La proposta

Vodafone chiama Bruxelles: frequenze di proprietà per compensare il ‘buco’ del roaming

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A margine del Mobile World Congress di Barcellona, Vittorio Colao, Ceo di Vodafone Group, chiede l’intervento di Bruxelles per compensare il calo di ricavi dovuto al taglio del roaming.

La Commissione Europea dovrebbe aiutare le società di telecomunicazione tagliando i costi dello spettro e dando il via libera a un maggior numero di fusioni, per consentire alle telco di compensare la perdita di fatturato derivante dalla cancellazione delle tariffe di roaming nella Ue. La pensa così Vittorio Colao, Ceo di Vodafone Group, che oggi a margine del Mobile World Congress di Barcellona ha detto di aver avuto un buon incontro con Andrus Ansip, il commissario Ue responsabile del Digital Single Market. Lo riferisce la Reuters, aggiungendo che secondo Colao il regolatore europeo sta ancora sottovalutando il fatto che l’attuale quadro regolatorio è un ostacolo alla capacità d’investimento delle società Tlc, alle prese con ricavi e utili in calo.

Roaming: come compensare i ricavi perduti?

“Continua ad esserci un tassello mancante dal dibattito: manca la consapevolezza di quanti investimenti siano necessari e di quanto bassi siano i ritorni – ha detto Colao ai reporter a Barcellona – Tutti stanno celebrando la morte del roaming ma nessuno ha pensato a come rimpiazzare i ricavi (perduti ndr) delle telco”. Secondo gli analisti di Juniper Research, nel 2017 i ricavi del roaming in Europa subiranno un calo del 28%.

Per il Ceo di Vodafone, ad esempio, l’Europa potrebbe imitare gli Usa sul fronte delle frequenze. Invece di cedere in concessione porzioni di spettro per periodo limitati di tempo, la Ue potrebbe venderli agli operatori per sempre, come avviene appunto negli Usa.

Per le telco europee sarebbe un cambiamento non da poco, perché disponendo di porzioni di spettro di proprietà potrebbero programmare investimenti sicuri di lungo periodo, con la certezza di non rischiare di perdere l’asset frequenziale in futuro.

Net neturality

Per quanto riguarda la net neutrality, Colao ha detto che Vodafone è d’accordo con un approccio bilanciato, basato sul concetto di “fair use” dei dati, per evitare posizioni dominanti da parte degli operatori Tlc, mentre si crea un contesto economico favorevole a nuovi investimenti.

In altre parole, no ad un approccio troppo rigido alla net neutrality, che minerebbe l’innovazione.

La net neutrality è il principio secondo cui i service provider devono trattare tutti i dati allo stesso modo, senza discriminazioni fra utenti o tipologie diverse di contenuti, senza tariffe differenziate in base al tipo di traffico.

 

Consolidamento, la Ue segua l’esempio degli Usa

Secondo Colao, l’Europa deve guardare agli Usa anche per quanto riguarda le politiche più favorevli al consolidamento del settore per ridurre i costi e ottimizzare le risorse.

“Negli Usa si concludono grandi operazioni mentre in Europa si bloccano quelle piccole”, ha detto Colao, non nascondendo la sua frustrazione per lo stop alla vendita delle sue attività a Sky Network Television in Nuova Zelanda.

Colao ha poi aggiunto di essere aperto a nuove operazioni internazionali, vuoi per razionalizzare gli asset di Vodafone e uscire da certi mercati vuoi per fondersi con qualche concorrente e acquisire più clienti broadband.  Ma in pratica ogni operazione è complessa perché oltre all’accordo con un eventuale partner è sempre necessario attendere l’ok del regolatore.

E mentre il gruppo sta negoziando con Idea Cellular in India per creare il maggior operatore del paese asiatico, in Europa si sta concentrando sul successo della joint venture con Liberty Global in Olanda.