancio del terzo trimestre ha messo in evidenza utili netti per un valore di 7,8 miliardi di dollari su un fatturato di 21,5 miliardi di dollari, meglio delle attese.

Apple

Ricavi sopra le attese anche per Apple: sono risultati pari a 64,69 miliardi di dollari, per un utile netto in calo a 12,67 miliardi. Tim Cook si dice “ottimista” per l’iPhone 12 appena lanciato: Entriamo sul mercato del 5G esattamente al momento giusto”.

L’ombra dell’Antitrust sui big tech

Ma per i Big Tech non sarà facile dormire sogni tranquilli. Le offensive politiche e antitrust che incombono sulle multinazionali prevedono infatti una serie di azioni nel contrastare i loro potere.

Il Dipartimento della Giustizia Usa ha fatto scattare contro Google il più aggressivo ricorso contro un gruppo tech in vent’anni.

Inoltre Facebook, Twitter e YouTube di Google sono nel mirino dell’antitrust Usa per attività di gestione del contenuto, con i repubblicani che li accusano di censurare voci di destra e i democratici di non combattere invece a sufficienza la disinformazione ultra-conservatrice.

Preoccupazioni che sono salite alla ribalta con audizioni al Senato avvenute mercoledì, a pochi giorni dalle elezioni americane.

Big tech: Google prepara la guerra all’Europa e Thierry Breton

Ieri su Key4biz abbiamo parlato della campagna aggressiva che Google sta pianificando contro Thierry Breton, il commissario europeo al mercato interno e alla promozione del mercato unico digitale, ed altri regolatori a Bruxelles per impedire, con l’introduzione di nuove leggi europee, di danneggiare il potere e il business della società.

L’indiscrezione, arrivata ieri dal Financial Times dopo aver visionato il documento interno di Google, in cui si legge, chiaramente, la strategia da attuare nei prossimi due mesi per rimuovere “i vincoli irragionevoli” al modello di business di Google e “reimpostare la narrativa politica” attorno alla fase di legislazione in corso.