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3UK-O2: è battaglia tra pro e contro le nozze

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Ieri, le promesse di 3UK: nessun aumento dei costi, accesso effettivo alla rete. Vodafone si schiera contro e chiede alla Ue misure drastiche in caso di ok alla fusione. Di parere opposto Virgin Media.

In vista della decisione della Commissione europea sulla fusione tra 3Uk e O2, attesa entro metà aprile, si infiamma il dibattito tra i player del mercato britannico. Dibattito che non esclude l’Autorità di settore, l’Ofcom, che nei giorni scorsi si è schierata apertamente contro l’unione tra il secondo e il quarto operatore mobile.

Ieri, CK Hutchison, casa madre di 3UK ha ricevuto da Bruxelles una comunicazione di addebiti, il primo atto inviato dalla Commissione alle aziende che, sulla base delle informazioni raccolte durante l’indagine preliminare, potrebbero aver violato le disposizioni relative alle regole di concorrenza.

Per cercare di addolcire la pillola alle autorità britanniche ed europee, quindi, il managing director di Ck Hutchison, Canning  Fok, ha presentato una serie di concessioni, come primo passo in vista di quella che si preannuncia una lunga negoziazione.

Innanzitutto, Fok ha assicurato che il nuovo operatore che nascerà dalla fusione (e controllerà il 40% del mercato) “congelerà i prezzi” per almeno cinque anni e che nell’arco dello stesso periodo la newco effettuerà investimenti per 5 miliardi di sterline, una cifra pari al 20% in più di quanto le due aziende investirebbero restando ‘single’.

Ogni centesimo derivante dall’efficientamento dei costi, ha poi assicurato Fok, andrà a favore dei consumatori, che vedranno scendere i costi, non  aumentare.

Tra le altre concessioni Fok ha poi anticipato che la nuova società consentirà ai competitor di acquistare quote di capacità di rete mobile, anziché capacità di rete all’ingrosso. Una possibilità “senza precedenti” che, eliminando i grossisti, consentirebbe ai concorrenti che usano la sua rete di  offrire tariffe più basse ai loro clienti.

Secondo alcuni analisti, tuttavia, difficilmente basterà a convincere il Commissario antitrust europeo Margrethe Vestager, che ha adottato una linea intransigente nei confronti delle operazioni di questo tipo.

Di sicuro questi impegni non hanno convinto il Ceo Vodafone Vittorio Colao, che si aspetta che la Ue dia il suo via libera ma a fronte di misure molto più dure di quelle messe sul piatto dalla società.

Secondo Colao, la promessa di Hutchinson di congelare le tariffe per cinque anni, “non è comprensibile”: come dire, sono anni che i prezzi si muovono, ma verso il basso, quindi congelarli al massimo potrebbe essere un vantaggio.

“In effetti, piacerebbe anche a me un blocco dei prezzi”, avrebbe affermato Colao secondo il quotidiano spagnolo l’Expansion.

Ma il vero problema, secondo il Ceo di Vodafone, sta nella “doppia partecipazione che il nuovo gruppo deterrà nelle due diverse società che gestiscono le torri di trasmissione”.

3Uk, infatti, controlla il 50% di una joint venture con EE, mentre O2 ha formato un’altra società delle torri con Vodafone”

La nuova O2-3UK non potrà essere presente in entrambe le società, perché si verrebbe a creare una situazione di posizione dominante nel settore delle infrastrutture.

Colao indica quindi che a suo avviso la cosa più logica sarebbe la vendita della quota nella joint venture con EE, che nel frattempo è stato acquisito da BT.

Favorevole, invece, alle nozze tra 3UK e O2 è Virgin Media, soprattutto in virtù della promessa di Fok di aprire la rete ai competitor.

Per Tom Mockridge, Ceo della società controllata da Liberty Global, le preoccupazioni di Bruxelles sul possibile aumento dei prezzi e sull’accesso dei concorrenti alla rete, potrebbero essere risolte usando rimedi simili a quelli imposti a 3 nelle operazioni simili concluse in Irlanda e Austria.

In questi due paesi, a fronte delle misure imposte dalla Ue, “Liberty Global è stata in grado di garantire una vigorosa concorrenza e scelta per i consumatori”.

 

“Una combinazione tra 3 e O2 avrebbe molto da offrire sia ai consumatori in termini di scelta sia agli altri provider in termini di capacità. Con i rimedi giusti, l’accordo potrebbe stimolare e non ostacolare la concorrenza” ha detto Mockridge.

La Commissione, che ha avviato le sue indagini sul deal a ottobre, ha tempo fino al 18 aprile per fare le sue valutazioni. Una decisione che sicuramente avrà il suo peso anche sulla fusione tra 3 Italia e Wind, anch’essa in attesa del parere di Bruxelles.