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Wind-3 Italia: Colao (Vodafone) non ‘vede problemi’, ma la Ue vuole approfondire

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Vittorio Colao si è detto a favore della fusione tra Wind e 3 Italia nel nostro paese, ma anche d’accordo con la Commissione europea quando ha fatto ‘saltare’ la fusione tra Telenor e TeliaSonera in Danimarca.

La Commissione europea si pronuncerà in via preliminare sulla fusione tra Wind e 3 Italia – terzo e il quarto operatore mobile italiano l’11 marzo – ma, secondo quanto anticipato dalla Reuters, gli uffici del Commissario Margrethe Vestager proseguiranno con l’analisi del progetto di fusione, entrando nella cosiddetta ‘Phase II’ delle procedure antitrust. Fase che, in quanto di verifica molto approfondita, potrebbe durare anche fino a 5 mesi e in cui verranno comunque valutati gli impegni che, sembra ormai certo, le due società si apprestano a presentare per ammorbidire la posizione della Ue. Nei giorni scorsi, il Ceo di Vimpelcom (casa madre di Wind), Jean-Yves Charlier, si è detto comunque fiducioso di riuscire a chiudere l’operazione entro la fine di quest’anno.

Sulle preoccupazioni dei regolatori su un possibile aumento dei prezzi legato al consolidamento dei mercati tlc nazionali si è pronunciato il Ceo Vodafone Vittorio Colao definendo tali timori“esagerati”, pur ammettendo che è necessario tenere conto delle diverse condizioni che caratterizzano ciascun mercato.Per Colao non dovrebbero esserci problemi per  quanto concerne il percorso di fusione tra Wind e 3Italia, ma allo stesso tempo è condivisibile la posizione a volte intransigente della Commissione europea, che lo scorso anno ha fatto ‘saltare’ la fusione tra Telenor e TeliaSonera in Danimarca.

” …Non credo che la Commissione sia stata troppo aggressiva con la sua presa di posizione. La Commissione esamina i casi mercato per mercato”, ha dichiarato Colao al sito Politico.

“Dobbiamo evitare generalizzazioni – ha proseguito – In Danimarca c’era una certa struttura di mercato e la proposta che è stata annullata avrebbe portato a una maggiore concentrazione. Se si guarda all’Italia, in realtà si tratta di un caso diverso, dato che si parla del terzo e del quarto operatore sul mercato che mettendosi insieme diventeranno grandi come noi”.

Per il Ceo Vodafone, quindi, non è scontato che le fusioni tra operatori di uno stesso paese provochino un aumento dei prezzi, come in molti sostengono sia accaduto in Austria dopo l’acquisizione di Orange Austria da parte di Hutchison, casa madre anche di 3 Italia.

“I prezzi stanno scendendo ovunque, Austria inclusa”.

Colao, riferisce il sito Total Telecom, sottolinea quindi che nel valutare il potenziale impatto di una fusione, le autorità di regolazione dovrebbero riconoscere che anche se c’è un lieve aumento del prezzo dei servizi, nell’ordine del 3-5%, gli utenti utilizzano i servizi il 60-70% in più.

“Per quanto mi riguarda – ha detto Colao – lo vedo come un ottimo affare”, L’argomento ‘fusioni’, insomma, andrebbe analizzato a 360 gradi, evitando di soffermarsi solo sulla questione dei prezzi.

Riguardo, ad esempio, la fusione tra O2 (controllata di Telefonica) e 3 UK, il conflitto vero da risolvere sta nella doppia partecipazione che il nuovo gruppo deterrà nelle due diverse società che gestiscono le torri di trasmissione.

3Uk, infatti, controlla il 50% di una joint venture con EE, mentre O2 ha formato un’altra società delle torri con Vodafone.

La nuova O2-3UK non potrà, quindi, secondo Colao, essere presente in entrambe le società, perché si verrebbe a creare una situazione di posizione dominante nel settore delle infrastrutture.

Restando sempre sul mercato britannico, un altro problema è quello dello scorporo della rete alla luce degli evidenti “profitti extra” macinati dall’ex monopolista BT grazie alla divisione Openreach.

Colao ha criticato il modello della ‘separazione funzionale’, in base al quale BT mantiene il controllo della rete ma è obbligata a garantire ai concorrenti l’accesso allo stesso prezzo praticato alla sua divisione retail.

“Un modello che avrebbe dovuto essere neutrale in realtà sta creando profitti aggiuntivi” a vantaggio di BT ha detto Colao.

“E’ un modello – ha aggiunto – che garantisce parità di accesso ma a un prezzo più alto che nella maggior parte degli altri Paesi europei”.

La decisione su Openreach rientra nel processo di revisione che l’Ofcom, l’autorità di settore, sta per concludere. Da qui il pressing di molti dei concorrenti di BT in favore dello scorporo di Openreach, contro il quale, tuttavia, si è già schierato il Governo.

“Spero almeno – ha detto Colao – che se anche non si considererà lo scorporo vengano introdotti obblighi più stringenti su Openreach sia in termini di prestazioni che di prezzo”.