L'operazione

Tim, la cessione di Persidera congelata e affidata a un trust

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Tim avrebbe affidato ad un trust il compito di negoziare la cessione del 70% detenuto nella società delle torri.

Tim avrebbe affidato al trust Advolis il compito di cedere la sua quota del 70% detenuta nella società delle torri Persidera (il rimanente 30% è in mano a Gedi), secondo indiscrezioni del Sole 24 Ore. Ciò significa, quindi, che per il momento l’accordo raggiunto con la cordata F2i-RaiWay, che avevano offerto complessivamente 250 milioni di euro per rilevare la società che detiene 5 mux, è stato congelato, tanto più che nei giorni scorsi era arrivata una nuova offerta (migliorativa, pari a 290 milioni di euro) da parte del fondo statunitense I Share Capital.

L’affidamento della quota Tim in Persidera ad un trust rientra negli impegni presi dal primo azionista Vivendi con la Commissione Ue, nel quadro della notifica del controllo di fatto del gruppo francese su Tim comunicato lo scorso anno a Bruxelles. La cessione di Persidera è stata richiesta dall’Antitrust Ue a maggio 2017 come condizione per il via libera al “controllo de facto” di Vivendi su Tim.

I negoziati quindi proseguono, ma sarà direttamente il trust a gestirli.

Persidera detiene 5 multiplex per il digitale terrestre e fra i potenziali acquirenti prima dell’offerta congiunta RaiWay-F2i c’era pure Ei Towers, anche se quest’ultima fa capo a Mediaset di cui la stessa Vivendi detiene poco meno del 30% e quindi fuori gioco per questioni appunto di concorrenza.

C’è da dire che nelle scorse settimane era circolata anche la voce di una possibile quotazione di Persidera.

In Italia ci sono complessivamente 20 mux: Raiway, Ei Towers e Persidera ne hanno 5 a testa. Un mux a testa invece per Cairo, H3G, Dfree (che fa capo a Tarak Ben Ammar), Costantino Federico (editore di rete Capri) e Francesco Di Stefano (Europa7). Per motivi di antitrust nessuna società può avere più di cinque mux.

La decisione finale sulla vendita dovrà peraltro essere approvata dal consiglio di amministrazione di Tim, che potrebbe fare il punto delle trattative martedì 6 marzo, in occasione del Cda fissato da tempo per la presentazione del piano industriale 2018-2020 da parte dell’amministratore delegato Amos Genish.

Il piano di esuberi del gruppo sarà invece discusso il 13 marzo con i sindacati (previsti 7.500 esuberi, ma i sindacati non sarebbero d’accorso sulla solidarietà espansiva), mentre si attendono novità già martedì sulle prossime tappe operative del piano di societarizzazione della rete Tim, primo step verso lo scorporo vero e proprio.