Antitrust

Vivendi sancisce il controllo di TIM, in attesa dell’Agcom su caso Mediaset

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Vivendi ha notificato all’Antitrust Ue l’intenzione di acquisire il controllo di fatto di TIM al prossimo Cda del 4 maggio. L’istruttoria Agcom sulla scalata a Mediaset prosegue indipendentemente.

Vivendi ha notificato all’Antitrust Ue l’intenzione di acquisire il “controllo unico ed esclusivo di fatto” di TIM alla prossima riunione del Cda in programma il 4 maggio. Vivendi si prepara quindi a presentare il 9 aprile le liste di maggioranza per il rinnovo del Cda con la possibile indicazione del suo amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine a nuovo presidente di TIM, assumendo così ufficialmente il timone del gruppo di cui è già primo azionista con una quota del 24% (valore 3,03 miliardi di euro).

C’è da dire però che secondo Il Messaggero l’ipotesi di ribaltone al vertice di TIM sarebbe tramontata, e che il tandem Cattaneo-Recchi andrebbe verso la riconferma per evitare problemi con la Consob già preoccupata per l’ipotesi De Puyfontaine.

Sancire il controllo di Tim non è un ostacolo a una possibile operazione di fusione con Mediaset e prepara di fatto il gruppo italiano anche a operazioni straordinarie sotto la regia di Vivendi.

Lo rende noto la Reuters, citando fonti che hanno confermato l’invio il 31 marzo della notifica alla Commissione europea, in cui si dichiara l’intenzione di assicurare i due terzi dei consiglieri di Telecom nell’assemblea di maggio. La pronuncia della Commissione Ue è fissata in via preliminare per il 12 maggio.

La notifica di Vivendi all’Ue è una misura preventiva, per evitare sanzioni antitrust in vista dell’assunzione del controllo unico dell’azienda che possono arrivare fino al 10% del fatturato.

De Puyfontaine è già vice presidente di TIM in un board a 16, che Vivendi vorrebbe ridurre a 15, con 10 membri provenienti dalle sue liste. Secondo voci di stampa, Vivendi vuole portare De Puyfontiane alla presidenza e preparare così la fuori uscita dal gruppo dell’attuale Ceo Flavio Cattaneo, ma finora il gruppo transalpino ha sempre negato di avere il controllo di TIM. Vedremo come cambierà il quadro dopo il 4 maggio anche perché ieri Cattaneo ha detto che la sua intenzione è rimanere al timone di TIM indipendentemente dal presidente che sarà scelto e ha negato la presenza di dissidi con gli azionisti, Vivendi inclusa.

Come già detto, un De Puyfontaine presidente di TIM preoccupa la Consob. L’organo di vigilanza della borsa teme che Vivendi già adesso si trovi in posizione di influire gli altri membri del board aziendale.

Sta di fatto che la presa di potere di Vivendi non passerà inosservata in Consob, che potrà imporre al gruppo francese il consolidamento a bilancio del debito di TIM, che ammonta a 25,1 miliardi di euro.

Ma è davvero questo che vuole Bollorè?

Oppure magari si tratta di una manovra del finanziere bretone per realizzare davvero il tanto chiacchierato asse (fusione?) di TIM con Orange, in vista dell’imminente arrivo sul nostro mercato di Iliad, l’operatore low cost del “nemico” Xavier Niel? Sullo sfondo resta sempre il tema strategico del futuro della rete in rame, un asset che occupa più di 20mila dipendenti TIM.

Vedremo.

L’altro fronte caldo per Vivendi è quello con Mediaset. L’azienda presieduta da Vincent Bollorè ha speso 1,3 miliardi di euro per rastrellare una quota vicina al 30% del Biscione, con cui è in corso una guerra legale senza esclusione di colpi sulla mancata acquisizione di Premium (Bollorè e De Puyfontiane sono entrambi indagati per aggiotaggio).

La presa di potere francese in TIM, secondo la Consob, rischia di aprire ulteriori fronti antitrust nel mercato italiano delle comunicazioni. La norma anti scorrerie voluta dal ministro Calenda in questo caso arriverà in ritardo.

Sul possibile abuso di posizione dominante di Vivendi nel mercato italiano dei media e delle Tlc dopo la scalata a Mediaset e in considerazione del controllo di TIM si pronuncerà entro il 21 aprile l’Agcom, che a maggior ragione dopo la presa di controllo de facto in TIM potrebbe chiedere a Vivendi di disfarsi di una quota dell’azienda Tlc per restare nel capitale di Mediaset. L’istruttoria dell’Agcom prosegue indipendentemente dalla notifica Ue di Vivendi relativa a TIM.